Lorem ipsum is simply dummy text here.
Microsoft prova a diventare il motore di ricerca predefinito per ogni prodotto Apple

Il prossimo anno scadrà l’accordo di Apple e Google che vede il motore di ricerca configurato di default su tutti i device iOS. Chi sarà disposto a pagare di più per prendere il posto del gigante di BigG? In questi giorni c’è tanto fervore sul tema del motori di ricerca, con la notizia di qualche giorno fa che Yahoo è diventato il provider ufficiale della ricerca di default per Mozilla Firefox negli Usa per i prossimi cinque anni. È quasi scontato che dai giochi sarà tenuta Google che con Android rappresenta per Apple un rivale da non favorire, restano quindi in lizza Microsoft con il suo Bing e Yahoo!. Microsoft e Apple hanno precedentemente già collaborato strettamente per quanto riguarda le ricerche web, proprio nei mesi scorsi la casa di Cupertino ha abbandonato Google a favore di Bing per le sue ricerche effettuate tramite Spotlight su computer Mac con l’ultimo nato Yosemite e su iPhone con iOS 8. Che sia l’inizio di una collaborazione più stretta? Staremo a vedere

La parola meteo batte Facebook

Meteo è stata la parola più cercata in Italia sul motore di ricerca Yahoo nel 2013, a dispetto di Facebook che perde così il primato delle parole più cercate in rete. Scivola invece dal terzo al sesto posto la parola “oroscopo”, spodestata dal termine “calciomercato”. Tra i vip in classifica più cercati, Belen Rodriguez perde il primato a favore di Sara Tommasi, mentre tra le star internazionali più gettonate spuntano i One Direction, boy band inglese che spopola tra i teenager.

Google potrebbe pagare 1 miliardo di dollari ad Apple per essere il motore di ricerca di default su iOS

Il prossimo anno Google potrebbe dover pagare una quantità enorme di denaro ad Apple per continuare a essere il motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple iOS. Secondo TechCrunch, BigG potrebbe addirittura arrivare a sganciare ben 1 miliardo di dollari, almeno questo è quanto immagina Scott Devitt, analista di Morgan Stanley. Una cifra che salirebbe proporzionalmente al numero di dispositivi iPhone e iPad venduti. Sempre secondo TechCrunch, Apple avrebbe ricevuto offerte da Microsoft per avere il suo motore di ricerca Bing in iOS, già motore di default negli smartphone Nokia e BlackBerry. Se Bing approdasse su iOS per Microsoft sarebbe davvero un bel colpo.

Bing perde quasi 1 miliardo di dollari a trimestre

Microsoft ha cercato in tutti i modi di competere nel mercato del motori di ricerca, ma pare che i suoi innumerevoli sforzi non diano i risultati sperati. Google risulta essere il Rè incontrastato e Bing perde colpi mese dopo mese. Questo lo scenario descritto dalla CNN. Il motore di Redmond perderebbe quasi un miliardo di dollari a trimestre. Dal 2009, data di lancio di Bing, Microsoft ha perso 5,5 miliardi dollari per il mantenimento del servizio. Le ultime dichiarazioni di Microsoft, comunque, pare essere contrastanti, con un quota di mercato del 14,7% e con un guadagno su Google. CNN, sottolinea, comunque, che il guadagno di Microsoft non è relativo a Google, bensì a Yahoo, AOL e ASK.COM che hanno perso terreno; rispetto a Google, Microsoft avrebbe solo guadagnato un misero 0,2%. Microsoft sta cercando di prendere quote di mercato con possibile alleanze con Facebook. Fonte

Google presenta Instant Search, per ricercare sul web alla velocità della luce

Google ha presentato il suo nuovo servizio Instant Search, un sistema che consentirà di velocizzare di molto le ricerche web (tra i 2 e i 5 secondi risparmiati per ogni ricerca effettuata). Ma come funziona l’innovativa trovata tecnologica di Mountain View? l’utente man mano digiterà la chiave di ricerca, automaticamente vedrà comparirà dei risultati che si aggiorneranno automaticamente in funzione della frase di ricerca, maggiore sarà il dettaglio di ricerca, più attendibile saranno i risultati proposti.  L’utente avendo modo di vedere i risultati della ricerca durante la digitazione (senza aspettare di dover premere il tasto di ricerca) potrà affinare la query, escludendo o aggiungendo elementi suggeriti proprio durante la visualizzazione dei risultati proposti. Questo il link per provare la nuova funzionalità (attualmente solo in lingua inglese e disponibile per browser Chrome V5 / 6, Firefox v3, v5 Safari per Mac e Internet Explorer v8). Il video mostra il funzionamento del servizio.

[youtube ElubRNRIUg4]

Apple lancia il servizio Ping e il sito Ping.fm fa il botto di visite

Apple ha pochi giorni fa lanciato il nuovo servizio Ping di iTunes, una sorta di social network della tua musica che permette di unirsi in conversazione, seguire i propri artisti preferiti e scoprire cosa stanno ascoltando gli amici del network. La notizia ha fatto presto il giro del mondo e molti utenti, curiosi di saperne di più hanno utilizzando la rete per cercare maggiori informazioni, venendo spesso dirottatu sul sito ping.fm (sito web che permtte di aggiornare agevolmente i maggiri siti di social network) che, così come dichiarato dal Loic Le Meur, CEO di Seesmic, la società che fa capo al sito web, in poche ore ha realizzato un’impressionante serie di visite. Su Google, infatti, ping.fm appare fra le prime opzioni se si ricerca il termine ping, e anche su Bing (il motore di ricerca di casa Microsoft) si pone nelle primissime posizioni. Le Meur ha rifiutato di rivelare l’esatto numero di account creati, ha comunque riferito che il numero di account creati è stato ben tre volte maggiore rispetto alla quotidianità.

I post di Twitter nelle ricerche di Google

Google ha raggiunto un accordo con Twitter, che consentirà a BigG di includere all’interno dei risultati di ricerca, le informazioni postate su Twitter. Un modo per avere in tempo reale informazioni postate dagli utenti mediante cellulare o qualunque altro dispositivo hi-tech. Così come riportato sul blog ufficiale di Google:  la prossima volta che cercherete informazioni legate a commenti in tempo reale, ad esempio informazioni sulle condizioni meteo nella vostra località sciistica preferita, potrete trovare i tweet di utenti che si trovano già là e che hanno deciso di condividere le ultime informazioni sul posto.

Google brevetta la sua homepage

US D599,372 S, questo è l’identificativo di licenza ottenuto da Google su richiesta di brevetto della homepage del motore di ricerca. La richiesta di brevetto era stata avviata circa cinque anni fa. In virtù del brevetto ottenuto, a nessuno sarà dato modo di replicare l’aspetto grafico della pagine, quindi neanche realizzare pagine web che possano alludere in qualche modo al servizio di Mountain View, magari traendo in inganno l’utilizzatore. Bisogna ora vedere come si comporteranno diversi concorrenti che hanno proprio improntato le loro pagine di ricerca sposando appieno la filosofia di Google.