Lorem ipsum is simply dummy text here.
Trovato modo per far tornare uovo sodo allo stato liquido. Svolta per la lavorazione delle proteine

Gli ingegneri chimici Gregory Weiss e Stephan Kudlacek dell’Università della California, di concerto con colleghi australiani, hanno individuato un modo per rendere reversibile il processo che trasforma l’uovo in uovo sodo. Secondo i risultati pubblicati da ChemBioChem,
riportare le proteine solidificate dell’albume allo stato liquido potrebbe essere una vera manna dal cielo in diversi comparti, da quello medico, con una riduzione dei costi per il trattamento del cancro ad esempio, alla produzione alimentare, oppure, comunque, in tutti quei casi dove è necessario “sciogliere” proteine aggregate tra loro.

“Sì, abbiamo inventato un modo per rendere un uovo sodo di nuovo liquido”, ha detto Gregory Weiss, che continua: “nel nostro esperimento abbiamo fatto bollire un uovo a 90 gradi per circa 20 minuti, riuscendo poi a far assumere all’uovo lo stato liquido”.

Per riuscirci, e ricreare una proteina conosciuta come lisozima, gli scienziati hanno fatto cuocere l’uovo facendo evaporare tutta l’acqua in esso contenuta – quasi il 75 per cento – e facendo così aggregare tra loro le proteine dell’uovo. Successivamente gli studiosi hanno aggiunto all’uovo semi-sodo, dell’urea in grado di disgregare in piccoli pezzetti le proteine rapprese; facendo centrifugare il tutto l’uovo è tornato ad assumere la forma liquida.

Weiss sottolinea che il processo di “sgretolamento” delle proteine non è nuovo, ma i vecchi metodi sono costosi e richiedono quasi quattro giorni per ottenere il risultato desiderato; adoperando la nuova tecnica, invece, “il processo prende pochi minuti”, ha osservato Weiss. “Spesso, nelle ricerche di laboratorio, le proteine si aggregano risultando poi inutili. Il nostro procedimento rappresenta un modo semplice e veloce per farle ritornare al loro stato iniziale”.

Crema solare a base di broccoli e cavoli per combattere l’insorgere del melanoma

Alcuni composti estratti da verdure come broccoli e cavoli sono in grado di combattere il melanoma. Un test su alcune cavie da laboratorio, indica che, rispetto alle terapie convenzionali, i nuovi farmaci si rivelano più sicuri ed efficaci.  Gavin Robertson, professore associato di farmacologia della Penn State College of Medicine, ha dichiarato: “Al momento non ci sono farmaci in grado di colpire selettivamente le proteine che scatenano il melanoma, abbiamo messo a punto questi nuovi composti naturali, che, almeno su topi da laboratorio, sono stati in grado di inibire la crescita dei tumori del 50-60%.”. L’azione delle sostanze estratte dalle verdure, gli isotiocianati, in sé è molto limitata, a tale scopo gli scienziati hanno “potenziato” gli estratti, aggiungendo del selenio. Secondo il gruppo di ricerca, entro i prossimi dieci anni, si sarà in grado di mettere a punto una crema che potrà preservare la pelle dallo sviluppo di questa orribile forma di tumore. Fonte