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NASA svela l’immagine di due galassie, NGC 2207 e IC 2163, in collisione

Lo scorso giovedì, la NASA ha rivelato alcune incredibili immagini che mostrano la collisione tra due galassie, si tratta della coppia di galassie interagenti, a spirale,  NGC 2207 e IC 2163. Le due galassie, situate a circa 129 milioni di anni luce dal nostro pianeta, nella costellazione del Cane Maggiore, girano una nel senso inverso dell’altra, la più grande ingloberà quella più piccola. Il loro avvicinamento è iniziato già 40 milioni di anni. I sistemi della NASA, grazie al lavoro del telescopio spaziale Hubble (che ha ripreso le componenti blu, bianco, arancione e marrone dell’immagine), del telescopio Spitzer che osserva nell’infrarosso (le parti in rosso) e del telescopio Chandra che osserva i raggi X (componenti rosa) hanno captato diversi segnali che, combinati tra loro, hanno dato vista a questa spettacolare immagine. Il telescopio Chandra, rispetto al telescopio Hubble, che ha un’orbita bassa, Chandra ha un’orbita ellittica che lo porta, nel punto più lontano, a circa 138mila chilometri dal nostro pianeta, arrivando, nel punto più vicino, a 9.600 chilometri.
A questo indirizzo web è possibile osservare l’immagine ad altissima risoluzione.

Approvata la costruzione del telescopio più grande del mondo

L’ESO (European Southern Observatory) ha reso noto che il telescopio più grande del mondo potrà finalmente essere realizzato. Il telescopio E-ELT (European Extremely Large Telescope), sarà costruito in Cile e sarà accessibile a partire dall’anno 2024. Il telescopio sorgerà sulla cima di una montagna chiamata Cerro Armazones (a 3mila metri di quota), nel deserto di Atacama. Il progetto è stato inizialmente approvato nel giugno del 2012, ma l’inizio della costruzione era vincolato al ricevimento di almeno il 90 per cento del finanziamento totale; l’ESO ha comunque autorizzato i lavori con un impegno di spesa di questa prima fase pari a 1.012,5 milioni di euro. “Si tratta del più potente e grande telescopio mai realizzato” ha dichiarato Tim De Zeeuw, il Direttore Generale dell’ESO. Largo ben 39 metri (e composto da un migliaio di specchi), permetterà agli scienziati di tutto il mondo di osservare i pianeti extrasolari di massa pari alla Terra, nonché studiare a fondo stelle e galassie vicine alla ricerca di nuove forme di vita.