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I medici potranno a breve cancellare i ricordi o modificarli?

La memoria è uno degli elementi più cruciali della vita. Senza memoria, non non c’è nessun apprendimento e senza apprendimento non non c’è nessuna invenzione, progresso o civiltà. Di contro, cancellare i ricordi o modificarli, soprattutto quelli particolarmenti traumatici, potrebbe aiutare a ritrovare la funzione e la salute mentale. A tal proposito, scienziati dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), in Svizzera, guidati dal prof. Wolfram Gerstner, sono riusciti a capire come il cervello memorizza i ricordi attraverso le connessioni chiamate sinapsi, sviluppando un modello matematico per descrivere come le reti di neuroni creano i ricordi. La scoperta, dicono, potrebbe un giorno portare a tecniche in cui i medici saranno in grado di cancellare o modificare i ricordi associati ad eventi traumatici.

La plasticità sinaptica permette al sistema nervoso di modificare l’intensità delle relazioni interneuronali (sinapsi), di instaurarne di nuove e di eliminarne alcune, dando vita a quello che noi chiamiamo ricordo. Nei test gli scienziati hanno appurato che la formazione della memoria avviene seguendo una “combinazione ben orchestrata”, tale da dar vita a una sorta di algoritmo complesso in grado di rappresentare in modo accurato questo complesso fenomeno.

Tale algoritmo può essere adattato per aiutare a sviluppare strumenti che attivano nuovi ricordi nel cervello, o addirittura cancellarne di vecchi. “Se possiamo capire come le sinapsi funzionano insieme a creare o distruggere reti di memoria, possiamo impiegare questa conoscenza in campi come la cognizione e la psicoterapia” spiega Gerstner. Fonte e approfondimenti

Blue Brain, il cervello artificiale, farà il suo debutto nel 2019

Si chiama Blue Brain, un cervello artificiale che secondo quanto dichiarato in occasione della TedConference di Oxford, sarà disponibile tra una diecina di anni.  Si tratta di un colossale progetto che vede impegnati 35 scienziati nel cercare di ricostruire artificialmente i 100 miliardi di neuroni che compongono il cervello umano. Per raggiungere lo scopo gli scienziati si stanno avvalendo della cosidetta ingegneria inversa e, al momento, si riusciti con successo a ricostruire una porzione di corteccia cerebrale di una cavia (composta da circa diecimila neuroni e 10 milioni di sinapsi); per arrivare al risultato, i ricercatori hanno impiegato IBM Blue Gene, un super computer in grado di elaborare ben 22,8 migliaia di miliardi di operazioni al secondo.