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Nuova lampadina al grafene presto disponibile in commercio

Dopo le lampadine a incandescenza, che da decenni hanno illuminato le abitazioni del mondo, i LED hanno preso il sopravvento. Qualche anno fa le lampadine a incandescenza sono state bandite dal mercato, in alcuni paesi la normativa è così stringente che la loro importazione viene considerata illegale. Una politica, quella della sostituzione delle lampadine tradizionali, volta a favorire il risparmio energetico, le lampadine a LED, infatti, consumano molta meno energia.

Ora però un’altra tipologia di lampadina fa breccia nel mercato, e già da quest’anno potremmo trovarla in commercio. Si tratta di una lampadina che sfrutta il grafene in accoppiata alla tecnologia LED; in particolare, il tradizionale LED viene rivestito in grafene che conferisce la LED maggiore durata e una più efficace conduzione elettrica e del calore: si pensi che uno strato di grafene, composto da pochi atomi, risulta essere più forte dell’acciaio. Secondo i suoi inventori, la lampadina potrà abbattere i costi energetici del 10 per cento.

La lampadina a grafene – il cui bulbo copia il design classico dell’inventore Thomas Edison – è un progetto del National Graphene Institute dell’Università di Manchester, sviluppato dalla spin-off canadese Graphene Lighting, guidata dal prof. Colin Bailey, vice-cancelliere presso l’Università di Manchester.
Nessun prezzo ufficiale ancora, ma si pensa che le nuove lampadine potrebbero avere un prezzo più conveniente rispetto a quelle a LED “tradizionale”, ciò sostanzialmente dovuto al fatto che i costi di produzione risultato più bassi.

Un nuovo materiale per capi di abbigliamento che producono energia

Nonostante le proprietà elettriche del grafene siano note da decenni, solo di recente i ricercatori hanno iniziato a studiarlo seriamente. Il motivo di tale ritardo è sostanzialmente da imputare alla difficile reperibilità necessaria per la ricerca. Superato l’ostacolo, i ricercatori hanno immediatamente aperto alcune fasi di studio per l’utilizzo del grafene come semiconduttore. Nella fattispecie, un team di ricercatori della University of Southern California ha scoperto un modo per utilizzare il grafene per produrre fogli flessibili spessi solo quattro atomi. Un foglio di grafene siffatto può essere associato a un foglio di polimero flessibile per creare un nuovo tipo di celle fotovoltaiche organiche o pannello solare. Il pannello solare risultante è sottile e molto flessibile, tanto che che il team di sviluppo crede che un giorno possa essere facilmente utilizzato per creare capi di abbigliamento in grado di generare energia elettrica. L’aspetto negativo di pannello fotovoltaico organico (OPV) rispetto a un tradizionale pannello solare in silicio è che l’OPV è in grado di convertire molte meno radiazione solari in energia elettrica. “Per ogni 1000 watt di luce solare, una cella fotovoltaica standard è in grado di generare per ogni metro metro quadro di superficie, 14 watt, contro 1,3 watt del pannello OPV”, ha dichiarato Lewis Gomez De Arco, uno studente dottorando e membro del team che ha costruito l’OPV in grafene. Fonte