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Google Music ufficialmente lanciato negli Stati Uniti

Google Music, l’applicazione che consente agli utenti di acquistare brani musicali direttamente dal proprio dispositivo Android o PC, è finalmente disponibile ed è pronta a sfidare Apple iTunes o il cloud di Amazon. La release beta ha permesso agli utenti di caricare fino a 20.000 canzoni della loro collezione nel cloud, quindi effettuare lo streaming su PC o qualunque dispositivo mobile equipaggiato con Android. Google Music è fondamentalmente un servizio basato sul cloud storage di musica, gli ascoltatori possono sincronizzare automaticamente tutta la libreria musicale tramite clou in tutti i tipi di dispositivi Android e PC. Google ha altresì rilasciato un nuovo negozio di musica nell’Android Market, store completamente integrato con Google Music, che offre oltre 13 milioni di brani di vari artisti. Canzoni o interi album possono essere acquistati direttamente dal PC o da dispositivi Android, le tracce musicali saranno aggiunte alla libreria musicale di Google automaticamente. Il negozio offre musica di artisti associati con diverse etichette come: Sony Music Entertainment, EMI, Universal Music Group, Merge Records, Warp Records, Matador Records, Naxos, Merlin e XL Recordings. Altri artisti molto noti stanno offrendo extra esclusivamente per gli utenti Google Music; ad esempio, i Rolling Stones offriranno un album live chiamato Bruxelles Affair, mai rilasciato in precedenza. Altri artisti offriranno contenuti in esclusiva, è il caso dei Coldplay, Shakira, i Pearl Jam, Busta Rhymes, Dave Matthews Band e Tiësto. L’applicazione può essere scaricata dallo store Android (solo per gli utenti americani) da questo indirizzo

 

Ubuntu presto dotato di un software simile ad iTunes di Apple?

Si chiama Ubuntu One Music Store, sarebbe una nuova applicazione per sistemi Linux, che dovrebbe essere presentata in occasione dell’Ubuntu Developer Summit, e che dovrebbe, a detta di molti, essere il clone del fortunato servizio iTunes di casa Apple. Il servizio baserebbe le sue fondamenta sul sistema di cloud computing di casa Ubuntu, Ubuntu One, e Ogg Vorbis per quanto riguarda l’aspetto codec. Il tutto è ancora avvolto da un alone di mistero, si tratta di mere voci di corridoio che, puntualmente, potrebbero essere smentite. Staremo a vedere.