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Un laser spaziale potrebbe riscaldare le nostre case?

Alcuni scienziati scozzesi dell’Università di Dundee, guidati dal dr. Adrian Quarterman, stanno lavorando a un progetto di satellite in grado di catturare la luce del sole – grazie a opportuni pannelli solari – e “spararla” sulla Terra sotto forma di laser spaziale. E se nei film di fantascienza spesso soluzioni di questo tipo vengono impiegate per creare catastrofiche armi, nella realtà il team pensa possa rappresentate un’ottima fonte di energia alternativa.

Secondo quanto riferito al Times, le prime prove del laser spaziale effettuate in Scozia hanno dato ottimi risultati, e ora il team di ricerca spera di poter ripetere gli esperimenti anche in Portogallo.

Quarterman spiega al Times che “tutte le soluzioni laser impiegate fino da oggi in esperimenti di questo tipo sono basate su laser che impiegano cristalli, una soluzione che consente di assorbire gran parte della luce solare ma che lavora solo con determinate lunghezze d’onda. I semiconduttori, invece (che sono invece impiegati nel progetto) riescono a sfruttare meglio la luce del sole, assorbendo praticamente la luce dello spettro solare per intero”. Lo scienziato spera di convincere diverse aziende a investire in questa tecnologia, così da creare una sorta di costellazione di centinaia di piccoli satelliti, ciascuno con specchi e ottiche in grado di raccogliere la luce solare e creare un unico fascio laser super concentrato in grado di trasportare quest’energia rinnovabile sul nostro pianeta.

Una soluzione è senza ombra di dubbio molto affascinante, ma potrebbe essere anche molto pericolosa, cosa accadrebbe, infatti, se qualcuno prendesse il controllo dei satelliti e utilizzasse quest’enorme fonte energetica non a fin di bene?

Apple sempre più green. Aperta in California un’immensa centrale a energia solare

Apple vuole rendere i suoi negozi e attività commerciali della California completamente “green”, sfruttando fonte energetiche alternative e naturali. Proprio in quest’ottica l’azienda di Cupertino, in occasione della conferenza Goldman Sachs Technology, per voce del suo CEO, Tim Cook, ha fatto sapere di aver investito 850 milioni di dollari in una farm di energia solare costruita nella contea di Monterrey.

Il progetto da 1.300 ettari, realizzato in partnership con First Solar, basterà a sostenere tutte le attività in essere di Apple in California: negozi al dettaglio (52 in tutta la California), il nuovo campus (che dovrebbe essere completo entro il 2016), uffici esistenti e data center a Newark. Cook spiega: “Ad Apple siamo consci del cambiamento climatico che la Terra sta vivendo, è finito il tempo di parlarne, ora bisogna agire. Stiamo compiendo questo passo perché è giusto farlo, un investimento che, nel tempo, si tradurrà anche in maggiori risparmi economici per l’azienda. Ci aspettiamo di avere un risparmio molto significativo, c’è un bel divario di prezzo tra l’energia rinnovabile e quella prodotta normalmente”.

Il progetto dovrebbe garantire la produzione di 130 megawatt di energia solare, tanto per soddisfare il fabbisogno energetico mediamente di 50mila abitazioni. I gruppi ambientalisti hanno ovviamente reagito positivamente alla notizia. “Negli ultimi due anni Apple ha dimostrato grande impegno nella produzione di energie rinnovabili, il tutto lavorando con un’incredibile velocità” ha dichiarato Greenpeace in un comunicato che continua dicendo: “Apple ha ancora tanto lavoro da fare per ridurre l’impatto ambientale ma con l’urgenza che richiede la nostra crisi climatica, lo stesso dovrebbero fare anche tante altre grandi aziende”.

Progetti di questo tipo non sono nuovi ad Apple, l’azienda ha infatti diverse altre farm solari, recentemente aveva annunciato un altro progetto simile in Arizona, utile per alimentare la farm dati dell’azienda.

Tredicenne realizza pannello solare super efficiente

Aidan Dwyer, un ragazzo americano tredicenne, dopo una passeggiata invernale nel Catskill Mountains di New York, è stato ispirato nella costruzione di una nuova tipologia di pannello solare. Osservando la struttura degli alberi, Dwyer  ha ricordato che in natura molti elementi rispecchiano quella che è la sequenza di Fibonacci, un modello matematico che trova riscontro in diverse elementi naturali, come i percorsi compiuti da un falco in volo, le conchiglie, i girasoli e via discorrendo.
Dwyer ha ipotizzato che questo modello applicato agli alberi potesse essere la chiave per realizzare un’ottima fotosintesi; ha quindi testato la sua ipotesi costruendo un albero in miniatura, cercando di ripetere il modello matematico di una quercia; ha quindi riprodotto l’albero utilizzando tubi in PVC e piccoli pannelli solari come foglie. Il progetto ha vinto il Premio Naturalista Giovani 2011 indetto dal Museo Americano di Storia Naturale.
Il progetto ha generato fino al 50% in più di energia rispetto al modello tradizionale di un impianto solare durante i periodi di poca luce solare. Le varie angolazioni dei singoli pannelli solari aiutano a catturare la luce in modo molto più efficiente; le “foglie” sono infatti suddivise in modo tale che non vi sia oscuramento reciproco totale e che quindi ognuna delle stesse sia sempre illuminata. Fonte

 

Svolta nei pannelli solari. Nuovo materiale cattura 90% dell’energia solare

Alcuni ricercatori sostengono che grazie a un nuovo materiale ad alta capacità di irradiamento solare, entro cinque anni sarà possibile realizzare dei particolari fogli, da applicare anche agli impianti già esistenti, e in grado di incrementare notevolmente l’efficienza produttiva.  Gli attuali sistemi adottati, sostanzialmente “soffrono” di un duplice problema: Ii primo luogo, hanno difficoltà a convertire tutta la luce catturata in elettricità. In secondo luogo, riescono a catturare solo una piccola banda delle lunghezze d’onda della luce del Sole che irradia la Terra. I ricercatori dell’Università del Missouri affermano di aver risolto il secondo dei problemi, sostenendo di aver messo a punto un dispositivo in grado di catturare il 90% luce solare, contro il 20% degli attuali pannelli fotovoltaici. Il sistema messo a punto dal dott. Patrick Pinhero, professore associato di ingegneria chimica, prevede l’utilizzo di uno speciale sottile foglio modellabile di piccole antenne denominate nantenna. A questo indirizzo è possibile leggere un abstract dell’articolo pubblicato sul magazine scientifico Journal of Solar Energy Engineering. Fonte

Materiale per produrre finestre che si trasformano in pannelli solari

Presso il Department of Energy’s Los Alamos National Laboratory and Brookhaven National Laboratory degli Stati Uniti, si è messo a punto una nuova tipologia di materiale in grado di assorbire la luce e produrre energia elettrica su grandi aree; il nuovo materiale potrebbe essere impiegato per progettare pannelli solari trasparenti da utilizzare in tutte le abitazioni. Mircea Cotlet, chimico-fisico a capo dello studio e Hsing-Lin Wang, co-autore dello studio e ricercatore presso la Divisione di Chimica a Los Alamos, hanno messo a punto un sottile film di pellicola trasparente realizzato con polimeri semiconduttori “a spillo” (fullerene), di forma rotonda e composti da una “gabbia” di 60 atomi di carbonio. “Potenzialmente, con ulteriori perfezionamenti, tale tecnologia potrà essere impiegata per far si che le finestre di una casa o di un ufficio possano generare energia elettrica sfruttando solo la luce solare”, ha dichiarato Wang. Cotlet ha continuato: “Immaginate una casa fatta con finestre di questo tipo che, combinate con un tetto solare, darebbero un significativo taglio alle spese di energia elettrica”. Fonte e approfondimenti