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Individuato un nuovo gene responsabile della sclerosi multipla

Ricercatori italiani del CNR, in collaborazione con altri scienziati e con centri clinici della Sardegna, sono riusciti a individuare un altro gene coinvolto nella sclerosi multipla, la malattia che in Italia ogni anno colpisce 50.000 persone (si manifesta principalmente tra i 14 e i 40 anni), soprattutto nella regione della Sardegna.  La ricerca, intitolata Variants within the immunoregulatory CBLB gene are associated with multiple sclerosis è stata pubblicata sulla rivista Nature Genetics e rientra nello studio di associazione dell’intero genoma Gwas-Genome wide association study, condotto su 883 pazienti e 872 volontari sani (tutti pazienti sardi). Il gene individuato regola l’attivazione del recettore dei linfociti; si è appurato che, in alcune cavie, inducendo sperimentalmente l’assenza del gene,  la cavia si ammala di encelofalomielite autoimmune, una malattia per diversi aspetti simile alla sclerosi multipla. La scoperta si spera possa aprire nuove strade per combattere la terribile malattia. Fonte

Il glatiramer acetato contro la Sclerosi Multipla clinicamente isolata

Alcuni ricercatori dell’Istituto di Neurologia Sperimentale del San Raffaele di Milano, in collaborazione con altri equivalenti centri internazionali, coordinati dal prof. Giancarlo Comi, hanno reso noto di aver testato un noto farmaco capace di combattere la sclerosi multipla nella fase di Sindrome Clinicamente Isolata  (CIS). La ricerca è stata pubblicata sul magazine scientifico “The Lancet” e mette in evidenza come il trattamento anzitempo con il glatiramer acetato può ridurre di quasi la metà il rischio di progressione della malattia dal momento in cui questa si manifesta con i primi sintomi, a quando viene clinicamente diagnosticata. Lo studio ha visto coinvolti 481 pazienti in 80 centri di ricerche sparsi per il mondo. A seguito del trattamento, la risonanza magnetica ha evidenziato una sensibile riduzione delle lesioni cerebrali; iI glatiramer acetato, assunto al primo sintomo della malattia ha ridotto il rischio del 45% rispetto ai pazienti trattati con farmaco placebo. Nella fattispecie, chi aveva assunto il farmaco al primo sintomo, ha manifestato un secondo attacco dopo 722 giorni, contro i 336 giorni rispetto ai pazienti trattati con il placebo. Il farmaco (Copaxone) è già in commercio dal 1999 e impiegato comunemente nel trattamento della SM. Fonte e approfondimenti

Nuovo farmaco per bocca per combattere la sclerosi multipla

In occasione del Convegno annuale della Società Europea di Neurologia (ENS), è stato presentato un nuovo farmaco, da assumere per via orale, che agisce in modo selettivo sui linfociti del sistema immunitario, impedendogli di aggredire la mielina che ricopre le cellule nervose. Rispetto ai tradizionali farmaci, quest’ultimo il cui principio attivo è la cladribina (noto anche come 2-CdA o 2-CloroDeossiAdenosina), offrirebbe un’efficacia doppia. Si tratta di un immunosoppressore con buona tollerabilità pur conservando una elevata capacità di spegnere in maniera efficace i processi infiammatori della malattia. I ricercatori hanno testato il farmaco e, nell’80% dei pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente, si è riscontrata una non progressione alla forma secondaria progressiva.  Fonte e approfondimenti