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Sviluppata la singola molecola che funge da motore elettrico più piccola al mondo

E. Charles H. Sykes e alcuni professori associati presso il dipartimento di chimica della Tufts University’s School of Arts and Sciencese, hanno creato la prima singola molecola che funziona da motore elettrico. Sarà sottoposta al Guinness World Records per essere riconosciuta come il più piccolo motore elettrico esistente sul pianeta. Questa tecnologia potrebbe portare ad una nuova classe di dispositivi utilizzati per scopi di ingegneria e medicina; attraverso un particolare microscopio è stato possibile inviare della corrente elettrica nella molecola a base di zolfo adagiata su una superficie di rame conduttivo, quindi, controllando la temperatura di esercizio, è stato possibile impartire al motore comandi come senso e velocità di rotazione. Il minuscolo motore elettrico misura 1 nanometro e frantuma l’attuale record mondiale di 200 nanometri. La squadra è stata in grado di controllare il motore ad energia elettrica mediante l’uso di un microscopio a scansione a effetto tunnel (LT-STM); si tratta di particolarissimi microscopi (sono solo circa 100 gli esemplari presenti negli USA) che, per identificare le molecole, utilizzano gli elettroni invece della luce.
“Ci sono stati progressi significativi nella costruzione di motori molecolari alimentati dalla luce e da reazioni chimiche, ma questa è la prima volta che si sviluppa un sistema a trazione elettrica, nonostante in passato vi siano state alcune proposte teoriche”, ha dichiarato uno dei ricercatori che hanno preso parte al progetto. “Una volta volta compreso meglio come funzionano questi motori, potrebbe esserci una ricaduta importante nel vissuto quotidiano, con la realizzazione, ad esempio, di nuove tipologie di sensori e dispositivi medici”. Fonte

Gli occhiali che permettono di sapere esattamente le emozoni del vostro interlocutore

Signori ecco a voi dei particolari occhiali hi-tech (social X-Ray) , attualmente in fase di sviluppo presso il Massachusetts Institute of Technology Media Lab che, grazie a una fotocamera integrata, permettono di analizzare 24 espressioni facciali dell’interlocutore, e grazie un piccolo auricolare, comunicare le sensazioni che questi sta provando in quel momento. Oltre al supporto audio, un piccolo display con tre luci a mo’ di semaforo indica se la persona che avete difronte ritiene la conversazione interessante, poco interessante o noiosa. La realizzazione degli occhiali è stata inizialmente pensata come supporto alle persone affette da autismo. Fonte e approfondimenti

Esercito USA utilizzerà un radar per individuare attentatori kamikaze

L’esercito americano ha stanziato la cifra di 48,2 milioni di dollari per l’acquisto di una serie di dispositivi in ??grado di rilevare attentatori suicidi fino a 100 metri di distanza. Il sistema, soprannominato “CounterBomber,” messo a punto dalla Science Engineering and Technology Corporation (SET), è già stato testato con successo nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Il CounterBomber non impiega tecnologia a raggi X, ma una serie di radar detector, che possono rilevare la presenza di bombe fino a 100 metri, un particolare algoritmo analizza le onde di ritorno del radar e permette di avvertire in tempo i militari se un ordigno sospetto è presente nell’arco di centro metri, anche se questi dovesse essere stato nascosto sotto vestiti o celato con altri espedienti. Fonte

Occhiali bionici con tecnologia di smartphone e console di gioco

Ricercatori della Oxford University hanno iniziato lo sviluppo di occhiali bionici che contengono la tecnologia che si trovano comunemente nelle console di gioco e smartphone. Il dr. Stephen Hicks, del Dipartimento di Neurologia Clinica dell’Università di Oxford, a capo del progetto, e un team di ricercatori di Oxford, hanno così messo a punto questi particolari occhiali che potrebbero aiutare le persone con degenerazione maculare e retinopatia diabetica. Gli occhiali utilizzano la medesima tecnologia impiegata in videocamere, con riconoscimento del volto, software di monitoraggio, impiego di sensori di profondità e rilevatori di posizione. “Vogliamo essere in grado di migliorare la vista di coloro che l’hanno persa o che riescono a vedere ben poco o quasi nulla”, ha dichiarato Hicks. I gli occhiali hi-tech integrano anche un OCR che traduce il testo letto dalle telecamere in parole pronunciate da opportuni auricolari. Hicks ha aggiunto che ci vorrà un po’ di tempo affinché la gente si abitui a questo nuovo tipo di tecnologia, ma ritiene che il gioco varrà la candela; una volta entrati in produzione, si stima che gli occhiali avranno un costo approssimativo di circa  un costo di circa 550 euro. Fonte

Nuova tecnologia Wi-Fi potrebbe raddoppiare la durata della batteria nei telefoni

È noto a tutti che l’utilizzo del WiFi sui dispositivi mobili come smartphone, tablet e notebook può abbattere drasticamente la durata della batteria. Ora, una nuova tecnologia WiFi, proposta da uno studente di informatica della Duke University, promette di raddoppiare la durata della batteria nei telefoni e non solo. Lo studente Justin Manwelier, ha chiamato la tecnologia  SleepWell, i primi testi in laboratorio sembrano dare buone speranza, anche se ad oggi non è possibile prevedere se e quando la tecnologia sarà impiegata in dispositivi commerciali. SleepWell funziona permettendo ai dispositivi di mantenere attive le connessioni wireless anche in sleep mode, in modo da andare in stand-by (senza così consumare energia) senza bloccare la connessione alla rete. Fonte

Una batteria che promette di rivoluzionare il mondo delle auto elettriche

Un gruppo di ricercatori del MIT ha sviluppato un nuovo sistema di batteria (denominata Cambridge crude) che potrebbe rappresentare una svolta per lo stoccaggio di energia per i veicoli elettrici. I ricercatori sostengono che la ricarica della nuova tipologia di batteria può essere tanto semplice e veloce quanto lo è oggi fare rifornimento di benzina. L’anodo e il catodo della batteria sono rappresentati da particelle sospese in un elettrolita liquido. La progettazione della nuova batteria prevede una netta separazione delle funzioni di stoccaggio e scarico dell’energia, in modo da rendere più efficiente la progettazione; il team di sviluppo pensa che il nuovo progetto permetterà la realizzazione di batterie con dimensioni significativamente ridotte, rendendo, di fatto, più leggeri i veicoli elettrici e dando loro una portata maggiore. Il team di ingegneri spera di riuscire a metter su un prototipo funzionante entro i prossimi tre anni. Fonte e approfondimenti

Produzione di idrogeno a buon mercato usando un catalizzatore al cobalto

Sono in molti a sperare che ben presto l’idrogeno sostituirà gli idrocarburi tradizionali. Ma, finora, la mancanza di nuovi metodi poco costosi per la produzione e di stoccaggio ha impedito il raggiungimento di tale obiettivo. Nel corso degli ultimi anni, ricercatori del MIT hanno provato a sperimentare nuovi catalizzatori a basso costo in grado di produrre l’idrogeno dall’acqua, e questa settimana in occasione dell’uscita del nuvoo numero della rivista accademica “Proceedings of the National Academies of Scienceviene mostrato come l’impiego di un catalizzatore al cobalto con una cella solare al silicio permette di creare un dispositivo che utilizza l’energia solare per scindere l’idrogeno dall’acqua. Si tratta ancora di un concept che si spera possa essere perfezionato e dare presto al mondo uno strumento economico in grado di produrre energia pulita. Fonte

Computer basato sul DNA può calcolare radici quadrate di interi fino a 15

L’acido deossiribonucleico (DNA) è il materiale genetico di tutti gli organismi viventi conosciuti sulla Terra. Ora, alcuni ricercatori vogliono trasformare tale materiale genetico in poli-acidi in grado di funzionare da computer. Le prime ricerche hanno dimostrato che, mediante la creazione e la miscelazione appositamente creata con filamenti di DNA, insieme a proteine ??che ne promuovono la replica, i filamenti di DNA possono fungere da porte logiche ed eseguire operazioni booleane (AND, OR e NOR) i cui risultati sono rappresentati come un filo prodotto da due catene di DNA. I ricercatori del California Institute of Technology (CalTech) sarebbero così stati in grado di creare il computer più grande al mondo basato su DNA. Combinando 74 molecole, hanno creato un circuito di quattro bit in grado di calcolare la radice quadrata di un numero intero fino a 15. Non si tratta di un super calcolatore, la radice quadrata di un intero a quattro bit ad oggi può richiedere anche 10 ore di elaborazione, tuttavia, i ricercatori sono convinti di poter ridurre drasticamente i tempi di calcolo. In un futuro non prossimo lontano tali “computer” potrebbe essere direttamente iniettati nell’individuo ed effettuare screening diagnostici mai visti primi, nonché operare come farmaci selettivi. Fonte

Il primo notebook a energia solare?

Durante il concorso di progettazione indetto da Fujitsu per l’anno in corso, il designer italiano Andrea Ponti ha presentato l’idea del computer portatile completamente alimentato a energia solare grazie ai due pannelli solari, una sul retro dello schermo e l’altro sul pannello della tastiera a sfioramento. Il materiale impiegato, un policarbonato trasparente, conferirebbe al lapto il peso di circa 1,8 kg, batteria compresa. Non è detto che il notebook, denominato Luce, al momento solo un’idea, possa presto essere commercializzato, d’altronde, diverse aziende sono impegnate nel cercare soluzioni ecologiche e con processi di alimentazione energetica alternativi. Fonte

 

 

 

Nuovo record per il trasferimento dati: 26 terabit al secondo

Ricercatori tedeschi del Karlsruhe Institute of Technology hanno raggiunto una velocità di trasferimento dati fino a 26 terabit al secondo, consentendo un completo trasferimento dei contenuti di Wikipedia in pochi secondi. Wolfgand Freude, a capo del progetto, ha spiegato che l’idea si basa sulle diverse lunghezze d’onda dei colori emessi da un fascio laser. I diversi colori interagiscono tra loro per creare un “pettine di frequenze”, ciascuno contenente il proprio flusso di dati. Per compiere l’esperimento sono stati impiegati 50km di fibre ottiche, facendo scorrere all’interno delle stesse un singolo fascio laser di luce; ed è proprio qui che sta la vera novità, infatti, precedenti esperimenti, per raggiungere tali velocità, hanno impiegato fino a 370 laser, con un consumo energetico molto elevato e un ingombro fisico davvero elevato. Freude ipotizza che questa scoperta potrebbe trovare vasto impiego anche sull’hardware di PC. Fonte

Svolta nei pannelli solari. Nuovo materiale cattura 90% dell’energia solare

Alcuni ricercatori sostengono che grazie a un nuovo materiale ad alta capacità di irradiamento solare, entro cinque anni sarà possibile realizzare dei particolari fogli, da applicare anche agli impianti già esistenti, e in grado di incrementare notevolmente l’efficienza produttiva.  Gli attuali sistemi adottati, sostanzialmente “soffrono” di un duplice problema: Ii primo luogo, hanno difficoltà a convertire tutta la luce catturata in elettricità. In secondo luogo, riescono a catturare solo una piccola banda delle lunghezze d’onda della luce del Sole che irradia la Terra. I ricercatori dell’Università del Missouri affermano di aver risolto il secondo dei problemi, sostenendo di aver messo a punto un dispositivo in grado di catturare il 90% luce solare, contro il 20% degli attuali pannelli fotovoltaici. Il sistema messo a punto dal dott. Patrick Pinhero, professore associato di ingegneria chimica, prevede l’utilizzo di uno speciale sottile foglio modellabile di piccole antenne denominate nantenna. A questo indirizzo è possibile leggere un abstract dell’articolo pubblicato sul magazine scientifico Journal of Solar Energy Engineering. Fonte

Hard-Disk: Seagate propone i primi dischi rigidi da 1 terabyte per piatto

Seagate ha annunciato una nuova soluzione di archiviazione con il primo disco rigido al mondo a supportare la dimensione di 1TB per piatto. Il nuovo dispositivo di casa Seagate offre 3TB di spazio utilizzando una densità di registrazione su dischi interni di 625GB per pollice quadrato, ovvero la più alta capacità per settore per pollice finora riuscita a sfruttare dalle aziende produttrici di dispositivi di storage. I primi dispositivi in commercio che sfrutteranno la nuova tecnologia saranno due unità della serie GoGlex da 3TB, a queste faranno seguito i dischi fissi Barracuda da 3,5″. L’HDD esterno, della gamma GoFlex, è compatibile con computer Windows e Mac, con tanto di driver NTFS a supporto dei computer Macintosh. Fonte

Parrot ASTEROID, l’autoradio Android che si connette al web

Parrot ha presentato ASTEROID, un’autoradio super tecnologico che permette finanche di connettersi al web; ciò è reso possibile grazie all’adozione del sistema operativo mobile Android e all’interfacciamento con una chiavetta 3G (venduta separatamente). L’autoradio, dotato anche di sistema GPS, potrà così collegarsi alla rete e accedere a una serie di applicazioni/servizi tra cui: geo-localizzazione con localizzazione immediata dei punti d’interesse nelle vicinanze; Eco Carbu, che compara i prezzi di alcune stazioni di servizio in prossimità dell’automobile; iCoyote, che fornisce aggiornamenti in tempo reale sul traffico; Orange Liveradio, che consente l’accesso a migliaia di web radio e podcast di tutto il mondo. Altre applicazioni saranno sviluppate e rese accessibili in futuro. ASTEROID si interfaccia con tutti i dispositivi USB, iPhone e iPod, e permette anche di leggere schede SD; i file musicali possono essere inviati all’autoradio anche tramite dispositivo Bluetooth stereo A2DP. Parrot ASTEROID sarà disponibile a partire dal mese di Maggio 2011 al prezzo consigliato di euro 299,00. Link per approfondimenti e altre specifiche tecniche

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Plastiche e materiali di gomma che si autoriparano

Alcuni ricercatori del Fraunhofer Institute in Germania, ispirandosi a quanto avviene in alcuni alberi di caucciù (specie hevea brasiliensis), capaci di risanare le ferite mediante la produzione di un particolare lattice, hanno messo a punto dei particolari elastomeri capaci di auto-ripararsi. Ciò significa che in futuro sarà possibile realizzare, ad esempio, parti di automobili (sedili, pneumatici e materiali plastici) in grado di ripararsi se usurati o scheggiati. Nel laboratorio del dott. Nellesen, gli elastomeri (gomme e materie plastiche), sono stati rafforzati con l’aggiunta di microcapsule con un adesivo monocomponente (poliisobutilene) capace di stimolare un processo di “auto-guarigione”. Attualmente il componente utilizzato per avviare il processo di “auto-guarigione” richiede un’iniezione di ioni, operazione che comunque potrebbe essere fatta attraverso un processo automatizzato che non richiede l’intervento umano. Fonte e approfondimenti

Ricercatori mettono a punto un processore di plastica flessibile

I nuovi dispositivi tecnologici richiedono sempre più spesso l’impiego di materiali pieghevoli; ricercatori di tutto il mondo quotidianamente lavorano alacremente per cercare nuove soluzioni hi-tech che possano, ad esempio, permettergli di abbandonare i circuiti elettronici in silicio, sposando materiali plastici più duttili e più facili da piegare a proprio piacimento. Proprio in quest’ottica, alcuni ricercatori sono riusciti a creare un processore per PC impiegando, invece del classico silicio, 4.000 transistor plasmati con materiale organico. Il processore trova posto sulla parte superiore di un foglio di plastica flessibile (le cui dimensioni sono di circa 2×2 cm per uno spessore di appena 25 micron). Questo primo prototipo non si distingue certo per le performance computazionali (il processore può gestire un solo semplice programma di 16 istruzioni) ma apre la strada a uno sviluppo che da a qui a pochi anni potrebbe regalarci una serie di nuovi dispositivi tecnologici ad oggi relegati alla sola fantasia. Fonte

Kiwie SevenPad, il tablet Android da 7” con supporto Wi-Fi e 3G

SevenPad è un tablet PC da 7” (risoluzione 800×480 con display capacitivo) che consente, grazie ad Android 2.1, di accedere alle migliaia di applicazioni pensate per questo sistema operativo mobile. Il dispositivo, equipaggiato con Wi-Fi 802.11b/g  e 3G permette di connettersi facilmente al web; le sue dimensioni ridotte (190 x 170 x 12.4 mm) e l’estrema leggerezza (376 grammi) rendono il  device ideale da portare sempre con se. L’autonomia dichiarata in condizioni di uso intenso e Wi-Fi accesso è superiore alle 10 ore, lo stesso di iPad 2. Il tablet, equipaggiato con processore ARM 600 MHz + DSP 550MHz,  fornisce anche una porta USB e una per memorycard.  Il prezzo è di 299 euro e comprende 50 e-book preinstallati; in aggiunta anche 170 euro in buoni da utilizzare per l’acquisto di e-book presso eboogle.it.

Ricercatore Internet inventa diodo laser che potrebbe rivoluzionare la trasmissione dei dati

Presso la University of Central Florida Optics, i prof. Dennis Deppe e Sabine Freisem hanno messo a punto una nuova tipologia di laser che potrebbe essere impiegato anche per le trasmissioni dei dati Internet, rendendo la velocità della Rete supersonica. I limiti dei diodi laser attuali sono legati essenzialmente a una luce “impura” e alle frequenze d’onda; tali diodi non possono quindi essere usati per generare alte frequenze di trasmissioni. Dopo aver studiato l’argomento per 21 anni, il Dr. Deppe ha inventato un nuovo diodo in miniatura che non solo emette luce più intensa di quella attualmente fornita da un comune laser, ma lo fa in una singola lunghezza d’onda. In una nota del comunicato stampa si legge: ” Non sarei sorpreso se tra quattro o cinque anni, quando si andrà a comprare
dei cavi, si potrà scegliere anche tra una varietà di cavi che integrano al loro interno dei diodi laser”. L’unico ostacolo rimanente per la commercializzazione dei nuovi diodi, è la tensione operativa necessaria, che deve essere abbassata in modo da rendere la tecnologia attualmente utilizzata compatibile con i nuovi componenti elettronici. Fonte

La telecamera che strizza l’occhio alla natura

Volta Electronics ha presentato una telecamera, la SolarCamera, rispettosa dell’ambiente. Infatti, il dispositivo è alimentato da ad energia solare e può essere installato ovunque: boschi, luoghi pubblici come giardini e parchi o comunque in tutte quelle zone dove è difficile trovare alimentazione elettrica. La SolarCamera offre fino a sei giorni di autonomia (in stato di totale assenza di illuminazione solare), compatibilità con ogni IP Camera sul mercato, multiple metodologie di connessione wireless come Wi-Fi, Hiperlan e 2G/3G, con predisposizione per il supporto WiMAX.

Da Samsung display LCD che si alimentano con la sole luce d’ambiente

Molti di noi hanno familiarità con la tecnologia LCD. Probabilmente starete leggendo questa notizia proprio davanti un monitor LCD. Samsung ha ottimizzato la tecnologia introducendo una serie di display LCD trasparenti ad alta efficienza energetica, alimentabili dalla luce ambientale e destinati a diventare oggetti di arredamento hi-tech. I display non hanno bisogno di cavi di alimentazione o batterie da sostituire, basta riporli in una ambiente abbastanza luminoso. Il prototipo mostrato al recente Cebit 2011 è uno schermo da 46 pollici con risoluzione video full HD da 1920×1080 pixel. Non sono stati ancora resi noti i piani di commercializzazione, né il possibile prezzo di lancio. Fonte

Un micro-pc da impiantare nell’occhio. Occupa solo 1 millimetro quadrato

Dennis Sylvester e David Blaauw Wentzloff, scienziati dell’Università del Michigan, hanno messo a punto il più piccolo sistema informatico a livello mondiale per contribuire a trattare pazienti affetti da glaucoma. Il micro-pc offre un ingombro di appena un millimetro quadrato, può essere facilmente impiantato nell’occhio del paziente per misurare costantemente la pressione del bulbo. Il dispositivo hi-tech integra un microprocessore a bassissimo consumo energetico, un sensore di pressione, memoria per registrare i dati prelevati e una batteria a film sottile con tanto di cella solare per la ricarica. I dati vengono trasmessi a un lettore esterno grazie a una micro-radio senza fili integrata nel device. Il dispositivo ogni 15 minuti si attiva per effettuare le dovute misurazione, con un dispendio medio energetico di appena 5,3 nanowatt.
Per mantenere la batteria carica, si richiede l’esposizione a dieci ore di luce artificiale oppure 1,5 ore di luce solare. Secondo Sylvester, “la prossima grande sfida sarà quella di realizzare simili sistemi microscopici per una serie di nuove applicazioni per il monitoraggio del nostro corpo, ma anche da sfruttare per il monitoring ambientale”. Fonte