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La birra per combattere la fragilità delle ossa

Un recente studio condotto presso il Department of Food Science and Technology dell’Università della California, e pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture, dimostra come la birra sia un valido alleato per aumentare la densità minerale ossea. Questa particolarità è dovuto a un alto concentrato di silicio organico presente nel luppolo, il componente primario per la produzione della birra. Secondo il gruppo di ricercatori, guidati dal prof. Charles Bamforth,  il silicio contenuto nella bevanda, è molto assimilabile dall’organismo, tanto è che il 50% finisce per rafforzare le ossa e i tessuti. A seconda delle bionde prese in esame, i ricercatori hanno individuato una concentrazione di silicio variabile tra i 6,4 mg ai 56,5 mg (quest’ultima rilevata nelle birre d’orzo). Ma come fare a capire al volo se una birra contiene più o meno silicio? Secondo gli studiosi basta osservare il colore della birra, più è “pallido” maggiore sarà la quantità di silicio in essa contenuta (in quanto la cottura dei cereali è stata meno intensa mantenendo inalterate le quantità di minerali in essi contenuta).

Bere moderatamente birra per combattere l’osteoporosi

Da quanto emerge da uno studio spagnolo di alcuni scienziati dell’Università di Extremadura di Caceres, la birra sarebbe un valido alleato per proteggere le ossa, diminuendo il rischio di ammalarsi di osteoporosi, malattia delle ossa che si manifesta soprattutto nelle donne in menopausa. I  ricercatori hanno esaminato 1700 donne con età media di 48 anni. Sono state quindi accuratamente esaminate le ossa delle mano (le prime ad accusare l’osteoporosi), analizzando lo stile alimentare delle donne, si è scoperto che coloro che consumavano moderatamente della birra (1 bicchiere al giorno), manifestavano una struttura ossea più compatta. Secondo Juan Pedrera-Zamorano, a capo del team autore della ricerca, la birra, essendo ricca di silicio e fitoprogesterone, favorirebbe sia la formazione delle strutture ossee, sia il rallentamento dell’inesorabile decalcificazione.