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Sigarette elettroniche. Più rischio di infezioni polmonari rispetto alle sigarette tradizionali

Nel tentativo di smettere di fumare e vivere una vita più sana, molte persone sono passate a fumare sigarette elettroniche, una “moda” esplosa nel mercato statunitense nel 2007 e che anno dopo anno sta guadagnando popolarità in tutto il mondo. L’interesse dei consumatori con un giro di denaro non indifferente, ha fatto si che i produttori di tabacco, che vedono il proprio mercato di riferimento affievolirsi, finanziano gli istituti di ricerca affinché scovino effetti negativi del fumo vaporizzato, mente i creatori di sigarette elettroniche cercano altrettanti studiosi per finanziare studi che minimizzino i rischi di questa nuovo forma alternativa al fumo tradizionale. In tutto questo discorso si inseriscono le potenti case farmaceutiche, che vogliono aiutare i consumatori a smettere di fumare con farmaci specifici.

Un mercato in fermento quindi, che ha spinto diversi ricercatori a studiare gli effetti che le sigarette elettroniche hanno sull’organismo. In questi giorni, una ricerca svolta da studiosi dell’Università John Hopkins di Baltimora, pubblicata dalla Public Library of Science, sostiene che gli utilizzatori di sigarette elettroniche sono più a rischio di contrarre infezioni virali e batteriche. Nei test di laboratorio, alcune cavie esposte ai soli vapori di sigaretta elettronica per un periodo di due settimane, hanno mostrato segni di livelli di nicotina nel sangue paragonabili a quelli di un fumatore regolare con un significativo aumento dello stress ossidativo. Dopo il periodo di due settimane, alcuni dei ratti sono anche stati esposti a batteri Streptococcus pneumoniae (che negli esseri umani sviluppa polmonite e sinusite) o virus dell’influenza. Rispetto ai topi non esposti ai vapori, quelli che sono stati esposti, sono risultati più suscettibili alle infezioni, ammalandosi e in alcuni casi arrivando anche alla morte.

Secondo il team di ricerca, le sostanze contenute nel vapore delle sigarette elettroniche sono in grado di indebolire il nostro sistema immunitario, facilitando lo sviluppo di infezioni; Thomas Sussan, autore principale dello studio spiega: ‘Il fumo dell’e-cig produce solo piccoli effetti sui polmoni, infiammazioni e carenza di proteine, il problema si presenta quando al fumo si affianca un’infezione batterica o virale. In questo caso, il fumo della sigaretta elettronica inibisce la capacità dei polmoni di eliminare batteri e virus”. Fonte e approfondimenti

Il fumo può cancellare il cromosoma Y degli uomini

I fumatori maschi hanno probabilità maggiore mediamente di tre volte, rispetto agli uomini non fumatori, di “perdere” i loro cromosomi Y. Questo è quanto emerge da un recente studio di ricercatori dell’Università di Uppsala in Svezia. La ricerca ha rilevato un’associazione tra la perdita del cromosoma Y e aspettative di vita più brevi, come pure un rischio maggiore di insorgenza dei tumori. Oltre a cancro del polmone, che è spesso causato dal fumo, il fumo di tabacco è conosciuto per essere un importante fattore di rischio per una serie di gravi malattie: di tipo cardiaco, ictus e ipertensione arteriosa. Gli scienziati non hanno certezze su come la perdita del cromosoma Y nelle cellule del sangue sia collegato con lo sviluppo del cancro, probabilmente le cellule immunitarie che hanno perso il loro cromosoma Y hanno una ridotta capacità di combattere le cellule tumorali. Lo studio ha preso in esame 6.000 uomini, in considerazione della loro età, le loro abitudini, i livelli di colesterolo, la loro classe sociale, i livelli di assunzione di alcol e molti parametri comportamentali.
La ricerca mette anche in evidenza come nei fumatori, la perdita di cromosomi Y sembra essere dose-dipendente: più si fuma più cromosomi Y si “perdono”; importante anche il fatto che in alcuni uomini che hanno smesso di fumare, si è constatato un guadagno dei cromosomi persi, il che lascia intendere una reversibilità del fenomeno. Poiché solo gli uomini sono in possesso di cromosomi Y, la nuova scoperta offre una possibile risposta al perché il fumo è un fattore di rischio maggiore per lo sviluppo del cancro tra gli uomini rispetto alle donne. I cromosomi Y, rivestono un ruolo fondamentale nella produzione di sperma e nella produzione di ormoni maschili, di conseguenza nella determinazione del sesso; le donne posseggono due cromosomi X; i maschi un cromosoma X e uno di tipo Y. Lars Forsberg, che ha preso parte allo studio, ha dichiarato: “Questa scoperta” – come tante altre – “potrebbe essere molto persuasiva per motivare i fumatori a smettere”. Fonte

Consumare troppo alcol accorcia la vita

Da una ricerca tutta italiana, emerge un dato importante, che in una qualche maniera non fa altro che confermare quanto da tempo molti scienziati asseriscono: consumare troppo alcol comporta seri problemi, compresa un’aspettativa di vita accorciata. In particolare, nella ricerca dell’università di Padova, quella degli Studi di Milano, in collaborazione con la Fondazione Irccs ospedale Maggiore Policlinico si evince che il legame tra consumo di alcol, invecchiamento e propensione al cancro, corrisponde, a livello cellulare, con l’accorciamento dei telomeri (strutture cellulare composte da sequenze ripetute di DNA e da alcune proteine). I telomeri si accorciano naturalmente durante l’intero arco della vita, ma il consumo di alcol ne accelera notevolmente la fase. La ricerca ha visto protagonisti 59 persone regolari consumatori di alcol (il 22% con almeno 4 bicchieri di vino o simili consumati al dì) e 159 volontari che mediamente consumano il classico bicchiere al dì (solo il 4% di questi assumeva 4 bicchieri di vino o altra bevanda alcolica al giorno). Si è cercato di prendere in esame soggetti con il più simile stile di vita, in modo da avere un risultato non falsato da cattive abitudini, come il fumo, particolari stress, esercizio fisico etc. Ne è emerso che “la lunghezza dei telomeri era dimezzata negli alcolisti in confronto ai soggetti di controllo”, in buona sostanza gli alcolisti sembrano più vecchi di quanto non siano in realtà, con tutti i rischi di ammalarsi prematuramente delle classiche malattie di vecchiaia, nonché di avere una maggiore propensione allo sviluppo di tumori. Fonte

Uomo perde i denti a seguito di esplosione sigaretta

Andi Susanto, trentunenne indonesiano, è il protagonista di una strana disavventura. Mentre fumava una sigaretta in sella alla sua moto, la stessa è esplosa causandogli la perdita di ben sei denti. La casa produttrice delle sigaretta, la PT Nojorono Tobacco, ha così dovuto risarcire il malcapitato con 5 milioni di rupie (circa 400 euro) e pagare le spese mediche. La polizia sta ora indagando su che cosa ha causato l’esplosione, per evitare che altre sigarette messe in commercio possano manifestare lo stesso problema. Un portavoce della società ha comunque dichiarato che non c’è nessuna ragione per credere che esista una partita di “sigarette esplosive”, anche se prima di emettere un comunicato ufficiale si attendono gli esami di laboratorio. Intanto Susanto sta ragionevolmente provando a smettere di fumare.

Praticare sport per avere meno desiderio di fumare

Fare attività fisica aiuta a smettere di fumare. E’ questo quanto emerge da una ricerca condotta dal prof. Kate Janse Van Rensburg presso la University of Exeter. Per arrivare a tale conclusione, il ricercatore ha sottoposto a  Risonanza Magnetica per immagini (fMRI) un gruppo di 10 volontari; dopo un’astinenza di 15 ore dal fumare è stato chiesto loro di praticare dieci minuti di moderata attività sportiva. Van Rensburg ha quindi mostrato delle foto che ricordavano il fumo, rilevando che il cervello degli individui, nel caso in cui gli stessi avevano precedentemente svolto attività motoria, presentava, nella zona del cervello preposta al desiderio di fumare, una ridotta attività cerebrale. Lo stesso test ripetuto in condizioni normale (senza che gli individui avessero effettuato attività fisica) ha, invece, rivelato un’attività cerebrale di tutt’altra entità. Fonte