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Non ricordi il pin del bancomat? Secondo gli scienziati basta chiudere gli occhi per ricordarlo

Alcuni ricercatori dell’Università del Surrey, in seguito a uno studio, sostengono che chiudere gli occhi potenzia le attività del cervello in tutte quelle fasi in cui è necessario ricordare qualcosa. I partecipanti allo studio, che hanno messo in atto questa semplice ma fruttuosa tecnica, hanno fatto segnare 23 punti percentuali in più su un test di memoria rispetto alle persone alle quali non è stato chiesto di chiudere gli occhi per ricordare qualcosa.

Nella fattispecie, gli psicologi hanno mostrato a quasi 200 uomini e donne alcuni cortometraggi con e senza audio, facendo poi loro una serie di domande su ciò che avevano visto; a metà dei partecipanti le domande sono state poste nella condizione di occhi chiusi. Coloro che hanno tenuto gli occhi aperti rispondendo alle domande hanno ottenuto in media solo il 48 per cento delle risposte giuste – un punteggio molto più basso rispetto al 71 per cento raggiunto da coloro che avevano chiuso gli occhi.

Secondo gli scienziati, chiudendo gli occhi il cervello è meno impegnato ad analizzare fattori esterni e può “concentrarsi” meglio su cosa ricordare; sebbene nel test sia stato chiesto di ricordare cose recepite pochi minuti prima, altri studi suggeriscono che il metodo è altrettanto infallibile anche quando si cerca di ricordare eventi che risalgono a diversi anni fa. In buona sostanza la tecnica migliora la memoria, consentendo alle persone di costruire un’immagine mentale dettagliata di ciò che stanno cercando di ricordare.

Secondo il ricercatore Robert Nash la tecnica non è nuova, ad esempio le forze di polizia, sono da tempo consapevoli dei benefici di chiedere testimoni oculari di chiudere gli occhi durante le interviste. Ma non solo, inconsapevolmente – continua Nash, molti di noi quotidianamente traggono beneficio dal chiudere gli occhi solo per ricordare il pin del bancomat, fare mente locale sulla lista della spese o focalizzare l’attenzione su qualunque altra cosa da ricordare.

Altre ricerche in merito
Lo scienziato cognitivo Art Markman, spiega che il nostro cervello elabora tonnellate di informazioni; decifrare tutto ciò che si vede richiede molta potenza di elaborazione da parte della mente, chiudere gli occhi, fissare il cielo o il soffitto, aiuta il cervello a “rilassarsi”, concentrandosi su cosa ricordare piuttosto che elaborare gli input visivi;
lo stesso concetto vale per gli altri sensi. Se si sta cercando di ricordare un suono o la voce di qualcuno, i rumori percepiti dal nostro orecchio rendono il processo più difficile. Questo è il motivo per cui, ad esempio, si può avere difficoltà a scrivere quando gli altri stanno parlando. In sostanza, quando si ha bisogno di ricordare qualcosa, è necessario isolare il senso rilevante.

Un’altra ricerca svolta da psicologi e neuroscienziati dell’Università di Edimburgo, in Scozia, dimostra che far riposare la mente aiuta a fissare meglio le informazioni percepite. In un test gli scienziati hanno chiesto a un gruppo di uomini e donne di seguire un racconto, quindi rilassarsi, prendere una breve pausa e chiudere gli occhi per 10 minuti in una stanza buia. Agli stessi partecipanti è stata poi proposta un’altra storia ma invece di incentivare il riposo è stato chiesto loro di svolgere un altro compito impegnativo per la mente: individuare le differenze tra alcune coppie di immagini quasi identiche.
I ricercatori hanno così appurato che i partecipanti allo studio ricordano molti più dettagli di qualsiasi storia loro raccontata se questi, dopo aver udito il racconto, si sono rilassati non impegnando il loro cervello in altre attività, sorprendentemente scoprendo che i loro ricordi sono ancora vividi anche dopo una settimana.
Una scoperta che dovrebbero tenere in forte considerazione gli studenti o tutte quelle persone a cui è richiedo l’apprendimento di nuove nozioni.