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Scienziati trovano modo per evitare troppa schiuma nella birra

Alcune bottiglie di birra quando le apri traboccano di schiuma, un fenomeno che sorge quando determinati funghi infettano i chicchi d’orzo del malto. I microrganismi attaccano l’orzo grazie al supporto di alcune proteine chiamate idrofobine. Durante il processo di fermentazione, le idrofobine possono attrarre molecole di anidride carbonica prodotte dall’orzo che fermenta, rendendo la birra troppo frizzante. I maestri birrai tentano di arginare questo fenomeno aggiungendo estratto di luppolo, un agente antischiuma che si lega alle proteine idrofobine inattivandole. Ora, alcuni scienziati del Belgio hanno trovato una soluzione tecnologica per ovviare al problema: i magneti. Infatti, applicando un campo magnetico all’infuso dell’estratto di luppolo, i magneti riescono a legare l’agente antischiuma in particelle molto più molto piccole e quindi più capillarmente efficaci, bloccando l’anidride carbonica e diminuendo l’effetto schiuma. Durante una prova sul campo, i magneti sono riusciti a ridurre la formazione di schiuma in eccesso così efficacemente che i birrai hanno dovuto aggiungere alla birra molto meno quantità di estratto di luppolo, con un netto risparmio sui costi di produzione. La nuova tecnica sarà ampiamente documentata in un articolo che sarò pubblicato il mese prossimo nel Journal of Food Engineering.

La birra per combattere la fragilità delle ossa

Un recente studio condotto presso il Department of Food Science and Technology dell’Università della California, e pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture, dimostra come la birra sia un valido alleato per aumentare la densità minerale ossea. Questa particolarità è dovuto a un alto concentrato di silicio organico presente nel luppolo, il componente primario per la produzione della birra. Secondo il gruppo di ricercatori, guidati dal prof. Charles Bamforth,  il silicio contenuto nella bevanda, è molto assimilabile dall’organismo, tanto è che il 50% finisce per rafforzare le ossa e i tessuti. A seconda delle bionde prese in esame, i ricercatori hanno individuato una concentrazione di silicio variabile tra i 6,4 mg ai 56,5 mg (quest’ultima rilevata nelle birre d’orzo). Ma come fare a capire al volo se una birra contiene più o meno silicio? Secondo gli studiosi basta osservare il colore della birra, più è “pallido” maggiore sarà la quantità di silicio in essa contenuta (in quanto la cottura dei cereali è stata meno intensa mantenendo inalterate le quantità di minerali in essi contenuta).

Bere moderatamente birra per combattere l’osteoporosi

Da quanto emerge da uno studio spagnolo di alcuni scienziati dell’Università di Extremadura di Caceres, la birra sarebbe un valido alleato per proteggere le ossa, diminuendo il rischio di ammalarsi di osteoporosi, malattia delle ossa che si manifesta soprattutto nelle donne in menopausa. I  ricercatori hanno esaminato 1700 donne con età media di 48 anni. Sono state quindi accuratamente esaminate le ossa delle mano (le prime ad accusare l’osteoporosi), analizzando lo stile alimentare delle donne, si è scoperto che coloro che consumavano moderatamente della birra (1 bicchiere al giorno), manifestavano una struttura ossea più compatta. Secondo Juan Pedrera-Zamorano, a capo del team autore della ricerca, la birra, essendo ricca di silicio e fitoprogesterone, favorirebbe sia la formazione delle strutture ossee, sia il rallentamento dell’inesorabile decalcificazione.

Birra non consumata? Utilizzala come carburante per la tua auto

Che fine far fare alla birra non consumata nei bicchieri di migliaia di bar di tutto il mondo? Semplice, possiamo utilizzarla come carburante alternativo alla benzina. E così La Sierra Nevada, un’industria della birra americana fondata nel 1979 da Ken Grossman e Paul Camusi, la seconda più grande industria della birra artigianale negli Stati Uniti, ha pensato bene di acquistare un dispositivo, denominato MicroFueler (EFuel 100 MicroFueler),  capace di produrre etanolo a partire da acqua, zucchero e lievito, ovvero generare carburante dagli avanzi delle birra fermentata. Il carburante così generata viene utilizzato dalla stessa azienda per muovere le centinaia di veicoli a sua disposizione.  Un modo davvero ecologico e ingegnoso per prendersi cura dei loro stessi “rifiuti”.

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