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Gli utenti Apple più interessati al sesso

Gli utenti Apple spendono più di chiunque altro in materia di giocattoli a sfondo sessuale. E’ questo quanto emerge da alcune statistiche, su base Google Analytics, estrapolate dal più grande rivenditore online inglese di sex toys: LoveHoney.co.uk. I dati generati da Google Analytics mostrano come gli utenti possessori di un iPad sono quelli che più di altri spendono per acquisare sex toys (in media 71,50 euro per ordine – quasi il doppio dell’importo degli utenti di Windows), seguono gli utenti iPhone e quindi quelli Mac. Richard Longhurst di LoveHoney ha dichiarato: “Gli utenti Apple spendeno di più rispetto agli utenti Windows, perchè sono sessualmente più fiduciosi e avventurosi in camera da letto, o magari solo perchè hanno maggiore disponibilità economica”. Nonostante i tentativi di Steve Jobs di mantenere i contenuti per adulti al largo da iPad e iPhone, sono proprio i proprietati di questi ultimi dispositivi a spendere più di chiunque altro in materia di sesso. Sempre secondo Longhurst, “L’iPad rappresenta il dispositivo ideale per navigare e acquistare prodotti su siti per adulti, la gente può prendere il proprio iPad, appartarsi e comprare in totale sicurezza e discrezione”. Oltre ad acquistare più di chiunque altro, i possesso di iPad sono anche i maggiori lettori di consigli e news pubblicate sul portale. Fonte

Apple festeggia i tre milioni di iPad venduti

Che piaccia o no, Apple riesce sempre a proporre prodotti di successo. E’ il caso dell’iPad che, a quanto pare, sta vendendo milioni di pezzi; secondo gli analisti potrebbe arrivare a ben 8 milioni di unità vendute nell’anno in corso. E la previsione sembra poter essere azzeccata. Infatti, Apple lunedì scorso, dopo 80 giorni dal lancio ufficiale del dispositivo, ha raggiunto quota tre milioni di dispositivi venduti. Jobs entusiasta del risultato ha dichiarato: “la gente ama questo prodotto, sta piani piano diventando parte integrante della vita quotidiana”. Il dato di vendita è ancora più significativo se si pensa che la commercializzazione del prodotto è avvenuta in una stagionalità storicamente poco propizia per gli acquisti (tra shopping per organizzare le vacanze estive e soldini messi da parte per pianificare il ritorno a scuola degli studenti). Fonte