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Molti astronauti soffrirebbero di seri problemi alla vista

L’Università del Texas Medical School di Houston ha recentemente eseguito una serie di test sugli astronauti che avevano trascorso più di un mese nello spazio, scoprendo che questi avevano danni al bulbo oculare e ai tessuti cerebrali inerenti la vista. I ricercatori del Texas hanno studiato 27 astronauti che avevano partecipato in missioni NASA di lunga durata (con una permanenza media nello spazio di 108 giorni). Sui 27 esaminati, 9 manifestavano un’espansione dello spazio fluido spinale cerebrale che circonda il nervo ottico, 6 di questi con appiattimento della parte posteriore del bulbo oculare e 4 con rigonfiamento del nervo ottico. Gli astronauti manifestavano problemi simili a quelli causati dall’ipertensione endocranica. Larry Kramer, leader dello studio ha dichiarato: “La microgravità indotta dall’ipertensione endocranica rappresenta un fattore di rischio ipotetico e una potenziale limitazione di lunga durata per i viaggi nello spazio. Consideriamo, ad esempio, il possibile impatto sulle proposte di missioni con avere dell’equipaggio umano su Marte o addirittura il concetto di turismo spaziale. Il prossimo passo sarà la conferma dei risultati, la definizione di nesso di causalità e l’individuazione di possibili soluzioni al problema”. William Tarver, a capo del comparto medico del Centro Spaziale Johnson della NASA ha dichiarato: “La NASA ha preso questo problema in seria considerazione e ha avviato un programma completo per lo studio dei suoi meccanismi e le possibili implicazioni; continuerà a monitorare attentamente la situazione”. Se i dati venissero confermati, i piani spaziali della NASA potrebbero essere rivisti, in progetto ci sono piani per portare un astronauta su un asteroide nel 2025 e il primo uomo su Marte il 2030. Fonte