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Ricercatori svelano come il nostro cervello individua il sesso della persona che abbiamo dinanzi

Un team di ricercatori del MIT ha svelato come gli esseri umani e i primati possono riconoscere i volti dei loro simili e distinguere tra un volto di sesso maschile e uno di sesso femminile. Gli scienziati hanno per lungo attribuito questa capacità ai cosiddetti neuroni FD (Face Detector), ma fino ad oggi non vi era nessuna prova diretta della loro esistenza.

Lavorando con macachi addestrati per identificare correttamente le immagini delle facce maschili o femminili, i ricercatori hanno usato una proteina sensibile alla luce per inibire alcune parti del cervello dove propri i neuroni FD avrebbero dovuto agire; si è così osservato un piccolo ma significativo danno nella capacità degli animali di identificare correttamente i sessi. La tecnica utilizzata si farà all’optogenetica, una scienza che combinao tecniche ottiche e genetiche di rilevazione, al fine di identificare circuiti neuronali all’interno del cervello.

Lo studio potrebbe aiutare chi è impegnato nello sviluppo di protesi visive che richiedono un cablaggio diretto con la corteccia del cervello, nella fattispecie, capire il livello di luce necessario al “silenziamento neurale” potrebbe anche semplificare lo sviluppo di trattamenti impiantabili per chi è affetto da epilessia del lobo temporale. Uno dei ricercatori spiega: “Potremmo avere dispositivi impiantati nella corteccia che si attivano automaticamente quando inizia l’attacco di epilessia”.

Sesso. Presto il viagra versione femminile

Si chiama UK-414,495 è una molecola che, a quanto pare da una ricerca condotta da Chris Wayman, presso i laboratori della Pfizer a Sandwich nel Kent, potrebbe presto portare alla realizzazione di un farmaco simile al viagra, ma in “versione” femminile. Secondo gli scienziati, la molecola si attiva con la stimolazione del nervo pelvico, convogliando il sangue verso i genitali e provocando di fatto l’eccitazione. Al momento non è stato messo a punto nessun farmaco, le ricerche comunque continuano e non è escluso che già tra qualche mese potremmo trovare in farmacia il “viagra rosa”.

Scoperto anti-afrodisiaco, allontana i maschi più calienti

La donna produce un particolare ferormone in grado di allontanare i maschietti più focosi. E’ questo quanto scoperto da un team di scienziati dell’Harvard Medical School di Boston e della Università di Muenster, capeggiati dal prof. Edward Kravitz. Si compone così un altro pezzo di mosaico che cerca, da sempre, di determinare un’immagine chiara di quello che è lo stretto legame tra comportamento sessuale degli animali e fattori ambientali che lo determinano. La donna, quindi, in diverse circostanze sceglie il suo uomo, è proprio il caso di dirlo, “a naso”. La ricerca ha visto protagonisti come “volontari” i moscerini della frutta, si è notato che il ferormone “anti-afrodisiaco”, battezzato CH503, agisce sulla femmina del moscerino dopo un rapporto con il partner, allontando, per almeno una settimana, eventuali altri pretendenti.

Sesso più piacevole per donna intelligente e sensibile

Un gruppo di ricercatori del del King’s College londinese, guidati dal prof. Tim Spector e dalla psicologa Andrea Virginia Burri, sostiene che maggiore è l’intelligenza e la sensibilità di una donna, più intenso sarà il grado di godimento della stessa durante un rapporto sessuale.  La ricerca ha visto protagoniste 2.000 gemelle con un’età compresa tra i 18 gli 83 anni. E’ stato chiesto loro di valutare, da  1 a 7, la capacità di raggiungere un orgasmo. I risultati del test sono stati poi messi in relazione ad altri fattori come sensibilità emotiva e intelligenza. Ne è venuto fuori che questi due fattori comportato un vantaggio in diversi aspetti della vita, compreso l’atto sessuale. La ricerca potrà essere adottata per mettere a punto nuovi sistemi per combattere la frigidità e migliorare la vita sessuale delle donne. Fonte e approfondimento

Arriva uno spray contro l’eiaculazione precoce

Uno spray contro l’eiaculazione precoce. Questa è la promessa di un gruppo di ricercatori del Royal Victoria Hospital di Belfast dell’Irlanda del Nord, guidati al ricercatore Dinsmore Wallace. Il “miracoloso” spray, al momento denominato PSD502, potrebbe essere commercializzato già tra un paio di anni, conterebbe una serie di composti anestetici in grado di diminuire la sensibilità del pene e, quindi, ritardare l’eiaculazione. Il prodotto è stato testato con successo su un campione di 3’’ persone afflitte del problema. Secondo quanto pubblicato sul magazine British Journal of Urology International, i paziente sono passati da un tempo medio di eiaculazione di 30 secondi, dall’inizio del rapporto sessuale, a 4 minuti. Il prodotto andrebbe impiegato cinque minuti prima del rapporto sessuale. Link per approfondimenti clinici

Ventiduenne mette all’asta la sua verginità, offerta di 3,7 milioni

Natalie Dylan, una ragazza di San Diego, nota per aver proposto un’asta in cui mette in “vendita” la sua verginità, ha reso noto di aver ricevuto un’offerta di 3,7 milioni di dollari. Grazie ai proventi dell’insolita asta la ragazza ha fatto sapere che potrà pagare la retta del college alla sorella, nonchè incrementare le casse economiche della famiglia. Fonte

La filematologia, la scienza del bacio

Alcuni scienziati stanno lavorando per capire meglio la funzione che ha il bacio in una coppia, tant’è che a riguardo esiste una vera e propria scienza, conosciuta come filematologia. A quanto pare il bacio è un elemento fondamentale per capire, inconsciamente, se un rapporto tra due individui può essere d’aiuto a madre natura per preservare la specie umana. Un recente studio, mostrato in occasione dell’annuale meeting dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), che ha visto coinvolte diverse persone di sesso diverso, ha appurato che il 66% delle donne e il 59% degli uomini giudicano la possibilità di intraprendere un nuovo rapporto amoroso, dalla qualità dello scambio del primo bacio. Grazie allo scambio di un bacio, si valuta il nostro potenziale riproduttivo, in particolare la saliva che si trasmette durante l’effusione amorosa, sarebbe il vero segreto per far capire al nostro cervello se la controparte è portatrice di taluni ormoni  in grado di garantire una sana riproduzione dell’individuo. La ricercatrice Wendy Hill del  Lafayette College ha misurato tali ormoni in alcuni studenti subito dopo un appassionato bacio. In particolare ha rilevato le concentrazioni dell’ossitocina e del cortisolo. Si è appurato quindi che l’ossitocina, nei maschi, aumenta di gran lunga rispetto alle donne, il contrario invece avviene nel cortisolo, ormone notoriamente legato ai fattori di stress. L’aumento dell’ossitocina nella donna, ormone peptidico prodotto dai nuclei ipotalamici e secreto dalla neuroipofisi, la cui azione principale è quella di stimolare le contrazioni della muscolatura liscia dell’utero, e il contestuale abbassamento del cortisolo nell’uomo sono il chiaro manifestarsi di una situazione propizia all’accoppiamento. Fonte e approfondimento