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Uomo sulla luna
Uomo sulla luna. NASA pronta per il 2024

Nella giornata di ieri, Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, ha sfidato la NASA a riportare l’uomo sulla luna entro il 2024 (gli americani misero piedi sul nostro satellite naturale per la prima volta il 20 luglio 1969), accelerando rispetto la precedente dead line che si era imposta la NASA, il 2028. “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è l’urgenza”, ha dichiarato Pence durante il suo discorso tenutosi presso lo Space & Rocket Center americano di Huntsville, in Alabama. “È la politica dichiarata da questa amministrazione e degli Stati Uniti d’America, riportare gli astronauti americani sulla luna entro i prossimi cinque anni”. L’amministratore della NASA, Jim Bridenstine, ha risposto alla richiesta in modo positivo: “La NASA farà tutto quanto è in suo potere per rispettare questa scadenza”.

Nelle parole di Pence una certa preoccupazione per il terreno perso nell’esplorazione spaziale a favore dei cinesi e dei russi. A proposito della Cina, Pence ha citato il recente sbarco della Cina sul lato più lontano della luna: “ha rivelato la loro ambizione di conquistare l’altopiano lunare strategico” così come ha menzionato la dipendenza dai missili russi per mandare in orbita gli astronauti americani nell’ultimo decennio, ponendosi l’obbiettivo di cambiare lo stato delle cose con il varo di una nuova navicella spaziale progettata da SpaceX, Boeing e dalla stessa NASA: “La prima donna e il prossimo uomo sulla luna saranno entrambi astronauti americani, lanciati da razzi americani dal suolo americano”.

Uber
Uber in Medio Oriente. Pronta l’acquisizione di Careem

Uber, che opera in oltre 600 città in tutto il mondo, ha annunciato che acquisirà il suo concorrente in Medio Oriente, Careem Network Fz, per 3,1 miliardi di dollari (di cui 1,4 in contanti) – la più grande acquisizione di Uber fino ad oggi, soprattutto se si pensa che in altri Paesi del mondo, vedi Russia, Cina e Asia sud-orientale, l’azienda ha venduto i suoi asset piuttosto che acquisirne di altri. L’acquisizione della società Careem dovrebbe essere completata all’inizio del 2020, sebbene sia ancora soggetta ad approvazione regolamentare.

Fondata nel 2012, Careem opera a Dubai e in altre 90 località in altri 15 paesi, compresi alcuni mercati in cui Uber non è protagonista, come l’Iraq e il Marocco.

In un post, Dara Khosrowshahi, CEO della società ha dichiarato: “Questo è un momento importante per Uber, poiché continuiamo ad espandere la forza della nostra piattaforma in tutto il mondo… lavorando a stretto contatto con i fondatori di Careem, sono fiducioso che forniremo risultati eccezionali” “Dopo aver adottato misure per ridurre il rischio attraverso una serie di disinvestimenti nel mercato estero, Uber sembra tornare a volersi espandere, e anche in modo deciso”, ha dichiarato Alejandro Ortiz, analista di ricerca per la società finanziaria SharesPost. “Sebbene la nostra recente analisi del settore della ridesharing globale ponga Careem al di sotto della quota dell’1% a livello globale, la società opera in mercati con il maggiore potenziale di crescita”.

Per ora Uber e Careem continueranno a operare in modo indipendente e i cofondatori di Careem, Mudassir Sheikha, Magnus Olsson e Abdulla, resteranno all’interno della società.