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Nuovo scanner di frequenza radio portatile rileva il cancro al seno in pochi secondi

Un nuovo dispositivo di scansione in grado di generare 30 immagini al secondo e mostrare chiaramente tessuto anomalo su uno schermo; è questo il progetto messo a punto da un ricercatore dell’Università di Manchester, uno scanner in grado di rilevare tumori maligni e benigni al seno nel giro di pochi secondi. Il carcinoma della mammella è la seconda causa di morte nelle donne, pari al 8,2%. Fino ad ora, la mammografia è il metodo principale per la rilevazione dei tumori, e per le donne di età superiore ai 50 anni, tale metodo offre una precisione diagnostica del 95%, per chi ha meno di 50 anni la percentuale di rilevamento si abbassa al 60%. Rispetto al sistema di mammografia, che basa la rilevazione sulla densità dei tessuti, il dispositivo messo a punto dal prof. Zhipeng Wu, utilizza le frequenze radio per riconoscere il contrasto dielettrico tra i tessuti sani e quelli malati, offrendo un risultato molto più accurato e più veloce. “Anche se c’è ancora molta ricerca da fare, il sistema ha un grande potenziale per offrire una nuova metodologia di diagnosi” ha dichiara il prof.Wu. Fonte e approfondimenti

Un foglio Excel per classificare il gene responsabile del tumore al seno

Robin Hallett, neo-laureato coordinato dal dr.John Hassell e sostenuto da altri membri del suo gruppo di ricerca presso la McMaster University in Ontario, ha messo a punto un algortimo in Microsoft Excel che permette ai ricercatori di classificare e identificare in modo molto rapido il gene responsabile del tumore al seno. Hallett ha dichiarato: “Fino ad oggi, la ricostruzione di una tale firma genetica ha richiesto l’uso di clustering di PC e di vari algoritmi di classificazione, che a loro volta necessitano di software specializzati e alta formazione bioinformatica. Un punto fondamentale della nostra ricerca, è il software adoperato, infatti, tutte le fasi del nostro algoritmo sono state improntate utilizzando Microsoft Excel 2007, un’applicazine facilmente accessibile da tutta comunità di ricerca biologica”. Fonte e approfondimenti

Il melograno per combattere il tumore al seno

Un recente articolo pubblicato sul magazine scientifico Prevention Research, mostra i risultati di una ricerca che ha visto protagonista il melograno, frutto non molto diffuso sulle tavole italiane, ma dalle caratteristiche terapeutiche uniche. Infatti, il frutto è ricco di sostanze che riducono l’incidenza del cancro al seno a base ormonali, così come il lampone rosse, le more, il ribes nero, il mango e le fragole. Tutta frutta ricca di ellagitannini, che secondo Shiuan Chen, direttore della divisione Tumor Cell Biology e co-presidente del Breast Cancer Research Program at City of Hope di Duarte in California, costituiscono una vera barriera contro la produzione degli estrogeni responsabili della proliferazione delle cellule neoplastiche e della formazione di tumori. I dati elaborati dalla ricerca saranno ora ulteriormente analizzati per verificare la possibilità di creare una nuova tipologia di farmaci anti-cancro. Fonte

Sport riduce del 20% rischio di ammalarsi di tumore al seno

In occasione del Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica di Orlando, Pierfranco Conte, direttore del dipartimento di oncologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha sottolineato come diverse nuove ricerche sostengono la tesi secondo la quale praticare sport, soprattutto dopo la menopausa, aiuta a ridurre fino al 20% il rischio di ammalarsi di cancro alla mammella. Secondo Conte:  “ogni ora settimanale di attività fisica abbassa il rischio del 6%“. Per le donne già affetta dal male, invece, “dalle 3 alle 5 ore di attività aerobica ogni settimana, dimezzano il rischio di morte“.

Scienziati giapponesi individuano enzima che ferma sviluppo del tumore al seno

Alcuni ricercatori giapponesi hanno individuato un particolare enzima (denominato CHIP) che, se disattivato, sopprime la generazione del tumore al seno, la seconda tipologia di cancro più sviluppata al mondo, con 502.000 vittime mondiali riscontrate nel solo anno 2005. Ad alcune cavie di laboratorio, alcune aventi il CHIP attivato, altre no,  sono state iniettate due tipi di cellule del cancro al seno. Junn Yanagisawa della University of Tsukuba’s Graduate School of Life and Environmental Sciences del Giappone ha dichiarato che il gruppo di cavie con l’enzima attivato ha manifestato un blocco della crescita del tumore di gran lunga inferiore rispetto ai topi senza l’enzima. Fonte