Lorem ipsum is simply dummy text here.

Individuato il gene che caratterizza l’età di una persona

In diverse circostanze, guardando i tratti di una persona avanti con l’età ci viene spontaneo dire: ma sembra una giovincella, il suo volto non sembra affatto essere segnato dal tempo. A questo modo di dire, ora gli scienziati hanno trovato un corrispondente scientifico. Infatti, alcuni ricercatori della University of Leicester e del Kings College di Londra, in un recente studio pubblicato sul magazine Nature Genetics, dimostrano come un particolare gene del Dna umano possa incidere sull’apparenza di una persona, facendola di fatto sembrare più giovane o più in avanti con l’età rispetto a quello che realmente la sua data di nascita dimostra. I ricercatori hanno preso in esame un campione di 12.000 persone, esaminandone il loro DNA hanno notato che esiste uno stretto legame tra la lunghezza dei telomeri (la regione terminale del cromosoma) e l’età biologica di una persona. La scoperta, secondo i ricercatori sarà utilissima per identificare i pazienti che corrono rischi di sviluppare malattie legate all’invecchiamento ma anche alcune patologie del cuore e legate ad alcune tipologie di tumore. Fonte e approfondimento

Il laser al germanio per creare PC ultra veloci

Grande passo in avanti da parte degli scienziati del MIT, tanto che gli stessi ricercatori esaltano la notizia, affermando con convizione che entro pochi anni si avranno computer in grado di effettuare calcoli alla velocità della luce. La notizia trova fondamentea in base alla realizzazione di un particolare laser a base di germanio e in grado di produrre onde luminose adatte al trasporto di informazioni a temperatura ambiente. La scoperta potrebbe così consentire la sostituzione delle classiche connessioni elettriche, utilizzate per il trasporto dei dati, con più veloci e performanti fasci di luce.

Scoperto l’enzima che propaga l’HIV

Ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’università di Harvard, sono riusciti a individuare l’enzima responsabile della propagazione nell’organismo del virus responsabile dell’AIDS. La ricerca è stata pubblicata sul magazine scientifico Nature e si spera potrà, a breve, consentire agli scienziati la messa a punto di una serie di farmaci antiretrovirali più efficaci. Per giungere a questo risultato, gli studiosi hanno adottato la tecnica conosciuta come cristallografia.

L’Alzheimer si diagnostica con un l’esame della retina

Francesca Coredeiro , studiosa dell’University College di Londra in una recente intervista ha parlato di una nuova metodologia che consente di diagnostica l’Alzheimer grazie a un esame ottico. Il test, che presumibilmente sarà disponibile entro i prossimi cinque anni, permetterà così di scoprire i potenziali pazienti prima ancora che la malattia si manifesti nei suoi classici sintomi. L’esame prevede l’impiego di una sostanza fluorescente in grado di rivelare, a contatto con la retina, eventuali cellule cerebrali morte. Coredeiro  sottolinea, infatti, che la retina rappresenta una chiara mappa del cervello e quindi può rivelare diversi  particolari dello stesso. Fonte Ansa.

Colesterolo alleato dei tumori

Una recente ricerca congiunta, che ha visto protagonisti l’Istituto San Raffaele di Milano, l’Università di Milano, la Molmed S.p.a. e il Karolinska Institute e coordinata dal dottor Vincenzo Russo dell’Unità di Terapia Genica dei Tumori dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, mostra come il colesterolo sia un valido alleato dei tumori. Infatti, il tumore per far fronte al sistema immunitario che cerca di ostacolarne la formazione e crescita, “inietta” nell’organismo delle molecole (LXR) derivate proprio dal colesterolo e capace di bloccare l’azione riparatrice del sistema immunitario. I ricercatori, impiegando delle cavie da laboratorio, hanno sperimentato quindi delle molecole, già riconosciute in ambito medico, in grado di abbassare il colesterolo plasmatico e quindi rimettere in moto la capacità del sistema immunitario di “lottare” contro il male. Secondo il dott. Russo si tratta di una pratica che in un futuro potrebbe essere un importante tassello per mettere a punto nuove terapie antitumorali. La ricerca è stata pubblicata sul magazine Nature Medicine. Fonte

Nonanal, la sostanza dell’uomo che attira le zanzare

Walter Leal e Zain Syed, ricercatori dell’Università della California, hanno identificato una particolare sostanza denominata Nonanal, prodotta dall’uomo e da altri animali, e capace di attirare sulla pelle le fastidiosissime zanzare. Si tratta di un prodotto chimico la cui molecola è composta da carbonio, idrogeno e ossigeno. Il progetto è nato per combattere in modo particolare la zanzara Culex, responsabile della trasmissione del virus del Nilo di altre tipologie di malattie. Tuttavia si è rivelato valido anche per altre tipologie di zanzare. Link per approfondimenti

Due superanticorpi per combattere l’AIDS

Si chiamano PG9 e PG16, sono due nuovi anticorpi che secondo i ricercatori avrebbero elevate capacità combattive nei confronti del virus HIV. Un mattone fondamentale per arrivare alla realizzazione di un vaccino. La notizia è stata pubblicata sul magazine scientifico “Science Express”; i ricercatori, capeggiati dalla dott.ssa Laura Walker del dipartimento di Immunologia dell’International Aids Vaccine Initiative e dello Scripps Research Institute (Iavi), ha individuato gli anticorpi nel sangue di un individuo africano colpito dalla malattia. Il passo successivo sarà quello di analizzare le strutture molecolari dei due anticorpi e la componente del virus da annientare per realizzare opportuni immunogeni, ovverto la base attiva di quello che potrebbe essere un vaccini per l’Aids. Fonte e a approfondimenti

Bere moderatamente birra per combattere l’osteoporosi

Da quanto emerge da uno studio spagnolo di alcuni scienziati dell’Università di Extremadura di Caceres, la birra sarebbe un valido alleato per proteggere le ossa, diminuendo il rischio di ammalarsi di osteoporosi, malattia delle ossa che si manifesta soprattutto nelle donne in menopausa. I  ricercatori hanno esaminato 1700 donne con età media di 48 anni. Sono state quindi accuratamente esaminate le ossa delle mano (le prime ad accusare l’osteoporosi), analizzando lo stile alimentare delle donne, si è scoperto che coloro che consumavano moderatamente della birra (1 bicchiere al giorno), manifestavano una struttura ossea più compatta. Secondo Juan Pedrera-Zamorano, a capo del team autore della ricerca, la birra, essendo ricca di silicio e fitoprogesterone, favorirebbe sia la formazione delle strutture ossee, sia il rallentamento dell’inesorabile decalcificazione.

Imprecare aiuta a tollerare meglio il dolore

Secondo uno studio inglese condotto presso la Keele University e guidato dal prof. Richard Stephens, imprecare durante il manifestarsi di un dolore, magari accennando a qualche parolaccia non proprio da galateo, aiuta a tollerare meglio lo stesso. Il test per arrivare a tale conclusione è stato abbastanza singolare: a un gruppo di volontari è stato chiesto di tenere la mano in un contenitore colmo di acqua ghiacciata e di esprimere qualunque tipo di imprecazioni durante il doloroso gesto. I ricercatori hanno poi ripetuto il test questa volta chiedendo di pronunciare solo parole neutre. Alla fine del test si è appurato che la mano veniva maggiormente tenuta nel ghiaccio se durante la procedura il volontario si avventurava in malsane imprecazioni. La ricerca è stata pubblicata sul magazine NeuroReport.

Mangiare di meno per vivere più a lungo

Gli scienziati hanno appurato  che mangiare di meno equivale a migliorare le proprie aspettative di vita, almeno nelle scimmie. Venerdì scorso, sul numero del magazine Science, è apparso un articolo che ha visto pubblicati gli studi ventennali inerenti la vita delle scimmie che popolano il Wisconsin National Primate Center. Il dr.David Finkelstein, uno dei partecipanti della ricerca, ha dichiarato: “E’ sorprendente come in questi animali, trattati con un regime calorico ad-hoc, il tasso di malattia sia nettamente inferiore”. Lo studio ha visto coinvolte 76 scimmie. 30 esemplari sono stati monitorati dal 1989 fino ad oggi, mentre e 46 a partire dal 1994. Tutti gli esemplari presentavano dimensioni normali con una dieta alimentare tipica di una scimmia in cattività. I ricercatori nel tempo, a un gruppo di scimmie, hanno ridotto il contenuto calorico della dieta (circa il 30% di calorie in meno rispetto al normale). Si è quindi appurato che il 37% delle scimmie non sottoposte a dieta calorica ridotta, sono nel tempo morte per fattori legati all’età, contro il solo 13% di quelle sottoposte a regime calorico ridotto. Altre scimmie sono invece morte per fattori indipendenti dalla nutrizione. C’è anche da aggiungere che le scimmie “a dieta”, hanno anche manifestato un minor numero di incidenza di cancro e malattie cardiache. Fonte

In Inghilterra si creano gli spermatozoi in provetta

Studio di Newcastle sono riusciti, adoperando delle cellule staminali maschili, a creare in laboratorio degli spermatozoi simili a quelli prodotto dall’uomo. Karim Neyernia, uno degli studiosi che ha preso parte al progetto, ha dichiarato: “Abbiamo usato staminali maschili, che abbiamo convertito, grazie a sostanze chimiche, in spermatociti aploidi con soli 23 cromosomi; sono identici a quelli naturali. Potranno aiutarci nel comprendere i problemi di infertilità maschile”. Al momento la ricerca lascia ben sperare, è comunque indispensabile procedere con ulteriori studi, nessun test sull’uomo, quindi, ma un grosso passo avanti in questo settore è stato indubbiamente compiuto. La ricerca è stato oggetto di pubblicazione sul magazine Stem Cells and Development

Il caffè per combattere il morbo di Alzheimer

Una nuova ricerca condotta presso la University of South Florida di Tampa, e più precisamente nel Florida Alzheimer’s Disease Research Center, ha svelato le proprietà terapeutiche della caffeina nei confronti del morbo di Alzheimer. Lo studio ha visto i ricercatori, guidati dal neuro scienziato Gary Arendash, somministrare a dei topolini di laboratorio l’equivalente in caffeina di cinque tazze di caffè (500mg al giorno per due mesi), si è quindi appurato che le cavie di laboratorio, seguendo questa “cura”, non mostravano più i chiari segni della malattia. Inoltre, il cervello dei topi sottoposti al trattamento, mostrava una riduzione del 50 per cento nei livelli di proteina beta amiloide. Ricordiamo che una tazzina di caffè contiene circa 100-120 mg di caffeina.  Lo studio è stato pubblicato sul magazine Journal of Alzheimer’s Disease

Alcol colpisce il cervello in sei minuti

Per la prima volta un team di ricercatori della Heidelberg University Hospital in Germania, ha appurato la tecnica che l’alcol utilizza per provocare cambiamenti nelle cellule del cervello umano. Solo sei minuti dopo che aver consumato una quantità di alcol equivalente a tre bicchieri di birra o due bicchieri di vino, l’alcol nel sangue aumenta dello 0,05 per 0,06 per cento, un livello che pregiudica la capacità di guidare, ma non induce gravi intossicazioni. Otto maschi e sette femmine volontari hanno preso parte a un esperimento in cui si beveva un determinato quantitativo di bevande alcoliche, un particolare scanner cerebrale ha permesso agli scienziati di esaminare i minuscoli cambiamenti nella struttura del tessuto di cellule cerebrali, appurando come le sostanze chimiche che normalmente proteggono le cellule cerebrali, in presenza di alcol vengono drasticamente ridotte. Il test ha altresì appurato che il cervello di uomini e donne reagisce allo stesso modo. Il dr. Biller, a capo del progetto, ha dichiarato: “Il giorno successivo all’assunzione di alcolici, i cambiamenti avvenuti nel cervello, dopo un consumo moderato di bevande alcoliche, e da parte di persone sane e non assuefatte dall’alcol, sono completamente reversibili”. La ricerca è stata pubblicata sull’attuale numero del magazine Journal of Cerebral Blood Flow and Metabolism

Sei felice? Rischi meno malattie cardiovascolari

Una recente ricerca svolta presso l’Università di Rochester, e guidata dal prof. Benjamin Chapman, mette a fuoco come l’essere felici ed estroversi aiuta a non ammalarsi di malattie cardiovascolari. Nel sangue delle persone che affrontano la vita con gioia, infatti, il livello della sostanza Interleuchina-6,, nota per essere legata a disfunzioni cardiovascolari, è molto più basso. La ricerca ha visto protagonisti 103 adulti con età superiore ai 40 anni. La stessa ricerca ha messo in evidenza come le donne e alcune minoranze etniche, siano mediamente più soggette allo stress. Fonte e approfondimenti

Marijuana altera DNA e contiene sostanze cancerogene

Un ulteriore studio di alcuni ricercatori dell’Università inglese di Leicester, mette in evidenza come la cannabis sia pericolosa per la salute. Nuove metodologie di analisi da laboratorio (una delle innovative tecniche è detta cromatografia liquida), mettono in evidenza come i suoi composti siano potenzialmente in grado di alterare il DNA umano, favorendo anche la formazione di tumori. Su 4.000 sostanze chimiche contenute nel fumo, 69 sono state classificate come cancerogene. La componente che più di ogni altra sembra avere maggiori caratteristiche tossiche è l’acetaldeide. Lo studio è stato pubblicato sul magazine Chemical Research in Toxicology del 15 giugno. Fonte

In presenza di smog le piante assorbono più anidride carbonica

Sul magazine Nature è apparso un articolo in cui un gruppo di ricercatori del Centre for Ecology & Hydrology, the Met Office Hadley Centre, di Zurigo e dell’Università di Exeter, afferma che le piante, in presenza di un cielo nebbioso e inquinato, sono maggiormente portate ad assorbire CO2. Addirittura, sembra che in un arco temporale compreso tra il 1960 e il 1999, gli effetti dell’inquinamento hanno potenziato di un quarto il potere di assorbimento delle piante del nostro pianeta, tradotto in numeri, il 23,7% di capacità maggiore. La presenza nell’aria di particelle inquinanti seziona maggiormente la luce del sole, permettendole di raggiungere un maggior numero di foglie di un albero e quindi incentivare il processo di fotosintesi clorofilliana.

Autodiagnosi del diabete senza “pungere il dito”

I dispositivi oggi in commercio che permettono di effettuare la misurazione della glicemia, consistono nel prelevare una goccia di sangue, tramite una piccola puntura sul dito. Alcuni scienziati di Hong Kong, guidati dal prof. Joanne Chung,  hanno messo a punto un dispositivo che permette di effettuare il medesimo controllo senza dover prelevare gocce di sangue. Il nuovo strumento emette delle particolari onde simili all’infrarosso, capaci di attraversare la cute e, in appena 10 secondi, fornire il livello di glucosio nel sangue. Le onde emettono delle frequenze proporzionali alla quantità di glucosio presente nel sangue. L’attendibilità della misurazione è di circa 80%-85%. La speranza dei ricercatori è ora quella di mettere a punto uno strumento simile capace di misurare colesterolo, trigliceridi, ecc.

Bottiglie di plastica dannose se sottoposte a calore

Alcuni ricercatori dell’Università di Cincinnati, guidati dal professor Scott Belcher,hanno dimostrato che le bottiglie di plastica se bollite, operazione spesso compiuta per la loro sterilizzazione, possono essere molto nocive per la salute. Infatti, una bottiglia di plastica di policarbonato, se messa a contatto con acqua bollente, rilascia fino a 55 volte in più bisfenolo A (BPA), rispetto ad una normale bottiglia di plastica. Il BPA sarebbe spesso associato all’insorgere di tumore al seno e alla prostata. Lo stesso vale, ovviamente, per contenitori in plastica e altri oggetti lavorati utilizzando il medesimo materiale plastico.

Nuovo farmaco per combattere l’Alzheimer

Un gruppo di scienziati inglesi, capeggiati dal prof. Mark Pepys, ha pubblicato un articolo in cui sostiene di aver individuato una nuova molecola, nota come CPHPC, in grado di eliminare le proteine tossiche, SAP (serum amyloid P component), presenti nel sangue e responsabili dell’aggressione delle fibre nervose del cervello con conseguente sviluppo di malattie come, ad esempio, l’Alzheimer. Secondo quanto sperimentato su alcuni pazienti, il nuovo farmaco non avrebbe nessun effetto collaterale, tuttavia servono ancora ulteriori sperimentazioni prima di poter pensare a una commercializzazione su larga scala del prodotto. Fonte