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Bere due bicchieri al giorno di succo d’arancia potenzia cervello degli anziani

Un team di ricerca dall’Università di Reading ha chiesto a 37 volontari (24 donne e 13 uomini di età compresa tra 60 e 81 anni) di bere 500ml – circa due bicchieri – di succo d’arancia ogni giorno per otto settimane. I risultati hanno dimostrato che questa pratica, in meno di due mesi, porta miglioramenti significativi nel potenziamento della memoria degli anziani sottoposti al test.

Gli scienziati hanno imputato i risultati ottenuti agli effetti benevoli che i flavonoidi – sostanze naturali presenti in alti livelli nelle arance – hanno sul nostro corpo e in particolare sul cervello. I flavonoidi, infatti, aiuterebbero ad attivare quella parte del cervello associata all’apprendimento e alla memorizzazione delle informazioni.

L’autore dello studio, il dr. Daniel Lamport spiega che “la popolazione mondiale sta invecchiando rapidamente. Le stime suggeriscono che il numero di persone di 60 anni o oltre potrebbe triplicare entro il 2100, è quindi imperativo esplorare modi semplici e convenienti per migliorare le funzioni cognitive nella vecchiaia”.

Anche se molta frutta e verdura, così come tè, cacao e vino rosso sono noti per contenere flavonoidi, le arance vantano un tipo particolarmente benefico chiamato flavanoni che secondo gli scienziati “rappresentata una tipologia di flavonoidi più facilmente assorbile”. Precedenti studi avevano già evidenziato il potenziale impatto dei flavonoidi sul cervello, ma questo è il primo ad esaminare il ruolo di quelli presenti nelle arance.

Di contro c’è anche chi suggerisce che bere molti succhi di frutta comporta un notevole innalzamento degli zuccheri, con un conseguente aumento di peso e possibile insorgenza di altre tipologie di malattie; Sian Porter, portavoce della British Dietetic Association, in merito ha riferito “i succhi di frutta contengono zucchero che non è privo di calorie. Se avete intenzione di bere succo di frutta fatelo durante i pasti, è molto meglio per la vostra salute”. Fonte per approfondimenti

Uva rossa e arachidi migliorano significativamente la memoria

Il resveratrolo, un fenolo non flavonoide contenuto nella buccia dell’uva rossa, nel vino (in misura minore), nelle arachidi e in altre bacche, oltre a essere riconosciuto come antiossidante in grado di proteggere il cuore da malattie cardiovascolari, sembra aiuti a migliorare la memoria intervenendo in modo diretto sull’ippocampo del cervello, la zone dedita al controllo della memoria, apprendimento e umore.

A giungere a tale conclusione sono stati alcuni ricercatori del Texas A&M Health Science Center College of Medicine. È bene ricordare che gli antiossidanti ricoprono un ruolo fondamentale nella salute delle cellule, riducendo l’ossidazione delle stesse e controllando l’insorgenza dei radicali liberi primi indiziati dell’insorgere di malattie immunitarie e problemi cardiaci.

Nel loro studio i ricercatori hanno appurato che l’apprendimento spaziale e la memoria nei nei ratti trattati con il resveratrolo ha avuto evidenti benefici in termini di apprendimento, memoria e miglioramento dell’umore. Rispetto ai ratti non trattati con il resveratrolo, i ratti hanno mostrato una neurogenesi – la capacità di crescita di nuovi neuroni – e sviluppo dei neuroni circa raddoppiata; il composto ha significativamente migliorato il flusso sanguigno ed è stato associato a un basso livello d’infiammazione cronica nell’ippocampo. Il resveratrolo potrebbe anche essere in grado di aiutare le persone afflitte da gravi condizioni neurodegenerative come, ad esempio, il morbo di Alzheimer. Fonte e approfondimenti