Lorem ipsum is simply dummy text here.
Un laser spaziale potrebbe riscaldare le nostre case?

Alcuni scienziati scozzesi dell’Università di Dundee, guidati dal dr. Adrian Quarterman, stanno lavorando a un progetto di satellite in grado di catturare la luce del sole – grazie a opportuni pannelli solari – e “spararla” sulla Terra sotto forma di laser spaziale. E se nei film di fantascienza spesso soluzioni di questo tipo vengono impiegate per creare catastrofiche armi, nella realtà il team pensa possa rappresentate un’ottima fonte di energia alternativa.

Secondo quanto riferito al Times, le prime prove del laser spaziale effettuate in Scozia hanno dato ottimi risultati, e ora il team di ricerca spera di poter ripetere gli esperimenti anche in Portogallo.

Quarterman spiega al Times che “tutte le soluzioni laser impiegate fino da oggi in esperimenti di questo tipo sono basate su laser che impiegano cristalli, una soluzione che consente di assorbire gran parte della luce solare ma che lavora solo con determinate lunghezze d’onda. I semiconduttori, invece (che sono invece impiegati nel progetto) riescono a sfruttare meglio la luce del sole, assorbendo praticamente la luce dello spettro solare per intero”. Lo scienziato spera di convincere diverse aziende a investire in questa tecnologia, così da creare una sorta di costellazione di centinaia di piccoli satelliti, ciascuno con specchi e ottiche in grado di raccogliere la luce solare e creare un unico fascio laser super concentrato in grado di trasportare quest’energia rinnovabile sul nostro pianeta.

Una soluzione è senza ombra di dubbio molto affascinante, ma potrebbe essere anche molto pericolosa, cosa accadrebbe, infatti, se qualcuno prendesse il controllo dei satelliti e utilizzasse quest’enorme fonte energetica non a fin di bene?

Cambiare colore degli occhi definitivamente. Ecco la nuova tecnica

Str?ma Medical, una società californiana dichiara di riuscire a cambiare colore degli occhi trasformando qualunque tonalità scura in azzurro, il costo sarebbe di 5000 dollari. Una tecnica radicale premetterebbe di modificare in modo permanente il colore dell’iride grazie a un laser a bassa energia applicato sull’occhio per trenta secondi e in grado di rimuovere il primo strato di colore presente sulla superficie dell’iride. Dopo due settimane dall’intervento la società si dice sicura che il paziente si ritroverà con gli occhi blu. A un primo test pare siano stati sottoposti 17 pazienti messicani e 20 del Costa Rica, anche se la tecnica, in fase di sperimentazione clinica, ha già sollevato diverse preoccupazioni, come ad esempio quella di bloccare i canali di drenaggio dell’occhio facendo aumentare la pressione oculare, patologia che potrebbe portare all’insorgenza del glaucoma. L’azienda si dice non preoccupata e che i test svolti sfatano ogni illazione di questo tipo. In ogni caso la sperimentazione continuerà e l’azienda spera di riuscire a provare la tecnica su un totale di 100 pazienti.

“Sotto ogni occhio marrone si nasconde un occhio blu”, ha dichiarato il dottor Gregg Homer, Presidente e direttore scientifico della Str?ma Medical che continua: “L’unica differenza tra le due colorazioni è che un occhio marrone ha un sottile strato di pigmento che copre l’iride blu”. Proprio in considerazione di questo, un laser con una specifica frequenza passa attraverso la cornea dell’occhio, assorbendo selettivamente il pigmento scuro che copre l’iride. Ciò induce il corpo a mettere in atto un graduale processo di rimozione del tessuto naturale, una volta che il tessuto è stato completamente rimosso, il paziente si ritroverà con l’occhio di colore azzurro. Fonte e approfondimenti

Scienza. Ecco il metallo che respinge l’acqua

L’acqua spesso danneggia i metalli, provocando ruggine e usura, ma grazie a un innovativo laser, i metalli potrebbero presto diventare idrorepellenti e in alcuni casi anche auto-pulenti. Chunlei Guo e Anatoliy Vorobyev, scienziati dell’Università di Rochester hanno sviluppato una tecnica – finanziata anche dall’US Air Force Office of Scientific Research – utilizzando speciali laser in grado di modellare la superficie dei metalli rendendoli superidrofobi, talmente idrorepellenti che l’acqua a contatto con le superfici trattate quasi rimbalza rotolando via. I risvolti potrebbero essere incredibili, dall’applicazione alle posate di cucina alle fusoliere degli aerei che non dovrebbero più fare i conti con il ghiaccio, così come le strutture igienico-sanitarie che potrebbero giovare della tecnologia avvalendosi anche della sue proprietà auto-pulenti. Il tutto senza dover ricorre a espedienti chimici così come avviene oggigiorno.

[youtube 7nD7gr1NIf4 nolink]

Chunlei Guo commenta così lo studio: “Abbiamo lavorato con una varietà di materiali, non solo metalli ma anche semiconduttori, vetro e altro. L’effetto laser sul metallo ricorda molto la struttura gerarchia della superficie delle foglie di loto, notoriamente note per essere idrorepellenti”.

Per dimostrare l’effetto auto-pulente delle superfici trattate con il laser, gli scienziati hanno posto sul metallo polvere domestica prelevata da una comune aspirapolvere, hanno poi fatto scorrere poche gocce d’acqua sulla barra di metallo, notando come la polvere veniva letteralmente inghiottita dalle gocce d’acqua, lasciando il metallo completamente asciutto.

Nei loro esperimenti gli scienziati hanno usato platino, titanio e ottone come metalli di test, ma Guo ritiene che la tecnica potrebbe funzionare per un’ampia varietà di metalli, per non parlare di altri elementi. Sebbene si tratti ancora di esperimenti da laboratorio, il team di sviluppo è fiducioso sul fatto che la tecnologia possa trovare impiego industriale molto presto, si spera entro i prossimi 2-3 anni.

La fotocamera con lo scatto più veloce al mondo. Sarà utilizzata per studiare i mantelli dell’invisibilità

Una fotocamera che cattura 100 miliardi di fotogrammi al secondo generando immagini 2D a colori, talmente veloce che potrebbe essere impiegata per studiare come la luce si muove e deforma intorno agli oggetti, ma anche come avvengono determinate comunicazioni ottiche ed essere impiegata in diversi campi della biomedica. È stata messa a punto da un team guidato da Lihon Wang della Washington University di St Louis. Si chiama Compressed Ultrafast Photography (CUP), e l’ingegnere Brian Pogue la vede come ottimo strumento “per migliorare la ricerca e l’approccio allo studio dell’invisibilità” e mettere così a punto “mantelli invisibili” in grado di piegare la luce intorno a se stessi e così nascondere agli occhi umani gli oggetti da esso rivestiti. Altre telecamera ultra-veloci sono state messe a punto prima di queste, tuttavia la più veloce finora sviluppata permetteva di catturare “solo” 1 miliardo di fotogrammi al secondo e comunque in una sola dimensione — ciò significa poter misurare solo dimensioni di spazio o tempo, ma non entrambi. Wang e il suo team hanno così commentato il progetto CUP: ”È nostra speranza che la fotocamera CUP consentirà nuove scoperte nella scienza. Ad esempio, combinando CUP con il telescopio Hubble, potremmo avere come risultato immagini finora mai realizzate, con una nitidezza assoluta”. Nella foto di apertura la cattura della luce laser in movimento riflessa da uno specchio, catturata utilizzando la nuova fotocamera. La misurazione temporale è espressa in picosecondi (un trilionesimo o un milionesimo di un milionesimo di secondo).

Nuovo record per il trasferimento dati: 26 terabit al secondo

Ricercatori tedeschi del Karlsruhe Institute of Technology hanno raggiunto una velocità di trasferimento dati fino a 26 terabit al secondo, consentendo un completo trasferimento dei contenuti di Wikipedia in pochi secondi. Wolfgand Freude, a capo del progetto, ha spiegato che l’idea si basa sulle diverse lunghezze d’onda dei colori emessi da un fascio laser. I diversi colori interagiscono tra loro per creare un “pettine di frequenze”, ciascuno contenente il proprio flusso di dati. Per compiere l’esperimento sono stati impiegati 50km di fibre ottiche, facendo scorrere all’interno delle stesse un singolo fascio laser di luce; ed è proprio qui che sta la vera novità, infatti, precedenti esperimenti, per raggiungere tali velocità, hanno impiegato fino a 370 laser, con un consumo energetico molto elevato e un ingombro fisico davvero elevato. Freude ipotizza che questa scoperta potrebbe trovare vasto impiego anche sull’hardware di PC. Fonte

Ricercatore Internet inventa diodo laser che potrebbe rivoluzionare la trasmissione dei dati

Presso la University of Central Florida Optics, i prof. Dennis Deppe e Sabine Freisem hanno messo a punto una nuova tipologia di laser che potrebbe essere impiegato anche per le trasmissioni dei dati Internet, rendendo la velocità della Rete supersonica. I limiti dei diodi laser attuali sono legati essenzialmente a una luce “impura” e alle frequenze d’onda; tali diodi non possono quindi essere usati per generare alte frequenze di trasmissioni. Dopo aver studiato l’argomento per 21 anni, il Dr. Deppe ha inventato un nuovo diodo in miniatura che non solo emette luce più intensa di quella attualmente fornita da un comune laser, ma lo fa in una singola lunghezza d’onda. In una nota del comunicato stampa si legge: ” Non sarei sorpreso se tra quattro o cinque anni, quando si andrà a comprare
dei cavi, si potrà scegliere anche tra una varietà di cavi che integrano al loro interno dei diodi laser”. L’unico ostacolo rimanente per la commercializzazione dei nuovi diodi, è la tensione operativa necessaria, che deve essere abbassata in modo da rendere la tecnologia attualmente utilizzata compatibile con i nuovi componenti elettronici. Fonte

Scienziati mettono a punto il primo dispositivo anti-laser

Alcuni fisici dell’Università di Yale hanno costruito il primo dispositivo al mondo che può annullare un raggio laser, il cosiddetto anti-laser. Un enorme passo avanti che potrebbe dare una svolta nella progettazione di dispositivi elettronici nei quali viene utilizzata la luce invece degli elettroni. Il loro anti-laser è composto da due fasci laser con una specifica frequenza, posti in una cavità ottica appositamente progettata e realizzata in silicio; la cavità ha il potere di “intrappolare” i raggi di luce in ingresso “costringendoli a rimanere bloccati” fino al dissipamento totale della loro energia (che viene sprigionata sotto forma di calore). In un articolo pubblicato sulla rivista Science i ricercatori hanno dimostrato che l’anti-laser potrebbe assorbire il 99,4%  della luce in entrata, per una specifica lunghezza d’onda. Fonte