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Con Fujitsu lo smartphone si sblocca con gli occhi

Fujitsu prevede di lanciare quest’anno un avanzato sistema di autenticazione, battezzato Fujitsu Iris Recognition, che permette di sbloccare lo smartphone semplicemente osservandolo. Il sistema permette la scansione e riconoscimento dell’iride e, oltre a sbloccare le funzioni dello smartphone, permetterà anche di accedere a diverse applicazioni, Facebook compresa, senza dover digitare nessuna password o effettuare il riconoscimento delle impronte digitali; proprio rispetto a quest’ultimo sistema di riconoscimento, l’iris scanner di Fujitsu sembrerebbe essere addirittura più sicuro e conveniente. Fujitsu Iris Recognition funziona anche con occhiali e lenti a contatto. Il dispositivo è una sorta di case che si può agevolmente montare su qualunque smartphone o tablet.

Una demo del prototipo è stata mostrata qualche settimana fa in occasione del Mobile World Congress di Barcellona, mentre da qualche giorno Fujitsu ha dato ulteriori dimostrazioni del suo prototipo di smartphone, il cui lancio ufficiale dovrebbe avvenire nel corso dell’anno. Link alla pagina ufficiale del progetto.

 

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Con Qualcomm, il display degli smartphone può leggere le impronte digitali

Con gli ultimi iPhone e Samsung Galaxy siamo abituati a sbloccare i dispositivi adoperando il TouchID per leggere le impronte digitali. Poggiare il dito sul sensore sembra però essere troppo limitativo e così c’è chi è lavoro per ottimizzare la tecnologia (ci sta pensando anche la stessa Apple) per fornire uno strumento più veloce e duttile.

Qualcomm, in occasione del MWC 2015, ha presentato la sua personale soluzione che integra il sensore biometrico direttamente nel display dello smartphone. Piuttosto che impiegare un sensore capacitivo, come usato nel TouchID di Apple e nel nuovo Samsung Galaxy S6, l’approccio di Qualcomm utilizza gli ultrasuoni. Il “Sense ID 3D Fingerprint” utilizza quindi una mappatura ultrasonica in grado di creare una mappatura tridimensionale delle impronte, con una precisione molto superiore rispetto alle tecnologie finora impiegate.
Il sensore sarebbe tanto preciso da riuscire persino a captare le increspature lasciate dal sudore presente nei pori della pelle; ma no solo, riuscendo a captare tali piccole variazioni, sarà difficile manomettere il sensore, magari confondendolo così come può avvenire con un normale scanner biometrico. “Stiamo evolvendo il riconoscimento delle impronte digitali a un livello successivo” ha commentato Tim McDonough, vice presidente marketing di Qualcomm.

Poiché le onde ultrasoniche possono attraversare diverse tipologie di materiale (vetro, metallo, alluminio, acciaio o plastica, ad esempio), è lecito pensare che la tecnologia di Qualcomm potrà essere adoperata non solo sui display touchscreen degli smartphone ma anche, per esempio, direttamente sul corpo del telefono o di qualunque altro dispositivo mobile, smartwatch compresi.

La nuova tecnologia sarà disponibile per tutti i produttori di smartphone equipaggiati con processore Qualcomm Snapdragon, quindi, probabilmente, non si troverà mai implementata su un dispositivo mobile come iPhone e iPad, per i quali Apple preferirà, probabilmente, adoperare una futura tecnologia proprietaria. Così come probabilmente non sarà applicata sugli smartphone Samsung, per i quali il gigante coreano utilizzerà i processori Exynos, così come d’altronde già ha fatto sul neonato Galaxy S6.

La tecnologia alla base del “Touch ID Fingerprint 3D” di Qualcomm è stata ereditata dalla società Ultra-Scan Corporation, acquisita da Qualcomm nel 2013. La società con sede a Buffalo (New York), fondata nel 1989, è nota per aver fornito le sue tecnologie di riconoscimento delle impronte digitali anche alle agenzie governative.

Apple vuole integrare il lettore di impronte digitali nel display

La scoperta recente di un brevetto Apple, suggerisce che la casa di Cupertino potrebbe presto integrare il suo touch ID, il sensore attualmente integrato nel tasto Home di iPhone e iPad che consente di rilevare le impronte digitali, direttamente nel display touchscreen dei suoi prossimi modelli di smartphone e tablet. Una soluzione che consentirebbe ad Apple di utilizzare tutta l’area dei dispositivi come zona utile per dare più spazio al display, eliminando così la necessità di avere tasti fisici per “governare” i dispositivi.

Sarà possibile acquisire un’impronta digitale da ogni singolo punto del display o eseguire la scansione di più dita contemporaneamente.
Sarà possibile acquisire un’impronta digitale da ogni singolo punto del display o eseguire la scansione di più dita contemporaneamente.

Tra i dettagli del brevetto, battezzato “Fingerprint Sensor in an Electronic Device”, pubblicato la scorsa settimana da parte dell’US Patent And Trademark Office, il touchscreen dovrebbe essere progettato per eseguire la scansione di una singola impronta digitale in più posizioni specifiche del display.
Il brevetto menziona anche la possibilità di acquisire un’impronta digitale da ogni singolo punto dello schermo, o eseguire la scansione di più dita contemporaneamente.

Per evitare che l’incorporamento di sensori di impronte digitali nei display touchscreen possa pregiudicare la qualità delle immagini e la sensibilità al tocco, Apple suggerisce l’impiego di uno strato di sensori integrati su una base molto sottile posta appena al di sotto del display.

Hacking. Poche foto delle mani per recuperare le impronte digitali

Da qualche anno a questa parte diverse aziende hanno sposato le impronte digitali come strumento di sicurezza per accedere ai dispositivi mobili. La stessa Apple, nei suoi ultimi tablet e smartphone, ha adottato tale tecnologia, facilitando la vita agli utenti che non devono più ricordare password e perdere tempo a digitarle ma possono effettuare l’accesso sicuro semplicemente poggiando un dito sul sensore biometrico integrato nei device. Tuttavia il sistema non sembra essere infallibile, in particolare secondo un membro del Chaos Computer Club – la più grande associazione di hacker in Europa -, le impronte digitali possono non essere così sicure come tutti pensiamo; l’hacker, chiamato Jan Krissler – noto anche come “Starbug” – afferma di riuscire a riprodurre le impronte digitali semplicemente avendo a disposizione un paio di foto digitali che riprendono le dita dell’utente. La tecnica è stata mostrata in occasione di una convention in Germania durante la quale l’hacker ha mostrato come “recuperare” le impronte digitali delle mani del Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, utilizzando le foto del politico scattate in occasione di eventi pubblici e adoperando una fotocamera standard. Niente quindi super fotocamere oppure apparati altamente tecnologici, per bypassare il sistema basterebbe una semplice fotocamera compatta. Per ottenere le impronte digitali del Ministro, l’hacker ha fatto uso di un software commerciale chiamato VeriFinger e di diverse foto delle mani della von der Leyen riprese da diverse angolazioni.

Apple brevetta sistema di sicurezza che coinvolge il Touch ID

Apple avrebbe in serbo funzionalità aggiuntive per il suo Touch ID, il sensore biometrico che equipaggia gli ultimi dispositivi della casa di Cupertino; lo si evince da un nuovo brevetto accreditato al co-fondatore di AuthenTec (società fagocitata da Apple per la realizzazione dei Touch ID), Dale R. Setlak, e portato alla ribalta dal sito AppleInsider. La nuova funzionalità permetterebbe agli utenti di utilizzare le dita sul sensore Touch ID per controllare una sorta di congegno per cassaforte visibile sullo schermo del dispositivo, un metodo alternativo di sblocco dello smartphone/tablet che combina l’autenticazione delle impronte digitali con un ulteriore livello di sicurezza. In buona sostanza, per sbloccare il dispositivo non basterà più solo riconoscere le impronte digitali del suo possessore ma sarà necessario sbloccare una sorta di “serratura digitale”. Qualche tempo fa diversi “smanettoni” si sono avventurati nel cercare di beffare il sistema biometrico di Apple, riuscendo, con del semplice silicone, a creare un calco delle dita del possessore del telefono in grado di sbloccare le funzionalità del dispositivo. Apple ora sembra voler mettere un punto su questo aspetto strettamente legato alla sicurezza dei suoi device.

Brevetto Apple touchID

Come sbloccare il Mac usando il sensore Touch ID dell’iPhone

Gli ultimo modelli di iPhone e di iPad sono dotati di sensore biometrico che aiuta gli utilizzatori a sbloccare il telefono senza ogni volta digitare combinazioni di tasti, ma semplicemente poggiando un dito sul Touch ID. Il sensore che riconosce le impronte digitali è ancora appannaggio dei soli dispositivi equipaggiati con iOS, lasciando fuori tutta la gamma di computer Mac. Ed ecco l’idea geniale: un’App per iPhone e una per Mac che permettono di utilizzare il Touch ID del melafonino per sbloccare il login del Mac. L’App in questione si chiama FingerKey ed è disponibile sullo store ufficiale Apple per $1.99. Installata l’app su iPhone e Mac sarà possibile farle dialogare e procedere nell’utilizzo.  Sul sito ufficiale dell’App si apprende che gli sviluppatori stanno lavorando per presto rilasciare anche una versione per sistemi Windows e Linux.

Sony Mofiria identifica una persona dalle vene delle dita

Mofiria è una nuova tecnologia di casa Sony che sostituirà ben presto l’obsoleto sistema di riconoscimento biometrico delle impronte digitali. La nuova tecnologia è in grado di identificare la posizione delle vene all’interno delle dita dell’utente, unica in ogni abitante del pianeta. Secondo Sony, rispetto ad altre tecniche biometriche, Mofiria offre maggiore velocità di identificazione (si parla di un tempo compreso tra i 15 e i 25 millisecondi), nonché maggiore affidabilità. Entro il corso di quest’anno dovrebbero comparire sul mercato i primi dispositivi che utilizzeranno il nuovo brevetto. Link per approfondimenti