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BoydSense. Il dispositivo che analizza il tuo respiro alla ricerca di eventuali malattie

Una nuova tecnologia messa a punto da BoydSense, un’azienda di San Francisco, permette di analizzare il respiro e capire se si è affetti da qualche patologia, oppure scoprire se in frigo ci sono alimenti che stanno per avariarsi semplicemente “annusando” l’aria del frigo. I suoi inventori sperano di poter integrare quanto prima la tecnologia negli smartphone di prossima generazione, se il sensore fosse infatti aggiunto a un dispositivo mobile, un paziente, ad esempio, potrebbe analizzare il proprio respiro e inviare i risultati automaticamente al proprio medico. E così, oltre ad avere smartphone capaci di monitore il battito cardiaco, l’attività fisica svolta quotidianamente, e telecamere talmente definite da analizzare il fondo oculare, in un futuro molto prossimo dovremmo aspettarci smartphone capaci di analizzare il nostro respiro oppure l’aria che ci circonda.

Per provare il funzionamento del dispositivo, Bruno Thuillier, CEO dell’azienda che ha brevettato il sensore, in una demo per il Daily Mail Online ha posizionato il device all’interno di un recipiente dove sono state riposte alcune arance. Entro circa 30 secondi il sensore ha riconosciuto le molecole del frutto facendo apparire sul display di uno smartphone una foto di un’arancia. Lo stesso “esperimento” è stato condotto utilizzando delle bacche di vaniglia.  Oltre a rivelare i composti volatili nel respiro, il sensore può essere impiegato anche per identificare composti rilasciati da cibi avariati o in procinto di diventarlo.
Ancora in fase di sviluppo, Thuillier spera di poter commercializzare BoydSense entro il 2016.

Hacking. Poche foto delle mani per recuperare le impronte digitali

Da qualche anno a questa parte diverse aziende hanno sposato le impronte digitali come strumento di sicurezza per accedere ai dispositivi mobili. La stessa Apple, nei suoi ultimi tablet e smartphone, ha adottato tale tecnologia, facilitando la vita agli utenti che non devono più ricordare password e perdere tempo a digitarle ma possono effettuare l’accesso sicuro semplicemente poggiando un dito sul sensore biometrico integrato nei device. Tuttavia il sistema non sembra essere infallibile, in particolare secondo un membro del Chaos Computer Club – la più grande associazione di hacker in Europa -, le impronte digitali possono non essere così sicure come tutti pensiamo; l’hacker, chiamato Jan Krissler – noto anche come “Starbug” – afferma di riuscire a riprodurre le impronte digitali semplicemente avendo a disposizione un paio di foto digitali che riprendono le dita dell’utente. La tecnica è stata mostrata in occasione di una convention in Germania durante la quale l’hacker ha mostrato come “recuperare” le impronte digitali delle mani del Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, utilizzando le foto del politico scattate in occasione di eventi pubblici e adoperando una fotocamera standard. Niente quindi super fotocamere oppure apparati altamente tecnologici, per bypassare il sistema basterebbe una semplice fotocamera compatta. Per ottenere le impronte digitali del Ministro, l’hacker ha fatto uso di un software commerciale chiamato VeriFinger e di diverse foto delle mani della von der Leyen riprese da diverse angolazioni.