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Android perso
Il tuo telefono Android perso lo cerchi su Google

Google ha introdotto una nuova funzionalità che permette di utilizzare il motore di ricerca per trovare la posizione del proprio dispositivo Android perso. Basterà quindi ricercare nel browser sulla pagina Google la stringa “find my phone” per avere come primo risultato la mappa con la posizione esatta del proprio device. Attraverso un apposito menu a discesa sarà quindi possibile scegliere diverse opzioni, come ad esempio far emettere al dispositivo un suono.

La nuova funzionalità di ricerca di Google rappresenta una maniera semplice per trovare il proprio telefono perso direttamente dal browser; fino ad oggi l’unico modo per rintracciare la posizione dello smartphone era quello di utilizzare “Gestione dispositivi Android” (l’apposita pagina web che Google ha messo a disposizione degli utenti possessori di uno dispositivo Android), che sarà ancora necessario utilizzare se si desidera in remoto bloccare il telefono. Perché la nuova funzionalità di Google possa funzionare è necessario aver installata l’ultima versione disponibile dell’App Google per Android così come sarà necessario assicurarsi che il telefono e il browser siano correttamente registrati nello stesso account di Google.

Android su PC
Android su PC. Come avviare le app su Windows, Linux o Mac

Google ha rilasciato un’estensione del browser Chrome, compatibile con Windows, OS X e Linux, che permette l’esecuzione di app Android su PC. L’app per Chrome è stata battezzata ARC (App Runtime for Chrome) ed è attualmente in fase beta. Per funzionare necessita del browser Chrome con release uguale o maggiore della 40. Per installare App Runtime per Chrome basta lanciare il browser e aggiungere l’app presente a questa URL. Una volta aggiunta, basterà effettuare la ricerca di un APK di Android, scaricarlo, aprire l’App e caricare l’APK appena scaricato.
Arc Welder
L’app consente diverse personalizzazioni, come la scelta dell’orientamento dello schermo e se avviare la stessa in modalità tablet o smartphone. È  pur vero che si tratta di un software in versione beta, ma funziona già egregiamente e, tra l’altro, sembra Google voglia aggiornarla con nuove avanzate funzioni.

E se Microsoft facesse girare anche le Android sui telefoni Windows?

Secondo diverse fonti non ufficiali, Microsoft è a lavoro per creare un sottosistema capace di lanciare le App Android sui suoi smartphone Windows Phone. Secondo i ben informati la mossa sarebbe stata dettata dal fatto che Windows Phone offre pochissime applicazioni, il che potrebbe essere un deterrente per l’acquisto di uno smartphone equipaggiato con il sistema operativo di Microsoft. Il sistema operativo di Microsoft, fino ad oggi poco gettonato dagli sviluppatori, è il fanalino di coda dei sistemi operativi mobili e le App più importanti oramai nascono prima su Android e iOS, poi, forse, anche su Windows Phone.

Una soluzione, quella di una sorta di emulatore Android, che tuttavia cozza con la politica dell’azienda di Redmond che con gli ultimi sistemi operativi sta cercando di far convergere le sue piattaforme su un unico progetto universale in grado di offrire le medesime funzionalità su tutta la galassia dei dispositivi hi-tech in circolazione, dalla soluzione desktop, allo smartphone/tablet, fino ai sistemi di entertainment.

C’è poi anche da considerare, e non è una considerazione di poco conto, che difficilmente, se non impossibile, Google rilascerà le licenze necessarie per avviare App Android sui sistemi Microsoft. Si tratta forse di una voce di corridoio trapelata da ipotetici discorsi sull’evoluzione di Windows 10? Una di quelle idee che Microsoft potrebbe sposare solo nel momento in cui le sue nuove soluzioni non dovessero prendere piede? È ancora troppo prematuro per dirlo. Windows 10 e alle porte, staremo a vedere come reagirà il mercato e se gli sviluppatori saranno invogliati a produrre software per il nuovo nato di casa Microsoft, facendo nascere un nuovo store di applicazioni capace di battagliare ad armi pari con Android e iOS.

Google conferma che l’USB Type-C arriverà anche sugli smartphone Android

Dell’USB Type-C se ne parla da tempo, ma in questa ultima settimana sembra che i colossi dell’informatica abbiano deciso di spingere molto lo standard, lo ha fatto Apple, integrando la tecnologia nel suo nuovo MacBook, così come Google che ha svelato la sua seconda generazione di Chromebook Pixel, anche essa dotata della nuova porta. La stessa Microsoft, lo scorso mese ha confermato che Windows 10 includerà il supporto USB Type-C al momento del lancio.

Lo USB di tipo C, basato sulle specifiche di USB 3.1, non ha ancora raggiunto il mercato di massa, ma dopo l’adozione da parte di questi colossi sarà sicuramente lo standard che segnerà i nuovi prodotti che saranno commercializzati in questo e nel prossimo anno. Ciò diventa ancora più plausibile se si pensa che in un video promozionale sullo standard, mostrato in occasione della presentazione del Chromebook Pixel, Adam Rodriguez, product manager di Google ha rivelato che l’azienda sta lavorando per portare il connettore sui suoi dispositivi Chrome OS e suoi nuovi smartphone Android (il Nokia N1 Android rilasciato alla fine dello scorso anno già integrava una porta USB Type-C).

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“Siamo molto impegnati su USB Type-C” ha riferito Rodriguez, “aspettiamo di vedere questa tecnologia nei prossimi Chromebook e telefoni Android“.

Il connettore di tipo C reversibile può essere collegato in entrambi i versi, così come già avviene per il connetto Lightning di Apple, inoltre, lo standard USB 3.1 supporta velocità che possono raggiungere i 10Gbps, due volte quella di USB 3.0, velocità che in ambito mobile farà gola a molti.

Android Lollipop 5.0 installato sul 3% dei dispositivi Android

L’edizione più recente dell’Android Developers Dashboard rivela una quota del 3.3 per cento di Android 5.0 Lollipop. La percentuale prende in esame tutti i dispositivi Android Lollipop 5.0 che si sono collegati al Google Play store nell’ultima settimana, terminata lo scorso lunedì. L’adozione della nuova release, così come è stato per tutte le altre introdotte in precedenza, non è semplice, ogni fornitore di hardware prima di installare la release conduce accurati test interni al fine di verificare la piena compatibilità del sistema operativo con l’hardware prodotto. La stessa Google ha avuto qualche difficoltà di troppo nell’utilizzare Lollipop 5.0 su determinati dispositivi Nexus, tanto che è stata costretta a rilasciare nel tempo delle release intermedie.

I dati raccolti durante un periodo di sette giorni terminato il 2 marzo 2015. Tutte le versioni con meno dello 0.1% non sono riportate.
I dati raccolti durante un periodo di sette giorni terminato il 2 marzo 2015. Tutte le versioni con meno dello 0.1% di distribuzione non sono riportate.

Tra tutte le versioni esistenti di Android, Jelly Bean (uscito nel 2012) si aggiudica ancora il primo posto delle versioni più installate al mondo, con una quota complessiva del 42,6 per cento. Segue KitKat che ha raggiunto quota 40,9 per cento e potrebbe superare il suo predecessore il mese prossimo. Le versioni precedenti di Android vedono le loro quote diminuire: Ice Cream Sandwich conta un misero 5,9 per cento, mentre Gingerbread si attesta sul 6,9 per cento.

Microsoft interessata ad acquisire la società Prismatic

Secondo alcuni rumors, Microsoft, dopo aver fatto sue aziende come Acompli, Equivio, Sunrise e N-trig, sembra ora puntare l’azienda Prismatic. Secondo quanto riferito da TechCrunch, per far sua l’azienda Microsoft sarebbe disposta a sborsare 30 milioni di dollari. A Prismatic, l’azienda che produce un’omonima applicazione simile a Flipboard (disponibile come Web Application e app per iOS e Android), che fornisce agli utenti notizie dal web seguendo specifici profili sociali, che parlano di uno specifico argomento, sono interessate anche Yahoo, Facebook e Apple. Né Microsoft né Prismatic hanno commentato questo rumor.

Skype per Android. Scaricato più di 500 milioni di volte

Skype, l’applicazione VoIP acquistata da Microsoft, sarebbe stata scaricata da Google Play ben 500 milioni di volte, un dato impressionante, anche se si considera che non si tratta di installazioni uniche. Microsoft negli ultimi mesi ha perfezionato molto il software, sia nel suo utilizzo che nelle qualità delle chiamate. Skype sarà parte integrante di Windows 10, in molti sostengono possa diventare un tutt’uno con il nascente sistema operativo di Microsoft, offrendo un’esperienza di messaggistica istantanea senza precedenti.

Spiare uno smartphone. Con l’App PowerSpy, la batteria tiene traccia dei tuoi movimenti

La batteria del telefono può aiutare a tenere traccia di ogni tua mossa con una precisione che sfiora il 90 per cento, sembra incredibile ma è così. La tecnica per spiare uno smartphone e rilevare la sua posizione sfruttando la batteria è stata battezzata PowerSpy ed è stata messa a punto da alcuni scienziati statunitensi e israeliani.

Sostanzialmente funziona basandosi sul fatto che a seconda della cella alla quale il cellulare si aggancia il dispendio di energia cambia in modo quasi proporzionale, più la cella è distante maggiore sarà il consumo di batteria, così come sarà influenzato dalla presenza di ostacoli, palazzi, montagne e via dicendo; insomma, il percorso svolto da una persona può essere associato al consumo energetico della batteria e un’app malevola, a insaputa dell’utente, potrebbe monitorare tali dati per alcuni minuti e così risalire alla posizione dell’utente. Infatti, a differenza delle app che sfruttano GPS o Wi-Fi, che richiedono all’utente la possibilità di accedere a tali informazioni, un’app progettata per calcolare il dispendio energetico della batteria non ha necessità di chiedere nessuna autorizzazione e gli algoritmi potrebbero essere facilmente camuffati dietro un’app ludica o di utilità.

Yan Michalevski, uno dei ricercatori impegnato nel progetto, ha dichiarato: “Si potrebbe installare un’applicazione come Angry Birds che comunica attraverso la Rete, ma non richiede alcuna autorizzazione per accedere alla propria posizione, che raccoglie a insaputa dell’utente informazioni e le invia a me per rintracciarti in tempo reale, per capire quali itinerari hai percorso in auto o per sapere esattamente dove ti trovi sulla rotta. E tutto questo lo fa semplicemente leggendo il consumo energetico dello smartphone”

La tecnica funziona in modo pressoché perfetto solo se la persona “da spiare” ha precedentemente percorso lo stesso itinerario, e gli hacker hanno misurato come il consumo energetico cambiava lungo quel tragitto.
Sempre in merito alla possibilità di spiare gli utenti mobili, l’estate scorsa un gruppo di ricercatori della Stanford University aveva annunciato la possibilità di utilizzare il il giroscopio degli smartphone Android per trasformare lo stesso una sorta di microfono in grado di captare le voci ambientali e le telefonate senza che l’utente fosse avvisato della cosa. L’app in questione, chiamata Gyrophone, è in grado di usare il giroscopio dello smartphone per captare le vibrazioni dell’aria comprese nella gamma di frequenze che vanno dagli 80 ai 250 Hz.

Microsoft punta su Cyanogen e investe 70 milioni di dollari. È sfida aperta ad Android?

Nel tempo la società di Redmond investirà 100 milioni di dollari in Cyanogen, 70 dei quali erogata qualche giorno fa. Questa è la notizia che fa drizzare le orecchie a molti e che è un chiaro segnale di sfida a Google Android. Cyanogen, lo ricordiamo è un sistema operativo derivato direttamente da Android, il suo fondatore ha per lunghi periodi di tempo sviluppato ROM ottimizzate di Android per fare poi il grande passo decidendo di creare una versione alternativa di Android che ne derivasse tutte le funzioni e ne integrasse di nuove. L’azienda, formata da 80 persone, può anche contare su un esercito di volontari, circa 9mila sviluppatori software sparsi in tutto il mondo che lavorano costantemente sul nuovo sistema operativo.

Kirt McMaster, CEO di Cyanogen, è abbastanza sicuro di quelli che sono i prossimi passi da compiere. Secondo McMaster, Cyanogen conta oltre 50 milioni di dispositivi mobili in che fanno girare il proprio sistema operativo, che entro il 2016 potrebbe facilmente diventare un serio e indesiderato concorrente di iOS, Windows Phone e Android.

Nei piani di McMaster anche lo sviluppo di un proprio device destinato, almeno inizialmente, ai mercati emergenti, soprattutto quelli dell’Asia.

Per diffondere più velocemente Cyanogen, l’azienda sta lavorando per chiudere accordi con produttori di hardware al fine di pre-installare il sistema operativo mobile direttamente in fabbrica, così come è stato recentemente fatto grazie a un accordo firmato con il produttore di smartphone indiano Micromax.

Ma Microsoft cosa ci guadagnerebbe? Inizialmente poco o nulla, se non sperare di far sgretolare l’egemonia dei sistemi Android e fare spazio così al suo sistema operativo Windows Phone, che attualmente conta solo circa il 3 per cento della quota di mercato. Oppure c’è qualche altro piano segreto dietro l’enorme investimento? Ancora è prematuro per dirlo, ma siamo sicuri che da qui a breve ci saranno nuovi dettagli e forse grandi sorprese…

Shazam integra Spotify anche per gli utenti Android

Shazam e Spotify, come già successo lo scorso mese per gli utenti iOS, si coalizzano e integrano Spotify all’interno di Shazam anche per gli utenti Android. Per chi non lo conoscesse, Shazam è un servizio che permette di identificare una canzone proveniente ad esempio da una radio, TV o lettore musicale, individuando oltre al titolo anche l’autore.
Basta avvicinare il microfono del proprio dispositivo mobile alla fonte sonora per catturare un breve campione di una canzone in riproduzione e ottenere dopo pochi secondi il responso. Non solo, altre funzionalità riguardano la possibilità di guardare video musicali su Youtube o condividere le proprie “scoperte musicali” sui social network più blasonati: Twitter, WhatsApp, Google+ e Pinterest o leggere i suggerimenti di canzoni di altri utenti. Una volta individuato il brano Shazam consente all’utente di acquistare il pezzo direttamente da Amazon, Google Play o su iTunes, trattenendo una percentuale dalle vendite dei brani che giungono dall’app.

Di recente il servizio si è evoluto e, oltre alla possibilità di identificare un brano musicale, ha integrato funzioni per ascoltare la canzone direttamente da servizi di streaming come Spotify (ma anche Deezer e Rdio e altri), senza lasciare l’applicazione ma integrando tale caratteristica direttamente nell’app. Chi possiede un account Premium di Spotity può anche salvare i brani e realizzare una personale playlist.

Questa funzionalità è attiva da qualche giorno anche per i possessori di dispositivi Android. Questo il link per il download. Non è stata invece ancora resa attiva per dispositivi Windows Phone 7, Windows Phone 8, Windows Desktop 8, BlackBerry, Nokia/Symbian.

Per Shazam è un momento d’oro, la start-up londinese, che conta 100 milioni di utenti mensili, ha recentemente beneficiato di un finanziamento di 30 milioni di dollari e ora punta a quotarsi in Borsa. Grazie ai nuovi finanziamenti, Shazam si evolverà e dovrebbe puntare a nuovi mercati come show televisivi e film. Diversi rumors parlano addirittura di un interessamento alla società da parte di grossi nomi come Sony Music, Universal Music di Vivendi e Warner Music.

Il Boch – Dizionario francese per Android

Da oggi, sullo store Android, è disponibile il testo integrale del dizionario francese-italiano/italiano-francese di Raoul Boch. Si tratta della sesta edizione a cura di Carla Salvioni Boch, pubblicato da Zanichelli in collaborazione con Le Robert.

L’app universale consente anche di ascoltare la pronuncia di tutti i lemmi cercati (per questa funzionalità è però richiesta la connessione Internet, non funziona quindi in offline). Nel dizionario digitale di Zanichelli sono riportate oltre 172mila, 255mila accezioni e 225mila esempi. Inoltre, così riportato dalla scheda tecnica dell’App, sono presenti la trascrizione fonetica e le tabelle di flessione delle parole francesi.
Di seguito altre caratteristiche: 32 tavole illustrate; 300 note d’uso per risolvere dubbi, come voici e voilà, o l’uso di Madame, seul, assez; oltre 350 note di cultura francese, su istituzioni, personaggi ed eventi storici; tavole di coniugazioni dei verbi e altre feature che potrete scoprire sulla pagina ufficiale dell’app. Il prezzo è di 39,99 euro.

L’app di Google Translate aggiunge la modalità di traduzione in tempo reale

Google, dopo aver aggiunto al suo servizio Translate il supporto per altre lingue, dota anche la sua App per Android e iOS della traduzione in tempo reale battezzata “Conversation mode”. L’App ora riconosce automaticamente il discorso in diverse lingue (al momento le lingue supportate sono russo, spagnolo, francese, italiano, tedesco e portoghese) e, in tempo reale, mentre l’utente  parla, offre una traduzione scritta istantanea. L’aggiornamento dell’App sarà disponibile da oggi sia per iPhone/iPad che per i dispositivi Android. Barak Turovsky, Product Lead di Google Translate, ha dichiarato: “Spesso quando si pianifica un viaggio, la parte più complicata e cercare di dialogare con le persone del luogo, ora però con la nuova App di Google Translate tutto diventa più semplice: chiedere indicazioni per la Rive Gauche, ordinare il Bacalhau a Lisbona o semplicemente chiacchierare con tua nonna nella sua lingua nativa spagnola”.

La nuova funzionalità “Conversation mode” di Google Translate all’opera.

Per utilizzare l’App basta toccare l’icona del microfono per avviare la modalità di traduzione vocale; all’inizio basterà scegliere le due lingue della conversazione e iniziare a parlare, l’App in automatico riconoscerà quando si parla una o l’altra lingua proponendo la relativa traduzione. Il servizio per funzionare ha bisogno di una connessione a Internet e consente il salvataggio sul dispositivo delle singole traduzioni, così da creare una lista di frasi di uso comune già tradotte e pronte all’uso.

La traduzione istantanea attualmente funziona per traduzioni dall’inglese da e verso francese, tedesco, italiano, portoghese, russo e spagnolo; la stessa Google ha reso noto che sta lavorando per espandere la funzionalità ad altre lingue. Turovsky continua: “più di 500 milioni di persone usano Google Translate ogni mese, generando oltre 1 miliardo di traduzioni al giorno, rendendo così più semplice a tutti comunicare e accedere alle informazioni fra lingue diverse. Gli aggiornamenti di oggi ci portano un passo più vicini nel riuscire a trasformare il vostro telefono in un traduttore universale, in un mondo dove la lingua non è più una barriera per il libero accesso alle informazioni”.

L’applicazione ha anche aggiornato la funzionalità “World Lens” che ora permette a chiunque di utilizzare la fotocamera per scattare una foto a un cartello o altro e ottenere la traduzione del testo in esso contenuto. Questa funzionalità non richiede una connessione a Internet.

Ecco come funziona la nuova funzionalità “Word Lens” di Google Translate. Basta inquadrare un cartello e l’App traduce il testo in esso contenuto sovrapponendolo all’immagine stessa.
Alcatel Pixi 3, lo smartphone economico con Windows Phone, Android o Firefox OS

Alcatel ha annunciato il suo nuovo smartphone Pixi 3, disponibile con tre diversi sistemi operativi: Windows Phone, Android e Firefox OS. Oltre alla possibilità di scegliere il sistema operativo, il nuovo smartphone di Alcatel (la prima azienda a lanciare un Windows Phone con processore a 64 bit) sarà disponibile anche con display di diverso formato: 3,5 pollici, 4, 4,5 pollici e 5 pollici; il più piccolo di questi funziona offre la sola connettività 3G mentre il resto della gamma permette anche di utilizzare le reti ultra-veloci 4G LTE. A detta di Alcatel, che ancora non ha rivelato prezzi e disponibilità, il Pixi 3 sarà un dispositivo molto economico. Ulteriori dati saranno divulgati in occasione del CES di Las Vegas che si terrà dal 6 al 9 gennaio.

Nuove lampadine che si comandando con il tuo smartphone o tablet

Lumen Strip, Lumen Sphere e LuMini di Tabu, sono particolari lampadine in grado di interfacciarsi con smartphone e tablet adoperando la tecnologia Bluetooth 4.0. Grazie a un’apposita app è possibile regolare l’intensità e il colore della luce scegliendo da una tavolozza di 16 milioni di colori. Le lampadine hi-tech possono essere adoperate per decorare l’interno o l’esterno della propria abitazione. In particolare, Lumen Strip è la prima striscia LED ultrasottile che può essere personalizzata in base alle proprie esigenze; grazie al kit adesivo lungo 3 metri consente a chi la deve impiegare di piegarla, tagliarla e “incollarla” su qualunque superficie.
Lumen Sphere è invece una sorta di sfera LED ideale per l’illuminazione decorativa; la ricarica del dispositivo avviene in modalità wireless, inoltre è resistente all’acqua, può quindi essere adoperata per creare suggestive atmosfere in giardino oppure essere appesa a modo di lanterna su terrazzi o, ancora, lasciarla galleggiare in piscina.
Infine, LuMini, ricorda la tradizionale lampadina e, come le “sorelle maggiori” anch’essa si interfaccia con i dispositivi iOS e Android per essere comandata a distanza. Tutta la gamma Tabu viene distribuita in Italia da Attiva, già distributore di riferimento di prodotti Apple e accessori. Lumen Sphere viene venduto al prezzo di 89.90 euro, Lumen Strip a 69.90 euro. LuMini è disponibile in pack singolo con un costo di 39.89 euro e in confezione da tre elementi al prezzo di 99.90 euro.

Il tuo smartphone ti avverte delle notifiche con uno spruzzetto di profumo

Hai mai pensato di trasformare il tuo telefono in un dispositivo che emette profumo ogniqualvolta si verifica un determinato evento? Lo Scentee Balloon è un accessorio – che è possibile acquistare sul sito Troppotogo.it – per smartphone Android/iOS che utilizza il connettore delle cuffie (un jack da 3,5 mm) per “agganciarsi” al telefono e trasformare lo stesso in un divertente dispenser di profumo. Una piccola pallina (10g di peso circa) contiene sia l’elettronica di funzionamento, sia un piccolo serbatoio, che garantisce circa 100 spruzzi, intercambiabile, con l’essenza profumata che sarà sprigionata nell’aria ogni volta che si verificherà una particolare notifica del sistema. Il gadget viene fornito con 1 cartuccia di profumo (Aqua) dalla capacità di 2ml circa, altre essenze (rosa, fragola, caffè, lavanda e rosmarino) possono essere acquistate direttamente sul sito della Scentee per $4.99. È possibile ricaricare il dispositivo tramite il cavo micro-USB in dotazione (occorrono circa 15-20 minuti di carica per poi poterlo utilizzare per 24 ore).

Oltre a emettere uno spruzzo di profumo, il dispositivo, a seconda delle notifiche programmate, può illuminarsi di un colore diverso.

Comandalo con l’App Scentee
Utilizzando l’App Scentee, disponibile gratuitamente su Apple Store (iOS 7.3 o superiore)  o su Google Play (Android 4.0 o superiore), sarà possibile personalizzare le notifiche, decidendo quando il dispositivo deve emettere uno spruzzetto di profumo, ad esempio ogni volta che si ricevere una notifica Facebook o una nuova email, con quale frequenza e per quanto tempo: 1/2 secondo, 1 secondo, 3 secondi o 5 secondi. Oltre alla possibilità di gestire gli eventi associandoli al profumo, l’App permette anche di accendere un LED associandogli uno fra sette colori disponibili.

Tramite l'App è possibile decidere quando far emettere lo spruzzo di profumo oppure personalizzare il colore del LED presente sul piccolo dispositivo.
Tramite l’App è possibile decidere quando far emettere lo spruzzo di profumo oppure personalizzare il colore del LED presente sul piccolo dispositivo.

Quanto costa e dove acquistarlo
Lo Scentee Balloon Diffuser costa 37,95 euro, è possibile acquistarlo direttamente dal sito TroppoTogo.it.

VLC Media Player per Android disponibile ufficialmente per il download

La settimana scorsa, il player multimediale VLC ha fatto la sua comparsa come app in beta per sistemi Windows Phone, oggi, la versione beta per sistemi Android – rilasciata ormai due anni fa, precisamente nel luglio del 2012 – è stata ufficialmente promossa ad applicazione stabile in versione 1.0. L’app gratuita è disponibile per il download tramite Google Play Store e funziona egregiamente su smartphone e tablet equipaggiati a partire dalla versione 2.1 del sistema operativo mobile di Google. La nuova build corregge diversi bug segnalati da alcuni utenti di Android 5.0 Lollipop, nonché fixa dei problemi riscontrati su dispositivi con processore ARMv8. Unica pecca da segnalare, la mancanza, anche in questa versione, del supporto a Chromecast, la chiavetta USB di Google che permette lo streaming video su televisori dotati di porte HDMI e USB.

Google Android Studio 1.0, la prima versione stabile del suo IDE per creare app Android

Dopo due anni di sviluppo, Google ha rilasciato nella giornata di ieri Android Studio 1.0, la prima versione stabile del suo Integrated Development Environment (IDE) rivolto agli sviluppatori Android. La prima versione del software fu presentata da BigG nel maggio 2013  in occasione del Google I/O. Il software è disponibile ufficialmente per il download Windows, Mac e Linux direttamente dal sito web che Google ha predisposto per gli sviluppatori. L’IDE basa le sue fondamenta sul sul popolare IntelliJ IDEA Java IDE, e rende lo sviluppo di applicazioni Android più facile e intuitivo rispetto al blasonato Eclipse. Contestualmente al rilascio ufficiale dell’applicazione, Google ha anche aggiornato la versione 1.0 del plugin Gradle – uno dei più avanzati tool nell’ambito della build automation – con un formato che ritiene essere più stabile. Fino ad oggi, Google aveva incoraggiato gli sviluppatori a utilizzare l’IDE Eclipse per la creazione di applicazioni Android, ma oggi, con il rilascio della versione definitiva del suo tool ufficiale, offre all’interno dell’ambiente di sviluppo stesso un tool che aiuta gli sviluppatori a migrare i loro progetti da Eclipse al nuovo ambiente di sviluppo.

Google rimuove le app di Pirate Bay dal suo Play Store

Google, nel tentativo di arginare il fenomeno dilagante della pirateria, ha iniziato a eliminare tutte le app di Pirate Bay dal suo Google Play Store, il repository che permette di scaricare app a pagamento e gratuite per smartphone e tablet equipaggiati con sistema operativo Android. Le app rimosse includono “The Pirate Bay Premium”, “PirateApp”, “The Pirate Bay Proxy” e “The Pirate Bay Mirror”. Gli sviluppatori interessati sono stati contattati da BigG via e-mail e sono stati messi al corrente che loro app sono state rimosse a causa di violazione della proprietà intellettuale e contenuti ingannevoli per l’utente finale. Torrent Freak segnala che Gavin, lo sviluppatore dell’applicazione “The Pirate Bay Proxy” – che vanta di 900.000 download e 45.000 utenti attivi – ha così commentato l’azione di Google: “la mia app non è diverso da Firefox o Chrome, come questi ultimi offre accesso a un sito web, così come permetterebbe di fare qualunque altro browser”, tuttavia Google rimane sulle sue ribadendo che la decisione di rimuovere l’app dallo store si può considerare definitiva. Chi ha già scaricato una delle applicazioni sopra citate potrà comunque tranquillamente continuare a utilizzarle.

Polaroid Socialmatic disponibile al pre-ordine. Stampa istantanee e si collega ai social network

Il 1° gennaio 2015 è previsto il lancio ufficiale delle Polaroid Socialmatic, disponibile già al pre-ordine su Amazon al prezzo di 299,99 dollari. La Socialmatic è una fotocamera – opera del salernitano Antonio De Rosa, web designer di Cava de’ Tirreni, basata su Android. Unisce il concetto di stampa istantanea, reso famoso dalla Polaroid negli anni ottanta, con la fotografia digitale moderna, così da dare la possibilità agli utenti mobile di scattare foto con un’app, applicare specifici filtri e stampare istantaneamente su carta (2”x3” pollici) i propri selfie ad esempio. La Socialmatic è dotata di una fotocamera posteriore da 14-megapixel e una frontale da 2 megapixel; il display è da 4,5 pollici touchscreen. Altre caratteristiche tecniche: ricevitore GPS, supporto Wi-Fi e Bluetooth, 4GB di memoria interna e supporto per MicroSD card fino a 32 GB; ad oggi non è stata invece fornita nessuna informazione a riguardo del processore e la RAM installata. Essendo equipaggiata con Android la fotocamera permette di avviare una serie di app che consentono agli utenti, alla stregua di un comune smartphone, di scattare foto, condividerle con altri utenti su qualunque social network (Facebook, Instagram, Twitter e altri), recuperare foto dal web e stamparle immediatamente. Una chicca: il dispositivo permette di associare a ogni immagine stampata un QR-Code univoco, in questo modo, chiunque recupererà una foto scattata con la Socialmatic, attraverso un’applicazione dedicata, potrà identificare l’autore e diventare un suo follower.

Emulatore Game Boy di Nintendo potrebbe arrivare su iOS e Android

Secondo un brevetto recentemente depositato da Nintendo, la casa nipponica starebbe pianificando il rilascio ufficiale di un emulatore di Game Boy per dispositivi mobili, come iOS e Android. Con Android il passo dovrebbe essere abbastanza agevole, esistono già sullo store altri emulatori non ufficiali (tra cui il famoso My Boy! Free – GBA Emulator), con Apple, invece, il gioco si farebbe più duro, la casa di Cupertino, infatti, è restia ad approvare emulatori per App Store, Nintendo dovrà quindi mediare in qualche modo. Nintendo non ha comunque commentato la notizia, non è dato quindi sapere quando e se l’emulatore per Game Boy, Game Boy Color e Game Boy Advance sarà realmente disponibile.