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Nuovo marker per diagnosticare con meno falsi positivi il tumore della prostata

Un gruppo di ricercatori della Purdue University, ha scoperto un potenziale marker per il cancro alla prostata (la seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo il tumore della pelle). Il team ha utilizzato una nuova tecnica per creare un profilo dei lipidi che vengono immagazzinati nei tessuti della prostata. La tecnica ha rilevato che il tessuto prostatico canceroso ha una alta percentuale di solfato di colesterolo, a differenza di quanto avviene nel tessuto sano. Graham Cooks, il leader del gruppo di ricerca, ha dichiarato: “E’ stato sorprendente trovare un composto unico che è chiaramente presente nel tessuto canceroso e non presenti nel tessuto sano. Siamo stati in grado di differenziare canceroso da tessuto sano usando questo nuovo metodo, utilizzato anche in passato ma con risultati non altrettanto soddisfacenti”.Il metodo si porrebbe così come valida alternativa al test PSA, largamente utilizzato, ma che può dare alte percentuali di falsi positivi. Fonte e approfondimenti

Un nuovo test per scovare il tumore alla prostata

Si chiama Pca-3, è un nuovo esame clinico, che misurando il livello di una proteina nelle urine, permette di identificare il cancro alla prostata. La proteina, in caso di tumore, si ritrova in modo eccessivo nelle urine del paziente, tuttavia non si tratta di una pratica che sostituisce i classici metodi di esame PSA e visita specialistica. Il PCA3 è sovra espresso nel 95% dei casi di cancro a carico di questa ghiandola. Più alto è il livello di PCA3 presente, più alta è la probabilità di una biopsia positiva. Mentre valori bassi possono aiutare a discriminare tra le altre cause di innalzamento del psa come l’infiammazione o il volume prostatico. Il kit diagnostico, disponibile anche nel nostro Paese, è stato presentato ufficialmente a Rimini in occasione dell’82/o Congresso nazionale della Società Italiana di Urologia (Siu) a Rimini.