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Addio al tartufo contraffatto. Ora il suo DNA non ha più segreti

Una ricerca che ha visto impegnati studiosi italiani e francesi (afferenti al Cnr di Torino e Perugia e le università di Parma, Torino, Bologna, L’Aquila, La Sapienza di Roma e Urbino), ha permesso di realizzare la prima mappa genetica del tartufo nero. Si tratta della prima mappa di DNA per un fungo commestibile. Da oggi in poi, spiegano i ricercatori, sarà quindi possibile identificare i tartufi sulla base della loro provenienza, certificando il prodotto e contrastando, di fatto, le frodi, soprattuto quelle che arrivano dalla Cina. Sempre secondi gli studiosi, presto si potrà persino definire un un profilo in grado di mettere in relazione l’origine geografica e il profumo dei tartufi neri.