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Individuato il gene che caratterizza l’età di una persona

In diverse circostanze, guardando i tratti di una persona avanti con l’età ci viene spontaneo dire: ma sembra una giovincella, il suo volto non sembra affatto essere segnato dal tempo. A questo modo di dire, ora gli scienziati hanno trovato un corrispondente scientifico. Infatti, alcuni ricercatori della University of Leicester e del Kings College di Londra, in un recente studio pubblicato sul magazine Nature Genetics, dimostrano come un particolare gene del Dna umano possa incidere sull’apparenza di una persona, facendola di fatto sembrare più giovane o più in avanti con l’età rispetto a quello che realmente la sua data di nascita dimostra. I ricercatori hanno preso in esame un campione di 12.000 persone, esaminandone il loro DNA hanno notato che esiste uno stretto legame tra la lunghezza dei telomeri (la regione terminale del cromosoma) e l’età biologica di una persona. La scoperta, secondo i ricercatori sarà utilissima per identificare i pazienti che corrono rischi di sviluppare malattie legate all’invecchiamento ma anche alcune patologie del cuore e legate ad alcune tipologie di tumore. Fonte e approfondimento

Italiani scoprono il gene che blocca le metastasi

p63, questo è il nome del gene responsabile del formarsi di metastasi nel corpo umano. La scoperta, tutta italiana, è stata di recente pubblicata sul magazine Cell. I gruppi di ricerca guidati da Stefano Piccolo, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Padova, e da Silvio Bicciato, ricercatore di Scienze Biomediche all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, hanno scoperto che si tratta di una proteina già nota per il suo ruolo importante nelle cellule staminali di molti organi; l’assenza del p63 in una cellula normale, non causa alcun danno, semplicemente perchè la cellula muore, se, viceversa, il gene viene perso da una cellula tumorale, invece di morire, questi si sposta, creando delle metastasi. Monitorando il paziente, già nelle prime fasi di scoperta della malattia, è così possibile statisticamente avere contezza della probabilità di insorgere in metastasi.