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Il tuo volto suggerisce a chi ti osserva se sei affidabile o meno

Il viso influenza ciò che gli altri pensano di noi molto più di quanto finora si pensasse, questo è quanto emerge da una recente ricerca di Brian Holtz della Temple University. Durante i suoi esperimenti, Holtz ha verificato che le persone erano meno propense a incolpare chi giudicava avere una faccia “affidabile”. Un volto “affidabile”, come gli psicologi hanno determinato in anni di ricerca in questo settore, ha due caratteristiche principali: le sopracciglia sono leggermente sollevate e formano una sorta di “V” capovolta; allo stesso modo, gli angoli della bocca sono anche leggermente sollevati. Un viso inaffidabile, d’altra parte, è rappresentato dall’esatto opposto: le sopracciglia puntano leggermente verso il basso, formando una “V”, e gli angoli della bocca sono leggermente ripiegati verso il basso.

In un primo studio sono state reclutate 609 persone, invitate a valutare la decisione di un CEO di tagliare del 15 per cento il salario a tutto il personale di dell’azienda rappresentata (compreso il compenso dell’amministratore stesso) al fine di evitare tagli in periodi di congiuntura economica. I partecipanti hanno manifestato più fiducia verso il CEO, giudicando la decisione come più equa quando la biografia del CEO includeva una foto dello stesso, precedentemente valutata come altamente affidabile.

Stesso risultato quando è stato chiesto ai partecipanti se ravvisassero altre soluzioni alla crisi finanziaria rispetto a quella assunta dal CEO (riduzione dello stipendio). Anche in questo caso, la foto del CEO che suggeriva ai partecipanti un volto “affidabile” ha fatto pendere la bilancia a favore della decisione presa dall’amministratore delegato.

Per quanto ci piacerebbe credere che le nostre decisioni sull’ammissione di colpe di una persona siano frutto di un valido ragionamento che analizza tutte le variabili in gioco,  qualcosa come apparentemente irrilevante, come l’aspetto del viso della persona da valutare, probabilmente svolge un ruolo primario nella valutazione generale. Il tutto lascia credere che siamo più superficiali di quanto possiamo pensare.

Muscoli realizzati in laboratorio per dare nuova linfa a un volto paralizzato

I chirurghi Craig Senders e Travis Tollefson dell’Universitaà della California pensano che una sorta di muscolo artificiale, realizzato in laboratorio impiegando alcuni particolari polimerici, possano essere di supporto per le persone affette da paralisi del volto. Secondo i luminari, adoperando questa nuova protesi hi-tech, si potrebbero dare a bocca e occhi, ad esempio, nuove possibilità di movimento. Il funzionamento si basa sull’impiego di sostanze elettroattive che consentono di far contrarre il polimero se questo viene attraversato da una flebile corrente elettrica. I due chirurgi, dopo aver sperimentato con successo  la nuova pratica su alcuni cadaveri, sono ora alle prese con il brevetto dell’ingegnosa idea.