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Gli SMS migliorano le abilità ortografiche nei bambini

L’uso degli SMS può migliorare l’alfabetizzazione tra gli alunni, dando loro uno strumento in più per apprendere nuove parole, anche al di fuori dell’ambiente scolastico, nonostante i timori che l’uso di abbreviazioni (prox invece di prossimo, ad esempio), di cui sovente si fa uso per scrivere una frase, può compromettere le capacità di lettura e scrittura dei bambini. Studiosi dell’Università di Coventry in merito si sono espressi dicendo che non esiste alcuna prova che l’uso dei telefonini per scrivere messaggi possa in qualche modo compromettere l’alfabetizzazione, anzi addirittura potrebbe anche avere un impatto positivo sull’ortografia. Per giungere a tali conclusioni, i ricercatori hanno reclutato 114 bambini delle scuole primarie del Midlands, con età compresa tra nove e dieci anni.  A metà degli studenti è stato fornito un cellulare e si è invitato gli stessi durante il fine settimana a inviare degli SMS, questo per un periodo di dieci settimane. Il Prof Clare Wood, docente nel dipartimento di psicologia dell’università, ha detto: “Stiamo iniziando ad avere prove lampanti che l’uso degli SMS da parte dei bambini ha un impatto positivo sulla loro capacità ortografiche’. I risultati della ricerca saranno pubblicati il prossimo mese sul magazine scientifico Journal of Computer Assisted Learning. Fonte

Un filtro per rendere potabile l’acqua infetta da batteri

Colera, epatite e tifo sono solo alcuni dei batteri che è possibile riscontrare in sorgenti d’acqua nei paesi in via di sviluppo. Ricercatori dell’Università di Stanford hanno scoperto una nuova tecnica a basso costo che potrebbe essere impiegata per depurare le acquee di queste aree. Gli scienziati Yi Cui e Sarah Heilshorn, hanno messo a punto un filtro (80.000 volte più veloce rispetto a quelli tradizionali), che grazie a un campo elettrico (generato da una batteria da 12volt come quella di un’automobile o da un piccolo pannello solare), è in grado di debellare ogni batterio presente nell’acqua. Il filtro è composto da un panno di cotone contenente una serie di nano tubi di carbonio e nanofili di argento (in quantità talmente misera che l’impiego comporta un costo trascurabile), quest’ultimo noto per le sue proprietà battericide. Un test ha dimostrato come un campione d’acqua infetto da Escherichia coli, e sottoposto all’innovativo filtro, è stato “ripulito” in pochi secondo per il 98%. Fonte e approfondimenti

Un nuovo materiale per capi di abbigliamento che producono energia

Nonostante le proprietà elettriche del grafene siano note da decenni, solo di recente i ricercatori hanno iniziato a studiarlo seriamente. Il motivo di tale ritardo è sostanzialmente da imputare alla difficile reperibilità necessaria per la ricerca. Superato l’ostacolo, i ricercatori hanno immediatamente aperto alcune fasi di studio per l’utilizzo del grafene come semiconduttore. Nella fattispecie, un team di ricercatori della University of Southern California ha scoperto un modo per utilizzare il grafene per produrre fogli flessibili spessi solo quattro atomi. Un foglio di grafene siffatto può essere associato a un foglio di polimero flessibile per creare un nuovo tipo di celle fotovoltaiche organiche o pannello solare. Il pannello solare risultante è sottile e molto flessibile, tanto che che il team di sviluppo crede che un giorno possa essere facilmente utilizzato per creare capi di abbigliamento in grado di generare energia elettrica. L’aspetto negativo di pannello fotovoltaico organico (OPV) rispetto a un tradizionale pannello solare in silicio è che l’OPV è in grado di convertire molte meno radiazione solari in energia elettrica. “Per ogni 1000 watt di luce solare, una cella fotovoltaica standard è in grado di generare per ogni metro metro quadro di superficie, 14 watt, contro 1,3 watt del pannello OPV”, ha dichiarato Lewis Gomez De Arco, uno studente dottorando e membro del team che ha costruito l’OPV in grafene. Fonte

Con l’orecchio destro si ascolta meglio

Una ricerca tutta italiana, condotta dai ricercatori Luca Tommasi e Daniele Marzoli dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti, dimostra la diversa sensibilità dell’orecchio destro, dovuta essenzialmente a una questione di asimmetria cerebrale, ovvero lo stesso fattore che determina l’uso della mano destra o della sinistra. Così come la maggior parte delle persone predilige l’uso della mano destra, così l’orecchio destro sembra essere maggiormente propenso a recepire i suoni.

All’Università di Tokyo prende vita il display OLED di gomma

Alcuni ricercatori dell’Università di Tokyo, hanno messo a punto un particolare display OLED, la cui particolarità è quella di poter essere piegato a proprio piacimento, così come qualunque altro materiale gommoso. Al momento il display monocromatico, permette una risoluzione massima di 256 pixel, ma già si sta lavorando per incrementare risoluzione e qualità delle immagini riprodotte. Il display è essenzialmente composto da una miscela di fluoro-gomma adagiata su una struttura di nano tubi di carbonio: ciò rende il dispositivo elastico e al contempo conduttivo.  L’attuale prototipo è di circa 10 centimetri quadrati  e può essere piegato mille volte senza deterioramenti. Link per approfondimenti

Il pulcino matematico

Una recente ricerca svoltasi presso l’Università di Trento, nella fattispecie presso il Centro Mente Cervello (Cimec) e dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, mette in evidenza come in alcuni animali, già nei primi giorni di vita, spiccano notevoli capacità matematiche. E’ il caso, ad esempio, dei pulcini, in grado di compiere semplici operazioni aritmetiche, come l’addizione e la sottrazione. Un esperimento è stato compiuto ponendo alcuni pulcini in una gabbia contenente alcune palline gialle. Gli scienziati hanno suddiviso le palline in due insiemi, uno più numeroso dell’altro, hanno quindi lasciato i pinguini liberi di muoversi, notando come gli stessi si dirigevano costantemente verso l’insieme di palle più numeroso. Lo studio è stato pubblicato sul magazine Proceedings B of the Royal Society.

Padre giovane, figli con maggiori capacità cognitive

Il prof. John McGrath dell’Università del Queensland ha mostrato i dati di un ricerca nella quale si evince che l’età del padre gioca un ruolo importante, almeno quanto quello della madre, nella crescita del bimbo. Maggiore è l’eta del padre,maggiori saranno le probabilità che il ragazzo abbia capacità cognitive ridotte, con una sensibile riduzione intellettive. La ricerca si affianca a una seconda, nella quale era emerso che l’età del padre incide nella probabilità di rischio nello sviluppare nel ragazzo forme di schizofrenia e autismo. La ricerca è stata svolta su 33.000 bambini, esaminati all’età di otto mesi, quattro anni e sette anni. Link per approfondimenti