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Un’iniezione per diventare coraggiosi

La potremmo chiamare la puntura anti-paura. Si tratta di un esperimento, che per ora vede protagonisti i pesci rossi, che consiste nell’iniettare il noto farmaco anestetico, la lidocaina, per rendere i piccoli pesci dei veri super coraggiosi, almeno per un certo periodo di tempo. Lo studio, pubblicato di recente sulla rivista Behavioral and Brain Functions e condotto presso l’Università di Hiroshima dai ricercatori Masayuki Yoshida e Ruriko Hirano, mira a ottenere il medesimo effetto anche sull’uomo, soprattutto in quelle persone impegnate in particolari contesti in cui il coraggio deve essere un elemento imprescindibile per portare a termine il proprio lavoro. Si pensi alle missioni militari. Un largo impiego potrebbe essere anche quello che vede coinvolte le persone affette da fobie ormai diventate patologiche, o magari, solo per affrontate, una tantum, situazioni in cui la paura fa novanta: un volo, un contatto con qualche animale e via dicendo.

Il naso riconosce la paura

Ebbene si, anche il naso riesce a riconoscere l’odore della paura, magari quella di un’altra persona vicina, creando così una sorta di panico generale. E’ questo quello che emerge da una ricerca svoltasi presso l’Università tedesca di Dusseldorf. L’olfatto dell’uomo, quindi, avrebbe delle doti ben maggiori di quanto potessimo immaginare, riuscendo a captare l’odore emesso da una particolare sostanza che caratterizza le persone in preda alla paura. Per giungere a tali conclusioni gli studiosi hanno improntato un test abbastanza curioso, test che ha visto coinvolti due gruppi di studenti:  a un primo gruppo, pronti a sostenere un esame orale,  è stato chiesto di inserire sotto le ascelle un dischetto di cotone assorbente, idem per il secondo gruppo, impegnato nel fare un’ora di palestra. Successivamente alcuni volontari hanno annusato i dischetti di cotone, in contemporanea i ricercatori analizzavano le reazioni del cervello; Bettina  Pause, uno degli scienziati che hanno preso parte al progetto, ha evidenziato che nessuno dei volontari è stato in grado di distinguere il sudore normale da quello impaurito, ma le reazioni del loro cervello hanno manifestato inconfutabilmente la differenza: il sudore delle persone pronte a sostenere da lì a poco un esame scatenava nel cervello dei volontari “annusatori”  un senso di paura che, a questo punto, possiamo definire “da contagio”. La ricerca ha trovato posto sul magazine Plos One.