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buco nero
La foto del buco nero che potrebbe cambiare tutto ciò che sappiamo sull’universo

I buchi neri sono alcuni degli oggetti più intriganti e misteriosi dell’universo, eppure non siamo mai riusciti a osservare le sembianze di un siffatto oggetto cosmico, almeno fino ad oggi alle ore 15. I buchi neri si formano quando le stelle cessano di vivere, collassando su se stesse e dando vita a un’area in cui la forza di gravità è così forte che nessun altro elemento cosmico, compresa la luce, può sfuggire rimanendo intrappolata.
Sarà a brevissimo divulgata la prima foto di Sagittario A* (4 milioni volte più grande del nostro sole e distante 25mila anni luce dalla Terra), il buco nero al centro della nostra galassia. Si tratta di un momento topico per la scienza, reso possibile dall’Event Horizon Telescope (EHT). La ripresa del buco nero è frutto della potenza del sistema EHT, una serie di radiotelescopi sparsi su diversi lati del globo terrestre (Cile, Hawaii, Arizona, Messico, Spagna e Polo Sud) tutti sincronizzati in modo preciso per raccogliere diversi petabyte di dati rielaborati e combinati grazie all’impiego di super computer.

L’immagine che potremmo osservare tra qualche ora è frutto dei dati raccolti nel 2017, rielaborati solo oggi grazie all’impiego di tecnologia moderne che ci hanno concesso di elaborare enormi quantità di dati. Ogni posizione EHT memorizzava i suoi dati di osservazione su un disco rigido che doveva essere fisicamente trasportato in un centro di elaborazione dati e combinato con i dati degli altri osservatori.

L’opportunità di osservare un buco nero dall’altra parte della galassia potrebbe di fatto cambiare la nostra comprensione fondamentale sull’universo; potrebbe dimostrare, o insinuare dubbi sulla teoria di Albert Einstein su come funziona la gravità intorno ai buchi neri e forse anche dare vita a nuove teorie che colmano il divario tra Einstein e il mondo quantico. Einstein asseriva che l’universo è indipendente dalle osservazioni compiute dall’uomo, asserendo: “la Luna esiste lo stesso anche se non la guardo”, mentre nel mondo dell’infinitamente piccolo le cose ben diverse, l’uomo intervenendo sperimentalmente può definire la realtà e modificarla.

Ottenere l’immagine di un buco nero permetterà agli scienziati di vederne finalmente la forma, secondo la teoria della relatività, essi sono circolari, per altri studiosi, invece, la forma è più schiacciata lungo l’asse orizzontale o verticale. Di seguito il video per seguire in diretta streaming la divulgazione della foto del buco nero.

NASA scopre la galassia più brillante finora conosciuta

Possiede 300 trilioni di soli la galassia scoperta dal telescopio Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) della NASA, si tratta della galassia più luminosa conosciuta fino ad oggi. Il nome ufficiale della galassia è WISE J224607.57-052635.0. I ricercatori ritengono che la sua luminosità prenda vita da un enorme buco nero supermassiccio al centro della galassia. Questo, in sé, non è raro, ma questo buco nero specifico è incredibilmente grande e remoto e capace di risucchiare gas e materia, riscaldando la materia circostante a milioni di gradi, dando vita a raggi x, ultravioletti e luce visibile.

La ricerca indica che tale buco nero, quando l’universo aveva solo pochi anni di vita, era miliardi di volte più grande del nostro sole. Il telescopio WISE, grazie al quale è stato possibile individuare la galassia, è stato lanciato dalla NASA il 14 dicembre 2009 nell’ambito del Programma Explorer.

Scoperto un buco nero gigante che la scienza ha difficoltà a spiegare

È stato chiamato SDSS J0100 + 2802, dietro questa insulsa sigla si nasconde il quasar più brillante dell’universo primordiale – sette volte più luminoso di qualunque altro quasar conosciuto – alimentato da un enorme buco nero (ben 12 miliardi di masse solari, contro i 4 milioni di masse della nostra Via Lattea), il più massiccio finora noto in epoche così remote.
A scoprirlo, grazie alle osservazioni effettuate con diversi telescopi (il Large Binocular Telescope dell’Arizona, il Lijiang nello Yunnan in Cina, il Multiple Mirror Telescope, il Magellan Telescope dell’Osservatorio di Las Campanas in Cile e il Gemini North posto sul Mauna Kea, nelle Hawaii) è stato Xue-Bing Wu, professore di astrofisica dell’Università di Pechino che ha lavorato a stretto contatto con un un team internazionale di astronomi. Il “mostro cosmico” si trova a 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra.

La scoperta, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Nature (26 febbraio), è di fondamentale importanza per capire come questi oggetti celesti si sono evoluti 900 milioni di anni dopo il Bing Bang. Xue-Bing Wu si chiede: “Come hanno potuto un quasar così luminoso e un buco nero così massiccio formarsi così presto nella storia dell’universo, in un’epoca risalente poco dopo la formazione delle prime stelle e galassie? E qual è il rapporto tra questo enorme buco nero e l’ambiente circostante, compresa la sua galassia ospitante?”

I quasar (QUASi-stellAR radio source) sono stati scoperti per la prima volta nel 1963, ad oggi gli astronomi ne hanno individuato oltre 200mila. Tecnicamente un quasar è un nucleo galattico attivo particolarmente luminoso. Molto distanti dalla Terra, hanno un potenziale energetico come nessun altro oggetto cosmico, emettendo energia equivalente a centinaia di normali galassie.