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Celle a combustibile microbiche per ricaricare il telefono con l’urina! Ecco il water che produce energia

Un prototipo di toilette che genera elettricità grazie all’urina è stata installata in un bar universitario del campus Frenchay, a Bristol in Inghilterra. Il water è frutto della collaborazione tra ricercatori dell’Università del West of England. Il funzionamento è semplice: sono state impiegate celle a combustibile microbiche (MFC); i microbi in questione si nutrono di urina rilasciando energia biochimica che viene trasformata in energia elettrica. Tecnicamente gli scienziati hanno depositato dei batteri su appositi anodi in fibra di carbonio all’interno di cilindri in ceramica, al passaggio dell’urina nei cilindri, i batteri si “azionano” degradando gli zuccheri e gli altri elementi chimici presenti ottenendo il rilascio di energia.

Agli studenti e al personale addetto è stato chiesto di utilizzare l’orinatoio per “donare pipì” in grado di alimentare le celle che generano energia elettrica per l’illuminazione delle aree circostanti. Il progetto mira a creare fonti energetiche alternative in tutti quegli ambienti dove l’energia elettrica non è sempre disponibile, ad esempio nei campi profughi.

Questa tipologia di celle non è nuova alla comunità scientifica, il loro primo utilizzo risale a circa 100 anni fa e già nel 1960 la NASA iniziò i primi esperimenti per generare energia nello spazio impiegando proprio queste tipologie di celle. Il boom del loro utilizzo arriva però negli anni 2000, dove scienziati e ricercatori sono stati chiamati a cercare nuove soluzioni di fonti rinnovabili di energia.

Il team di ricerca più famoso al mondo sulle MFC è condotto dal professore Ioannis Ieropoulos, del Bristol Robotics Laboratory – sostenuto dalla Bill & Melinda Gates Foundation – Ieropoulos spiega: “una cella a combustibile microbica costa circa $1.5, una toilette come quella che abbiamo installato potrebbe costare appena 900 dollari, fornendo però una fonte di energia inesauribile”, infatti i batteri sono in grado di auto-rigenersi, innescando un processo che possiamo definire “eterno”. Sempre Ieropoulos spiega che “l’urina è chimicamente molto attiva, ricca d’azoto e di altri composti come l’urea, il cloruro, potassio e bilirubina, un mix perfetto per alimentare celle a combustibile microbiche”.

Un paio di anni fa lo stesso gruppo di ricercatori aveva dimostrato che si può alimentare uno smartphone con l’urina. Impiegando sempre le celle a combustibile microbiche (MFC) gli scienziati sono riusciti a generare abbastanza energia per alimentare uno telefono cellulare. Il team ha ipotizzato che se le celle fossero impiegate in un villaggio di 2.500 persone, nel quale tutta l’urina prodotta venisse convogliate, si arriverebbe a generare 12 kWh di energia elettrica al giorno, il tutto in modo completamente gratuito.

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Ricercatori di Harvard combattono il fuoco con una bacchetta elettrica

Ludovico Cademartiri, a capo dello studio e ricercatore di Harvard, sta cercando di sostituire la manichetta d’acqua in dotazione ai vigili del fuoco con una bacchetta che, tenuta in mano, spara raggi di energia elettrica. L’idea che l’elettricità potesse controllare un incendio apparve circa 200 anni fa. Allora fu infatti osservato che l’elettricità poteva torcere, piegare e perfino eliminare una fiamma. Cademartiri e i suoi colleghi di Harvard hanno quindi creato una bacchetta elettrica che mette in pratica queste osservazioni; hanno utilizzato corrente alternata da 600 watt; direzionandola verso una fiamma sono così riusciti a generare un campo elettrico che ha spento il fuoco in un lasso di tempo davvero minimo. In futuro, Cademartiri non solo spera che i vigili del fuoco possono utilizzare questa nuova tecnologia, ma spera anche di vedere la tecnologia impiegata anche in altre realtà quotidiane. La nuova invenzione è stata presentata in occasione della conferenza American Chemical Society. Fonte

Scienziati del MIT creano la prima foglia artificiale

In occasione dell’annuale meeting nazionale della American Chemical Society, un gruppo di scienzati del mit, capeggiati dal prof. Daniel Nocera,  ha annunciato di essere riusciti a produrre una foglia artificiale che, non solo utilizza materiali  a basso costo, ma permette di compiere un processo di fotosintesi fino a dieci volte più efficiente di una foglia reale. La tecnologia impiegata simula la fotosintesi utilizzando la luce solare per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno, gas che potranno essere immagazzinati per creare delle pile a combustibile. A differenza di altre soluzioni simili, il processo può anche impiegare dell’acqua sporca, rendendo ancora più interessanti i possibili campi applicativi dello studio. Al momento non sono state divulgate altre informazioni, certo è che se la tecnologia troverà impiego commerciale, i risvolti positivi potrebbero essere moltissimi, soprattuto in quello che sembra essere il tema caldo degli ultimi anni: energie alternative, possibilmente meno inquinanti possibili. Fonte

Nuove batterie agli ioni di litio potrebbero alimentare i veicoli elettrici

Le batterie al litio, che attualmente alimentano una gran varietà di dispositivi elettronici a basso consumo, potrebbero presto anche essere impiegate per alimentare grandi macchine elettriche, come, ad esempio, le automobili elettriche. Infatti, un nuovo studio mostra come alcuni ricercatori hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria agli ioni di litio che migliora notevolmente le prestazioni della batteria. I ricercatori, Jusef Hassoun, Ki-Soo Lee, Kook Yang-Sole e Bruno Scrosati, presso l’Università La Sapienza di Roma e la Hanyang University di Seoul, in Corea del Sud, hanno pubblicato il loro studio in un recente numero del Journal of American Chemical Society. La nuova tipologia di batteria fa uso di un anodo di stagno-carbonio e un catodo in ossido di litio “drogato” con manganese nichel e cobalto. Un anodo cosiffatto permette centinaia di cicli di ricarica senza una riduzione della capacità, nonché l’efficienza di carica-scarica si avvicina al 100%. I nuovi materiali impiegati sono più abbondanti in natura, meno costosi, più ecologici e hanno una maggiore stabilità a basse temperature rispetto al catodo di ossido di litio cobalto utilizzato nelle tradizionali batterie agli ioni di litio. Inoltre, nel progettare il catodo, i ricercatori hanno accuratamente ottimizzato la composizione, le dimensioni delle particelle, la forma, la morfologia e la densità. Il catodo ad alta tensione e ad alta capacità fornisce alla nuova batteria una maggiore densità di energia (170 Wh/kg a tensione con portata media di 4,2 volt) rispetto alle batterie agli ioni di litio tradizionali. Le tradizionali batterie agli ioni di litio hanno una densità di energia di circa 120-150 Wh/kg, a seconda del materiale usato per la costruzione del catodo. Scrosati ha dichiarato: “In sintesi, rispetto a coloro che utilizzano batterie tradizionali agli ioni di litio, i veicoli elettrici che utilizzeranno la nuova batteria potranno avere i seguenti vantaggi:
1) un intervallo più lungo di guida (210km contro i 150 km attuali);
2) maggiore velocità massima;
3) Costi più contenuti;
4) migliori prestazioni complessive soprattutto a basse temperature.”

Fonte

Un nuovo materiale per capi di abbigliamento che producono energia

Nonostante le proprietà elettriche del grafene siano note da decenni, solo di recente i ricercatori hanno iniziato a studiarlo seriamente. Il motivo di tale ritardo è sostanzialmente da imputare alla difficile reperibilità necessaria per la ricerca. Superato l’ostacolo, i ricercatori hanno immediatamente aperto alcune fasi di studio per l’utilizzo del grafene come semiconduttore. Nella fattispecie, un team di ricercatori della University of Southern California ha scoperto un modo per utilizzare il grafene per produrre fogli flessibili spessi solo quattro atomi. Un foglio di grafene siffatto può essere associato a un foglio di polimero flessibile per creare un nuovo tipo di celle fotovoltaiche organiche o pannello solare. Il pannello solare risultante è sottile e molto flessibile, tanto che che il team di sviluppo crede che un giorno possa essere facilmente utilizzato per creare capi di abbigliamento in grado di generare energia elettrica. L’aspetto negativo di pannello fotovoltaico organico (OPV) rispetto a un tradizionale pannello solare in silicio è che l’OPV è in grado di convertire molte meno radiazione solari in energia elettrica. “Per ogni 1000 watt di luce solare, una cella fotovoltaica standard è in grado di generare per ogni metro metro quadro di superficie, 14 watt, contro 1,3 watt del pannello OPV”, ha dichiarato Lewis Gomez De Arco, uno studente dottorando e membro del team che ha costruito l’OPV in grafene. Fonte

Un dispositivo per monitorare i tuoi consumi energetici

Si chiama Wattcher, è un dispositivo da collegare a una normale presa elettrica di casa e consente di monitorare il consumo energetico. Un display aggiorna l’utente sui dati in tempo reale, indicando i consumi in Watt. E’ possibile programmarlo per avere un statistica di consumo quotidiano, consente anche di definire degli obiettivi di consumo e verificare quanto si discostano questi dal reale fabbisogno energetico. Il dispositivo è stato ideato da Marcel Wanders, mentre la commercializzazione è stata affidata alla società olandese Innovaders. E’ possibile prenotarlo sul sito ufficiale al prezzo di euro 129,00

Ricarica il tuo telefonino o notebook con un piede

Come far per caricare notebook, cellulari e altri dispositivi mobile in caso di assenza di elettricità? Semplice, basta acquistare questo particolare pedale, lo YoGen MAX,  che se pigiato dall’utente riesce a produrre una carica elettrica capace di ricaricare qualunque dispositivo elettrico di bassa potenza.  Lo speciale pedale ha dimensioni di 170x184x49 mm, riesce produrre 60-80 watt di elettricità e, grazie ad appositi adattatori, permette di essere collegato a svariati dispositivi. Al momento la ditta produttrice accetta ordini solo da rivenditori. Link al sito ufficiale

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