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iBeacon. La nuova frontiera della localizzazione indoor

La tecnologia wireless ha ormai pervaso ogni angolo del pianeta, la possibilità di accedere a numerosi servizi, senza necessità di connettere nessun cavo, fa gola a molti e le aziende che sfruttano tale tecnologia per inventarsi nuove soluzioni sono sempre di più e sempre più tecnologicamente avanzate. Wireless non è solo Wi-Fi per lo sharing della Rete Internet, è anche Bluetooth e GPS. Proprio nell’ambito della localizzazione, affidata finora al GPS, si sono concentrati gli sforzi di tanti, Apple in primis, nel cercare di fornire una soluzione più idonea negli ambiti della micro-localizzazione, cercando di mettere a punto una tecnologia in grado di funzionare anche in ambienti chiusi dove la possibilità di accedere al satellite per ottenere informazioni sulla propria posizione non è possibile.

E così, nel tempo, hanno fatto capolino tra le diverse tecnologia i QRCode, piccoli codici a barre adesivi o stampati, che nascondono informazioni interpretabili da un’app; basta fotografarli perché il sistema riconosca il codice fornendo, per esempio, informazioni sull’oggetto dove lo stesso QRCode è stato appiccicato o stampato. Purtroppo i QRCode poco hanno a che fare con il wireless, anzi, in un certo senso è come se la tecnologia facesse un passo indietro: in un mondo wireless l’utente è ancora costretto ad avviare un’app, accedere alla fotocamera del dispositivo, inquadrare il QRCode e ricevere finalmente l’informazione, non complicato ma decisamente tedioso.

Altra tecnologia impiegata per la micro-localizzazione è l’NFC. Un piccolo tag si installa vicino l’oggetto da monitore, ponendo lo smartphone a meno di 4cm dal tag stesso, l’app riconosce il tag e può operare di conseguenza. L’utente quindi è “costretto” a compiere una determinata azione per ricevere informazioni sull’oggetto stesso. Questo tipo di tecnologia viene sovente impiegata nelle transazioni economiche: c’è da pagare il conto, l’utente avvicina lo smartphone al pos e la transazione ha luogo, è difficile immagine l’utilizzo proficuo della tecnologia NFC in ambiti diversi, quali ad esempio la navigazione indoor oppure il proximity marketing.

È l’ora dei beacon…

Da circa un anno e mezzo si sta però facendo largo una nuova tecnologia denominata iBeacon, introdotta da Apple in concomitanza al rilascio di iOS 7. Un beacon – che significa faro – è un piccolo trasmettitore Bluetooth a basso consumo energetico (grande quanto una moneta o poco più), con un raggio d’azione variabile da pochi centimetri a 50-70 metri, che invia il proprio segnale a uno smartphone o tablet che, grazie a un’apposita App identifica l’emettitore, captandone la potenza, la distanza e localizzandolo anche all’interno di uno spazio coperto.

Ogni beacon, alimentato da una batteria a bottone modello CR2450 o simile (sostituibile e che garantisce un’autonomia di 1-2 anni) può comunicare la propria prossimità inviando all’app che lo monitora diversi stati così interpretabili: “sei vicinissimo all’emettitore”,”sei vicino all’emettitore”, “sei lontano dall’emettitore”. Ogni beacon può essere reso unico, associandogli tre diversi valori: UUID, major e minor. Essendo a conoscenza di questi valori e allo stato di prossimità è possibile realizzare il seguente scenario esemplificativo: all’interno di un centro commerciale, in ogni negozio può essere installato un beacon, il proprietario del negozio può associare a quello specifico dispositivo (adottando ad esempio una web application), specifiche promozioni, cosicché se un utente si trova a passare davanti a quello specifico negozio può essere avvertito delle promozioni in atto, accumulare automaticamente punti, accedere a concorsi a premi e via dicendo. Altro scenario potrebbe essere quello di un museo nel quale i beacon possono essere installati dietro ogni opera, in modo tale che il visitatore accedendo alla stanza delle opere può avere un rapporto completo di tutti i valori artistici custoditi in quella singola stanza e, avvicinandosi alla singola opera, accedere automaticamente a una dettagliata scheda informativa della stessa.

Una rete di beacon opportunamente configurata può essere adoperata anche per dare all’utente un servizio di navigazione indoor. Ad esempio, l’utente potrebbe accedere alla mappa del museo e lasciarsi guidare dall’App per raggiungere la stanza dove è conservata una particolare opera di un specifico artista. La tecnologia è già stata impiegata con successo nei Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza, uno dei primi cinque musei in Europa a utilizzare i beacon.

Altri campi di utilizzo spaziano dal campo ludico, alla sorveglianza, al monitoring degli appartamenti e delle strutture di pubblica utilità: un’App per smartphone potrebbe entrare nel raggio di azione di un beacon posto nel garage e comandare l’apertura della serranda, oppure chiudere automaticamente le tapparelle di casa quando si esce dal raggio d’azione dei beacon posti nei dintorni dell’appartamento. Insomma, i campi di utilizzo di questa tecnologia sono innumerevoli, dal retail e proximity marketing all’Internet of Things.

Dove li compro e quanto costano

L’azienda italiana BlueUp sviluppa e fornisce beacon compatibili con la tecnologia iBeacon di Apple. Ogni beacon prodotto da BlueUp può essere personalizzato tramite l’App “BlueBeacon Tool”, presente sullo store Apple. L’App consente di identificare il beacon e di associare allo stesso uno UUID, major e minor, i tre valori che consentono di creare una rete di beacon univoci.

BlueBeacon Tool
L’App “BlueBeacon Tool” consente di configurare tutta la gamma di beacon prodotti dall’azienda BlueUp e ti localizzare gli stessi negli ambienti circostanti.

 

I dispositivi prodotti da BlueUp sono stati pensati e concepiti per una facile installazione e personalizzazione; il modello “BlueBeacon Mini” è dotato di un piccolo case che, grazie a due flange laterali, ne permettono il fissaggio su qualsiasi supporto. La batteria interna (tipo CR2450) può essere facilmente sostituita dall’utente agendo su due piccole viti. Il prodotto può essere opzionalmente acquistato con un logo serigrafato sulla custodia, pre-programmato con un UUID specifico e con il case di una colorazione diversa da quella bianca standard. Così come in foto, senza opzioni aggiuntive, il prodotto viene commercializzato a 29 euro.

Il “BlueBeacon Mini” prodotto da BlueUp. Le due flange laterali, permettono di fissare il dispositivo su qualsiasi supporto.
Il “BlueBeacon Mini” prodotto da BlueUp. Le due flange laterali, permettono di fissare il dispositivo su qualsiasi supporto.

Oltre al modello “BlueBeacon Mini” la BlueUp realizza anche il “BlueBeacon Maxi” che ha le medesime caratteristiche tecniche del modello “mini” ma con una durata della batteria nettamente maggiore. In questo caso, le batterie sono di tipo AA, di conseguenza le dimensioni del case che contiene il beacon sono leggermente più ingombrati. Il prezzo è di 31 euro.

A destra la nuova versione del BlueBeacon Mini, in uscita il prossimo Aprile.
A sinistra la nuova versione del BlueBeacon Mini (dimensioni ridotte e prestazioni migliorate), in uscita il prossimo Aprile.

Nel mese di Aprile l’azienda ha in serbo una nuova versione di “BlueBeacon Mini” che offrirà maggiori prestazioni con un ingombro ancora più ridotto.

Entro fine anno il debutto del Bluetooth 4

Il Bluetooth, il protocollo che permette di scambiare facilmente, senza cavi, informazioni tra diversi dispositivi (cellulari, PC, notebook, console di giochi), entro la fine di quest’anno debutterà nella sua nuova release, la 4. Il nuovo standard integrerà diverse novità, una di queste,forse la più rilevante, è la possibilità di sfruttare le connessioni 802.11, cioè riuscire a capitare reti wireless. Altra novità sarà legata ai consumi energetici. Il nuovo protocollo, rispetto alle implementazioni precedenti, garantirà un minor consumo della batteria, evitando quindi consumi eccessivi, problema che ad oggi gli utenti hanno risolto disattivando l’opzione e attivandola solo quando strettamente necessario.