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Il primo cuore artificiale che non conferisce battito al paziente

La ricerca del perfetto cuore artificiale sembra senza fine. Dopo decenni di tentativi ed errori, i chirurghi rimangono ostacolati nella loro ricerca di una macchina che non si usuri e che non causi formazioni di coaguli e infezioni. Intanto, i prof. Billy Cohn e Bud Frazier presso il Texas Heart Institute, hanno dichiarato di essere riusciti a mettere a punto una macchina, in grado di far funzionare l’organismo umano grazie a delle pompe centrifughe, che conferiscono al cuore artificiale uno strano primato: il primo cuore a non avere battito. “Se ascolti il torace con uno stetoscopio, non si sente nessun battito del cuore”, dice Cohn. “Se esaminate le arterie, non c’è alcun impulso. Se operate un elettrocardiogramma, avrete un tracciato piatto”. Il primo esperimento di impianto del nuovo cuore artificiale è stato compiuto su un vitello, al quale ne sono seguiti altre 37; a marzo, poi, Cohn e Frazier hanno impiantato il dispositivo su un paziente umano. Hanno scelto Craig Lewis, un cinquantacinquenne che stava morendo da amiloidosi, il suo cuore era così danneggiato, chi medici gli avevano dato altre sole 12 ore di vita, e così, su consenso della moglie si è proceduto con l’impianto dell’innovativo cuore artificiale. Craig Lewis è morto nel mese di aprile, anche se i medici dicono che il suo cuore artificiale ha funzionato perfettamente, la malattia purtroppo ha danneggiato fegato e reni, portando il paziente a una inesorabile morte. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, Frazier si dice fiducioso sul futuro del nuovo cuore artificiale. Fonte

Denti puliti per un minor rischio di infarto

Una corretta igiene orale, oltre a preservare la salute dei denti, ostacolando la comparsa di tartaro e placca, contrasta anche il rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari. E’ questo quanto emerge da una ricerca condotta presso l’Università di Otago in Nuova Zelanda, che mette in relazione l’igiene orale con il manifestarsi di problemi cardiaci. Giù un precedente studio aveva preso in esame la connessione tra problemi gengivali e comparsa dell’aterosclerosi. In buona sostanza si è appurato che l’organismo, per far fronte ai disturbi gengivali, crea una sorta di protezione che lo porta a distruggere i suoi stessi linfociti. Ciò comporterebbe una favorevole situazione per l’occlusione delle arterie, ovvero la principale causa dell’insorgere di un infarto. Ora un nuovo studio condotto presso l’Università di Bristol, avvalora la tesi, scoprendo un batterio che oltre a causare la carie e altre infezioni, può formare dei coaguli nel sangue responsabili del manifestarsi di infarti ed ictus. Il batterio è sovente presente solo in bocca, ma una gengiva sanguinante può facilmente veicolarlo nell’organismo. Lo studio ha visto protagoniste 120 persone con periodontite, ma sane di cuore. Si è appurato che, dopo quasi sei mesi di cure dei denti, chi maggiormente aveva prestato attenzione alla propria igiene orale, mostrava un netto miglioramento anche delle funzioni cardiocircolatorie. Fonte

Igiene orale per preservarsi dalle malattie del cuore

Una recente ricerca pubblicata dal British Medical Journal, mette in evidenza come una cattiva igiene orale  comporta un maggiore rischio di malattie cardiache. Lo studio ha visto protagoniste 11.869 uomini e donne con età media di 50 anni, i cui dati sono stati attentamente esaminati, incrociando i dati sui ricoveri per problemi di natura cardiovascolare con quelli sulle  abitudini a preservare l’igiene del cavo orale, tra cui quotidianità nel lavare i denti dopo i pasti e visite annuali dal dentista. Fonte e approfondimento

La felicità aiuta il cuore a stare bene

Sprizzare gioia e felicità è un vero toccasana per il nostro cuore. Questo è quanto emerge da un recente studio condotto preso la Columbia University Medical Center di New York e pubblicato sul magazine European Heart Journal. Per giungere a tale conclusione, gli studiosi hanno monitorato per dicei anni lo stile di vitadi 1700 persone del Canada, cercando in qualche modo di attribuire un valore numerico al loro livello di felicità. Sono quindi stati individuati 145 soggetti che nell’arco degli anni avevano manifestato problemi cardiovascolari,  accentuati dal cattivo umore.  Altri parametri presi in considerazione sono stati l’età, il sesso e lo stile di vita.  Si è dedotto che vivere con il sorriso sulle labbra riduce del 22%  la probabilità di ammalarsi di problemi al cuore.