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Il computer con sangue elettronico

Da IBM un nuovo progetto che sperimenta un fluido elettrolitico in grado di trasportare energia e calore, così come avviene con il sangue umano. Nelle intenzioni di IBM la possibilità di creare un super computer in grado di riprodurre le modalità di funzionamento del cervello umano. L’innovativo progetto sfrutta un liquido elettrolita in grado di trasportare energia e fluidi refrigeranti alle componenti hardware che compongono il computer. Il sistema è stato battezzato “redox flow” (flusso ossidoriduttivo) e IBM lo sta utilizzando con l’obiettivo finale, che dovrebbe essere raggiunto entro l’anno 2060, di ridurre le dimensioni di un computer dalla potenza di 1 Petaflop (che oggi occupa circa mezzo campo da calcio) in un PC desktop. I ricercatori impegnati nel progetto hanno dichiarato: “Vogliamo mettere un super computer nello spazio occupato da una zolletta di zucchero, per fare ciò abbiamo bisogno di mutare il paradigma dell’elettronica, dobbiamo ispirarci al nostro cervello. Il cervello umano, infatti, è 10.000 volte più denso ed efficiente di ogni computer costruito fino ad oggi”

È di IBM il supercomputer più veloce al mondo

Secondo quanto riportato dal sito Top500.org, il supercomputer Sequoia di casa IBM  “utilizzando il Linpack benchmark ha riportato un impressionante valore di 16,32 petaflop/s utilizzando ben 1,572,864 core”. Per fare un confronto, risulta circa 1,55 volte più veloce rispetto al supercomputer “K” realizzato in Giappone dalla Fujitsu. Oltre alla velocità, Sequoia strizza l’occhio anche al risparmio energetico, consumando “solo” 7,9 megawatt, contro “K” che ne consuma ben 12,6. Per la prima  volta dal novembre 2009, un computer realizzato in America prende il primo posto dei più veloci super computer al mondo. Sequoia è attualmente installato presso il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti del Lawrence Livermore National Laboratory in California.