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Nano-motori trasportano farmaci nelle pareti dello stomaco dei topi

Microscopiche macchine, lunghe appena 20 micrometri – tanto quanto la larghezza di un capello umano – viaggiano per la prima volta all’interno del corpo di un animale vivente, un giorno potrebbero essere utilizzate per veicolare farmaci in punti specifici dell’organismo. No, non è un post di fantascienza, ma è quello che sono riusciti a fare alcuni ricercatori dell’Università della California, a San Diego. I micro-dispositivi, testati su alcune cavie dal laboratorio, sono in realtà piccoli motori composti da nano-tubi di polimero rivestiti di zinco e iniettati nello stomaco delle cavie.

Quando i microscopici dispositivi sono entrati in contatto con l’acido dello stomaco, lo zinco ha prodotto bolle di idrogeno, che li ha spinti direttamente nel rivestimento dello stomaco, attaccandosi alle pareti dello stesso, sciogliendosi e rilasciando il farmaco in essi contenuti. Non è la prima volta che un micro-motore viene utilizzato per iniettare un farmaco, finora però i test erano stati fatti esclusivamente solo in campioni di cellule in laboratorio e non all’interno di una essere vivente.

A contatto con l’acido dello stomaco, lo zinco che riveste i nano-motori produce bolle di idrogeno che spinge gli stessi nelle pareti interne dello stomaco.

Liangfang Zhang e Joseph Wang che hanno condotto lo studio, pubblicato sulla rivista ACS Nano, hanno dichiarato: “il corpo dei motori si dissolve gradualmente a contatto con l’acido gastrico senza lasciare nell’organismo elementi tossici”. I ricercatori pensano che il nuovo metodo di rilascio del farmaco possa essere utilizzato in futuro anche negli esseri umani, ad esempio per trattare ulcere o per raggiungere parti del corpo umano inaccessibili senza la classica chirurgia. Questa particolare somministrazione dei farmaci secondo gli autori dello studio offre “una strategia di distribuzione dei farmaci notevolmente migliore rispetto alla comune diffusione passiva dei farmaci che vengono somministrati per via orale”.

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Un edificio e una villa interamente realizzati con una stampante 3D

La società cinese WinSun ha con successo stampato in 3D un intero edificio a cinque piani e una villa di 1.100 metri quadrati utilizzando una particolare stampante 3D in grado di riutilizzare rifiuti industriali, quali vetro e altri materiali, in concerto con una base di cemento a essiccazione rapida mescolata con uno speciale agente indurente. Questo processo consente di risparmiare tra il 30 e il 60 per cento dei rifiuti edili e può diminuire i tempi di produzione e i costi di oltre il 50 per cento.
La speciale stampante 3D utilizzata è alta 6.6 metri, larga 10 metri e lunga 40 metri, i singoli pannelli della costruzione vengono stampati e poi assemblati in loco con rinforzi in acciaio e pannelli isolanti, così da rispettare gli standard di costruzione.

Una fase del processo di stampa.

Il processo di stampa avviene partendo da un disegno CAD che viene fornito in input alla stampante, la stessa si occupa poi di controllare un braccio meccanico estrusore che depone strato dopo strato il materiale di costruzione. Le pareti sono stampate con all’interno un motivo a zig-zag in modo da conferire alle stesse maggiore consistenza e, nel contempo, lasciando spazio per ospitare il materiale isolante.

pannelli casa 3d
Nel tempo, l’azienda spera di utilizzare la sua tecnologia per costruire strutture più importanti come ponti e finanche grattacieli.

Apple iPad Pro. Display da 12,9 pollici e pennino di supporto?

Sempre più voci parlano di un lancio da parte di Apple di un iPad Pro con un display da 12,9”. La presentazione ufficiali dovrebbe essere fatta nel corso dell’anno e secondo Ming-Chi Kuo, analista considerato una fonte affidabile e ben considerata, il nuovo gioiello della casa di Cupertino dovrebbe anche dotarsi di un pennino digitale (la iPen) uno dei tanti brevetti che Apple ha depositato nel tempo e che ora potrebbe utilizzare. Lo strumento darebbe così modo agli utenti di utilizzare il tablet non solo con le dita ma anche con una penna digitale in grado di garantire una precisione assoluta e essere utilizzata per contesti particolari, un po’ come avviene già per il Note di Samsung.  L’analista chiarisce che la stilo non sarebbe inclusa direttamente con l’iPad Pro, ma piuttosto venduta come accessorio opzionale. Il brevetto depositato da Apple parla di una penna in grado di captare la sua posizione nello spazio – grazie all’impiego di accelerometri o giroscopi integrati – e dare così modo agli utenti di scrivere a mezz’aria e trasmettere le informazioni all’iPad o iPhone. Kuo è però scettico su un pennino altamente tecnologico lanciato già quest’anno, piuttosto vede Apple impegnata a presentare un pennino dalle caratteristiche meno hi-tech e poi, magari nel 2016, proporre al pubblico un’evoluzione della penna altamente tecnologica.

Per lavare i panni senza la lavatrice basta Dolfi…

Lavare i vestiti quando si è in viaggio diventa un’operazione quasi impossibile, proprio per cercare di colmare questo gap è nato Dolfi, un progetto che sta cercando di farsi largo nel mondo della tecnologia grazie alla raccolta fondi su Indiegogo. L’idea alla base del progetto è semplice: realizzare un dispositivo portatile, poco ingombrante (tanto quanto una saponetta) in grado di ripulire una camicia o un altro capo in appena mezz’ora e senza impiegare nessuna lavatrice, basta una bacinella con acqua nella quale immergere il panno da lavare con detergente e Dolfi. Una volta attivato il dispositivo genererà una serie di ultrasuoni capaci di indirizzare l’acqua saponata nella fibra del tessuto, eliminando lo sporco e le macchie, risultando – secondo quanto dichiarato dal team di progetto – fino a 80 volte più efficiente rispetto alle tradizionali macchine di lavaggio. Niente lavatrice quindi né apparecchiature rumorose, Dolfi compie il suo dovere in modo silenzioso e con grande efficacia. Se volete contribuire anche voi alla realizzazione del progetto potete farlo sulla pagina ufficiale su Indiegogo con un contributo di 89 dollari. Per sviluppare il prodotto, il team ha collaborato con l’azienda svizzera MPI Ultrasonics.

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Impianto flessibile permetterà agli esseri umani paralizzati di camminare nuovamente

L’anno scorso, i ricercatori dell’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne (EPFL), in Svizzera, hanno dimostrato con successo un sistema che ha permesso ad alcuni ratti completamente paralizzati di riprendere le loro normali funzioni motorie. Adoperando un sistema di stimolazione elettrica e chimica, i ratti – il cui midollo spinale era stato reciso completamente – sono stati in grado di camminare nuovamente.

Oggi, la medesima tecnologia è a un passo per essere sperimentata sugli umani grazie a un impianto flessibile, specificamente progettato per integrarsi con la colonna vertebrale del paziente, e in grado di ridurre al minimo il rischio di rigetto.

L’impianto, chiamato “dura madre elettronica”, o “e-dura”, è stato progettato per essere impiantato direttamente a contatto con il cervello e il midollo spinale. Le sue proprietà meccaniche gli conferiscono la medesima flessibilità ed elasticità del tessuto umano, riducendo notevolmente il rischio di infiammazione, attrito e abrasione, tipiche degli impianti “superficiali” finora adottati.

“Il nostro impianto e-Dura può rimanere per un lungo periodo di tempo sul midollo spinale o la corteccia, proprio perché ha le stesse proprietà meccaniche del dura madre” ha spiegato il co-autore dello studio, Stephanie Lacour, del Politecnico di Losanna (Epfl); il dura madre, altrimenti detto pachimeninge, rappresenta la parte più esterna e più spessa delle meningi. Lacour prosegue:  “Ciò apre nuove possibilità terapeutiche per i pazienti affetti da traumi neurologici o disturbi, specialmente in quegli individui rimasti paralizzati in seguito a lesioni del del midollo spinale”.

L’impianto si compone di un elettrodo usato come protesi nervosa. Realizzato in silicone, ospita delle piccole sfere di platino nelle quali sono intagliati dei minuscoli canali capaci di trasportare uno specifico farmaco direttamente nel midollo spinale, o, alternativamente di inviare verso il midollo opportuni impulsi elettrici in grado di dare nuova linfa alle cellule nervose presenti al di sotto del tessuto danneggiato.

La sperimentazione sull’uomo inizierà a partire dal prossimo mese di giugno presso una struttura appositamente attrezzata e ospitata dall’Università di Losanna, in Svizzera.
Lo studio completo può essere visionato direttamente sulla pagina ufficiale del magazine Science.

Fonte immagine: (© EPFL 2015)

Non solo orologio Microsoft, ecco il Lenovo Vibe Band VB10

Lenovo, marchio già noto nell’ambiente dei display, notebook e altri accessori, questa settimana, in occasione del CES 2015, ha presentato il suo orologio hi-tech in grado di collegarsi a uno smartphone Android o iOS. Una soluzione che si affianca a tante altre: orologio di Microsoft e Apple Watch in primis. Si tratta del VIBE Band VB10 equipaggiato con processore Qualcomm Snapdragon 410. Il dispositivo mira a diventare punto di riferimento per tutti quegli utenti che, indossandolo, hanno la necessità di ricevere notifiche varie da social network e non (messaggi di testo, Facebook, Twitter, client di chat etc fino a 150 caratteri), praticare fitness avendo un dispositivo in grado di rivelare le funzioni vitali, godere di un gadget in grado di garantire un’elevata durata della batteria; proprio quest’ultima opzione nel Lenovo Vibe Band VB10 è un cavallo di battaglia, il dispositivo, infatti, integra un display e-ink da 1,43 pollici (230 pixel) in grado di consumare pochissime risorse energetiche – e di offrire un’ottima leggibilità anche sotto la luce diretta del sole – benché il Bluetooth rimanga sempre accesso; a differenza di altri “indossabili”, il VIBE Band VB10 è progettato per funzionare per un periodo relativamente lungo senza ricarica, ben sette giorni, ovvero sarà necessario ricaricarlo una sola volta a settimana.

Il Vibe Band VB10 è resistente all’acqua (IPx7, 30 minuti ad un metro di profondità), può essere quindi adoperato sotto la pioggia, in piscina o, comunque, in tutte quelle situazioni di condizioni bagnate.

Dal punto di vista estetico il dispositivo offre un display curvo, pulsanti posti sul lato e chassis in metallo. Il cinturino è gommato. Il look è ragionevolmente elegante, anche se non si distingue da altri dispositivi simili.

Il prodotto sarà disponibile a partire dal prossimo mese di aprile al prezzo di 89 dollari.

Nike entro fine anno commercializzerà le leggendarie scarpe di Marty McFly in “Ritorno al futuro II”

Le leggendarie scarpe indossate da Marty McFly nel film del 1989, “Ritorno al futuro II”, saranno presto disponibili negli store di tutto il mondo, parola del designer Tinker Hatfield. Il brevetto ufficiale era stato depositato dalla Nike già nel 2010. Le scarpe chiamate “Nike MAG 2015”, così come nel film avranno dei legacci che si auto-allacceranno al piede di chi le indosserà (Power Laces).

Il brevetto depositato dalla Nike
Il brevetto depositato dalla Nike

Già nel 2011 Nike aveva commercializzato un numero limitato di “Nike MAG” ma con lacci tradizionali, solo 1.500 esemplari venduti all’asta su eBay con un ricavato di circa 6 milioni di dollari devoluto alla Michael J. Fox Foundation per la ricerca sul morbo di Parkinson, malattia che ha colpito lo stesso Michael J. Fox, attore che ha impersonato Marty McFly nel leggendario film.

Senza indicare una data di rilascio ufficiale per le “Nike MAG 2015”, Tinker ha confermato che il suo team sta lavorando sodo per terminare il lavoro quanto prima, sul funzionamento dei lacci si è così espresso: ”il sistema di allacciatura automatico fornisce un insieme di cinghie che possono essere automaticamente aperte e chiuse per passare da una posizione allentata e serrata della tomaia”.

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Intel Compute Stick. Il PC con Windows 8.1 che sta nel palmo di una mano

In occasione del CES 2015 di Las Vegas, Intel ha mostrato una sorta di penna HDMI capace di contenere all’interno l’hardware per far funzionare un PC con sistema operativo Windows 8.1, l’Intel® Compute Stick. Il costo del dispositivo è irrisorio, appena $149.99; in uno spazio compatto, tanto ristretto da stare comodamente nel taschino di una camicia, Intel ha riposto un processore Intel Atom Bay Trail, 32 GB di memoria eMMC, 2 GB di RAM, Bluetooth 4.0, connettività wireless 802.11 b/g/n, Micro SD per incrementare lo spazio di storage, porta Micro USB per l’alimentazione del mini computer e porta di collegamento a televisore o display dotato di HDMI 1.4a. Basterà quindi “collegare” al dispositivo una tastiera e un mouse Bluetooth per avere un sistema capace di far girare quasi tutte le normali applicazioni disponibili per un classico computer desktop. Per chi non fosse interessato alla soluzione con pre-montato Windows 8.1, l’Intel Compute Stick sarà disponibile – al prezzo di $89 – in una versione della chiavetta con Linux Ubuntu; a differenza dell’hardware con pre-montato Windows 8.1 questa versione offrirà solo 1 GB di RAM e 8GB di storage. Le due versioni saranno commercializzate a partire da marzo 2015. Link alla pagina ufficiale del prodotto

Apple Watch disponibile da marzo

Secondo il sito 9to5mac, l’Apple Watch – presentato da Apple lo scorso 9 settembre 2014, in occasione dell’evento che ha visto il lancio ufficiale di Apple iPhone 6 – forse uno dei più attesi prodotti di Apple, che già riscuote numerosi concorrenti, potrebbe essere commercializzato a partire dal prossimo mese di marzo. Il prezzo per la versione base è di 349 dollari, per il prezzo delle altre due versioni (Sport ed Edition) bisognerà attendere il rilascio ufficiale. La produzione di massa sarebbe già iniziata e prevede un totale di 24 milioni di esemplari da spedire entro il 2015. Finora Apple ha sempre rifiutato di rivelare esattamente quando il dispositivo sarà commercializzato, ma recenti dichiarazione di alcuni dipendenti di Cupertino suggeriscono che il rilascio è fissato per la prossima primavera. Ad avvalorare la presunta data, anche la mobilitazione di Apple per addestrare gli addetti degli Apple Store sulle funzionalità del nuovo dispositivo; la fase di addestramento vera e propria dovrebbe iniziare a febbraio (tra il 9 febbraio e 16 febbraio per l’esattezza), con “uno o due rappresentanti dei negozi Apple degli Stati Uniti che saranno chiamati presso gli uffici Apple in California o in Texas per toccare con mano e imparare il funzionamento dell’orologio”. Fin dalla sua presentazione ufficiale, gli sviluppatori hanno potuto iniziare a sviluppare applicazioni per Watch grazie al rilascio del WatchKit, un framework che, integrandosi con Xcode – l’ambiente di sviluppo Apple per i suoi dispositivi iOS e MAC – permette di provare in un simulatore le applicazioni pensate per il nuovo gioiellino di Apple.

Parrot Pot e H2O, il pollice verde robotico

Parrot, azienda conosciuta soprattuto per il suo A.R. Drone, ha oggi annunciato due nuovi dispositivi per mantenere le vostre piante “in forma”, si tratta del Parrot Pot e H2O, una versione aggiornata del suo attuale prodotto Flower Power (presentato al CES dello scorso anno). Il Pot è una sorta di vaso per piante contenente due litri di acqua e di terreno. L’H2O è essenzialmente lo stesso strumento, ma invece di tenere l’acqua in una vaso capiente, permette l’innesto di una bottiglia di acqua esterna. Ogni quindici minuti i dispositivi misurano l’umidità del terreno, temperatura ambiente e luce; basandosi su questi dati, i dispositivi di Parrot “decidono” se è il caso di innaffiare o meno le vostre piante. H2O e Pot possono anche interfacciarsi con uno smartphone e trasmettere allo stesso le informazioni relative alle piante, consentendo così all’utente di monitorarne lo stato di salute in tempo reale. Il Pot permette di contenere tanta acqua quanto basta per mantenere mediante in vita le piante per tre settimane, anche di più se si tratta di piante grasse, ad esempio un cactus. I dispositivi integrano un database con circa 7mila piante, riuscendo quindi a capire per ognuna di essere il fabbisogno. Al momento l’azienda non ha reso noti prezzi e disponibilità del prodotto.

Il Parrot H20. Si collega una bottiglietta d’acqua al sensore alla quale il dispositivo attinge in caso di necessità
Il Parrot H20. Si collega una bottiglietta d’acqua al sensore alla quale il dispositivo attinge in caso di necessità
Una macchina per caffè che si comanda dal tuo smartphone Android o dall’iPhone

Nella giornata di ieri, l’azienda Smarter ha annunciato una macchina per il caffè intelligente. Il prodotto, che sarà disponibile a livello internazionale, si connette in Wi-Fi alla propria rete e potrà essere governato tramite un’apposita app per tablet e smartphone Android e iOS. La macchina del caffè hi-tech è anche dotata di macinino integrato e, grazie a una serie di sensori, avvisa l’utente sul suo stato direttamente con notifiche sullo smartphone, ad esempio: “il caffè è pronto”, “l’acqua del serbatoio si sta esaurendo”; permette anche di accettare “comande” remote per preparare un ottimo caffè senza che l’utente debba compiere nessuna operazione sulla macchina stessa. L’azienda Smarter già commercializza un bollitore chiamato iKettle, sempre connesso in Wi-Fi e dotato anch’esso di un App con funzioni di controllo remoto sul dispositivo stesso e in grado di ricevere notifiche sullo stato del dispositivo. Il prezzo di iKettle è di circa 130 euro. La macchina del caffè dovrebbe essere commercializzato a Marzo 2015, mentre ulteriori dettagli sul suo funzionamento saranno svelati in occasione del CES 2015.

Il bollitore iKettle si gestisce tramite un’App con interfaccia personalizzabile; 4 temperature regolabili (65 °, 80 °, 95 ° e 100 °); Funzione mantenimento di temperatura; Funzione “Sveglia” e “Benvenuti a casa” con timer; Facile da pulire, filtro estraibile; Retroilluminazione LED.
Il bollitore iKettle si gestisce tramite un’App con interfaccia personalizzabile; 4 temperature regolabili (65 °, 80 °, 95 ° e 100 °); Funzione mantenimento di temperatura; Funzione “Sveglia” e “Benvenuti a casa” con timer; Facile da pulire, filtro estraibile; Retroilluminazione LED.
Hacking. Poche foto delle mani per recuperare le impronte digitali

Da qualche anno a questa parte diverse aziende hanno sposato le impronte digitali come strumento di sicurezza per accedere ai dispositivi mobili. La stessa Apple, nei suoi ultimi tablet e smartphone, ha adottato tale tecnologia, facilitando la vita agli utenti che non devono più ricordare password e perdere tempo a digitarle ma possono effettuare l’accesso sicuro semplicemente poggiando un dito sul sensore biometrico integrato nei device. Tuttavia il sistema non sembra essere infallibile, in particolare secondo un membro del Chaos Computer Club – la più grande associazione di hacker in Europa -, le impronte digitali possono non essere così sicure come tutti pensiamo; l’hacker, chiamato Jan Krissler – noto anche come “Starbug” – afferma di riuscire a riprodurre le impronte digitali semplicemente avendo a disposizione un paio di foto digitali che riprendono le dita dell’utente. La tecnica è stata mostrata in occasione di una convention in Germania durante la quale l’hacker ha mostrato come “recuperare” le impronte digitali delle mani del Ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen, utilizzando le foto del politico scattate in occasione di eventi pubblici e adoperando una fotocamera standard. Niente quindi super fotocamere oppure apparati altamente tecnologici, per bypassare il sistema basterebbe una semplice fotocamera compatta. Per ottenere le impronte digitali del Ministro, l’hacker ha fatto uso di un software commerciale chiamato VeriFinger e di diverse foto delle mani della von der Leyen riprese da diverse angolazioni.

Città portoghese converte autobus e taxi in hotspot WiFi

La città di Porto, in Portogallo, capoluogo del distretto omonimo e seconda città più popolosa del Paese, è da qualche giorno balzata agli onori della cronaca, per un’importante iniziativa hi-tech: convertire centinaia di autobus e taxi in hotspot WiFi per l’accesso al web. La rete di trasporto pubblico (compresi 600 taxi) già da questo autunno è stata dotata di router Wi-Fi che condividono la rete web a oltre 70mila persone ogni mese, coprendo così una percentuale che oscilla tra il 50 e l’80 per cento del traffico che altrimenti sarebbe stato erogato attraverso le reti cellulari. Secondo un portavoce di Veniam, la società che gestisce la parte tecnologia dell’iniziativa, si tratta della rete più grande del suo genere. Oltre all’accesso a Internet la rete cittadina potrà essere usata per segnalare in tempo reale eventuali disservizi: buche, auto in panne, etc, rendendo più facile per i funzionari della città identificare i luoghi che richiedono un intervento immediato. Allo scopo, lungo la città sono stati disseminati una serie di sensori in grado di captare informazioni e utilizzare la rete Wi-Fi cittadina per trasmettere i dati a un server centrale in municipio. La Veniam ha recentemente ottenuto $4,9 milioni in finanziamenti e istituito il suo quartier generale a Mountain View, in California. Il suo fondatore, Joao Barros, professore di ingegneria informatica presso l’Università di Porto, ha dichiarato che prevede di ampliare il servizio ad altre città del mondo.

Zero-G Espresso, le particolari tazzine che permettono di bere il caffè nello Spazio

Come bere una bella tazza di caffè nello Spazio? Per effetto della gravità è impossibile farlo così come sulla Terra, i liquidi diventano gocce che galleggiano a mezz’aria e l’unico modo è adoperare apposite cannucce. Ora però una nuova tipologia di tazzine, messa a punto dal prof. Mark Weislogel, della Portland State University, potrebbero dare modo agli astronauti di assaporare un buon caffè anche in assenza di gravità.
Il segreto sta nella forma della tazzina, con un contorno calcolato al millesimo, i ricercatori sono riusciti a imporre al liquido un percorso forzato che permette agli astronauti di sorseggiare i liquidi senza che questi formino bolle, il tutto funziona allo stesso modo di come viene preparato il caffè espresso, non a caso il nome della tazzina riprende nel nome proprio il termine “espresso”. Già nel 2008 una tazzina simile a questa venne progettata dall’ex astronauta statunitense Don Pettit. La NASA sembra essere estremamente interessata al progetto che potrebbe avere risvolti anche in altri ambiti, come quello della gestione dei combustibili in assenza di gravità. Sei tazzine “Zero-g Espresso”, in una missione di rifornimento prevista per il prossimo febbraio 2015, partiranno alla volta della Stazione Spaziale Internazionale a bordo del razzo SpaceX Dragon. Saranno utilizzate dagli astronauti per sperimentare, oltre al caffè, anche l’utilizzo di altri liquidi come succhi di frutta, frullati e cacao.

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Proporta USB TurboCharger 12000. Il Power Bank per il tuo smartphone e tablet

Smartphone sempre più evoluti, tablet dagli schermi grandissimi e luminosissimi, il mondo del mobile sta vivendo una rivoluzione tecnologica, con sempre più persone che non possono rinunciare alla comodità di avere in un piccolo dispositivo la potenza di calcolo di un computer portatile. Se il progresso tecnologico dei dispositivi mobili non conosce limiti,  di pari passo non cammina lo sviluppo di tecnologie in grado di ottimizzare i consumi energetici. Le batterie dei dispositivi mobili non offrono prestazioni eccellenti e sempre più spesso gli utenti devono ricaricare i loro dispositivi più volte al giorno. Per far fronte a questa necessità, sono nati una serie di accessori che consentono in mobilità di ricaricare smartphone e tablet senza doversi necessariamente collegarsi alla rete elettrica. Sono i cosiddetti Power Bank, batterie portatili, di diverse forme e colori, che si ricaricano a casa e che è possibile portare sempre con sé in caso di necessità. Di caricabatterie di questo tipo ne esistono davvero tanti ma se si è in cerca di una soluzione professionale non si può non prendere in considerazione il nuovo USB TurboCharger di Proporta, un dispositivo che offre l’incredibile capacità di stoccaggio di 12000mAh, una potenzia più che sufficiente per ricaricare più volte smartphone e tablet. La soluzione di Proporta è ideale per chi viaggia, per chi si trova spesso fuori casa/ufficio e per chi, oltre allo smartphone, ha necessità anche di ricaricare il tablet. Il TurboCharger 12000 è infatti dotato di doppia porta USB per ricaricare due dispositivi in contemporanea ed è compatibile con una vasta gamma di smartphone, cellulari e tablet. Il prezzo è di euro 47,95.  È possibile acquistare il dispositivo direttamente dallo store online di Proporta.

Come funziona
Il TurboCharger 12000 è dotato di un cavo di ricarica micro USB, le due porte USB invece permettono di collegare il cavo in dotazione con il proprio dispositivo ed effettuare agevolmente la ricarica. Ad esempio, per ricaricare un iPhone basterà collegare il proprio cavo 30 pin o Lightning – fornito in dotazione da Apple con l’acquisto dell’iPhone/iPad – al TurboCharger. Una spia luminosa LED indica il livello restante di energia del caricabatteria.

Quante volte posso ricaricare il mio dispositivo?
A seconda del dispositivo da ricaricare, il TurboCharger 12000 a carica completa offre diverse capacità di ricarica. Ad esempio, in modo approssimativo, è possibile ricaricare un iPhone 5S 7.5 volte, un iPhone 6 6.5 volte, un iPhone 6 Plus 4 volte e un Galaxy S5 4.5 volte.

Dati tecnici
Capacità di 12000 mAh.
Input: 5V 1A.
Output: 5V 2.1A & 1A (2.1A max)
Doppia porta USB
Dimensioni: 154 x 74 x 15mm

PocketQube, il tuo satellite personale a poco meno di 5000 euro

Il PocketQube è un satellite cubo di appena 5 centimetri di larghezza (5cmx5cmx5cm), creato dal professor Bob Twiggs della Morehead State University, che può essere utilizzato per essere tranquillamente lanciato in orbita, si rivolge a enti pubblici, imprese private, università e hobbisti. Costa poco meno di 5mila euro e viene commercializzato dal venticinquenne Tom Walkinshaw di Glasgow (Scozia): “Vogliamo rimuovere la barriera che ostacolano chi vuole sperimentare con i satelliti” ha dichiarato. Rispetto al suo predecessore, il Cubesat (un cubo da 10cm³), il PocketQube è più piccolo e offre una soluzione economica per sperimentare sui satelliti senza spendere cifre astronomiche. In orbita sono stati lanciati già quattro di questi mini-satelliti. All’interno del kit che, che è possibile acquistare direttamente da una pagina web, oltre alla struttura base si trova la scheda radio di comunicazione (MiniSatCom), il computer di bordo, e una scheda Labsat per le varie sperimentazioni. È possibile espandere le potenzialità del satellite “agganciando” allo stesso, tramite un’interfaccia standard chiamata PQ60, una serie di hardware e sensori. Walkinshaw sta ora lavorando per organizzare un lancio in orbita che dia modo a tutti i possessori di PocketQube di mandare nello spazio i loro mini-satelliti,  non sarà facile. “Il lancio in orbita dei PocketQubes è probabilmente la cosa più difficile da organizzare” dice, spiegando che ad oggi non c’è una sola società in tutto il mondo disponibile a portare sui suoi razzi i dispositivi Pocketqubes. “Vorremmo organizzare il nostro primo lancio dalla Scozia, ma questo richiederà importanti strutture da realizzare”. Il primo PocketQube è stato lanciato nello spazio grazie a un ICBM convertito chiamato “SS Satan”, un ex veicolo per armi nucleari reimpiegato per studi accademici.

GhostSwimmer, lo squalo robotico della Marina militare degli Stati Uniti

Si chiama GhostSwimmer, è una sorta di drone che somiglia a uno squalo e in test presso la Marina americana. È l’ultima diavoleria sperimentale della nascente flotta del Pentagono di veicoli senza equipaggio in grado di scandagliare il fondo marino. Il GhostSwimmer, conosciuto anche come “Project Silent Nemo”, è stato progettato per ricreare i movimenti del pesce tonno, anche se somiglia a uno squalo, con tanto di pinna dorsale. Il pesce robot è lungo circa 1.50 metri e pesa 45 chilogrammi; può immergersi a profondità variabili tra 25 centimetri e quasi 100 metri. Michael Rufo, direttore della Boston Engineering Advanced System Group, sviluppatore del drone, ha dichiarato “GhostSwimmer consentirà alla Marina di avere successo in ulteriori tipi di missioni, mantenendo al sicuro la vita dei subacquei e dei marinai”. Il test del tonno robot è stato effettuato nei mari della costa di Virginia Beach, con personale che controllava GhostSwimmer attraverso l’uso di un joystick. Al momento lo squalo robotico sarà impiegato per raccogliere dati sulle maree, correnti e condizioni meteo, in futuro, potrebbe essere impiegato in missioni di ricognizione, ostili per l’uomo.

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Slimger, una batteria per smartphone talmente sottile che sta nel portafoglio

Slimger, progetto finanziato su Indiegogo – famoso sito internazionale di crowdfunding – si promette di balzare agli onori della cronaca grazie alla sua innovazione tecnologica. Si tratta probabilmente della batteria portatile più sottile mai realizzata finora (92 x 66 mm x 4,8 mm); a differenza delle comuni batterie per dispositivi mobili, che richiedono necessariamente una tasca o borsetta in cui riporle, Slimger è ultra-sottile, tanto quasi come una carta di credito, pensate che può essere tranquillamente conservata nel portafoglio o nel taschino della camicia. La batteria è dotata di cavo di ricarica integrato, eliminando la necessità di portare in giro un cavo separato, la capacità dichiarata è di 1.400mAh. Due i modelli previsti: Slimger-u dotata riporta micro USB e Slimger-i per i dispositivi Apple. La scocca è realizzata in alluminio anodizzato, secondi produttori una carica completa avviene in 60 minuti circa, mentre il tempo di ricarica completa di uno smartphone, ad esempio di un iphone 6, sarebbe di circa 30 minuti. Il dispositivo sarà offerto in cinque colorazioni: nero, bianco, blu, rosa e giallo; la commercializzazione dovrebbe avvenire il mese prossimo.

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Samsung lavora a un servizio rivale di Apple Pay

Samsung cerca di rimanere al passo con Apple lavorando a un sistema di pagamento mobile rivale di Apple Pay. Per farlo ha scommesso sulla società LoopPay,che potrebbe fornire la tecnologia necessaria per abilitate i dispositivi Samsung al pagamento elettronico tramite dispositivi mobile. La tecnologia di LoopPay, a differenza di quella Apple, non impiega l’NFC ma fa uso della trasmissione magnetica delle informazioni. Nello specifico, la soluzione di LoopPay impiega una sorta di banda magnetica che si aggancia allo smartphone ed emula in tutto e per tutto le funzionalità della classica banda magnetica delle carte di credito, così facendo riesce a funzionare praticamente con tutti i lettori di banda magnetica già attualmente presenti sul mercato, non richiedendo al negoziante nessun investimento tecnologico. L’utente immagazzina i dati delle proprie carte in un’apposita app e, al momento di pagare, gli basterà scegliere virtualmente la carta con cui effettuare il pagamento e avvicinare lo smartphone al lettore del commerciante. Una soluzione meno sicura rispetto ad Apple Pay che invece crea un canale di crittografia unidirezionale con il dispositivo di pagamento, facendo migrare solo un ID della transazione senza condividere nessun altro dato sensibile. Non è detto che Samsung pensi di adottare nei suoi smartphone futuri entrambe le tecnologia, integrando quella di LoopPay direttamente nella scocca del telefono. Se l’accordo andrà in porto, così come è lecito pensare, i primi dispositivi dotati della nuova tecnologia dovrebbero fare capolino sul mercato nei primi mesi del nuovo anno.

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Il cane Derby può camminare nuovamente grazie alla stampa 3D

Alcuni ingegneri della 3DSystems, società del nella Carolina del sud specializzata nella prototipazione di modelli 3D, sono riusciti a ridare nuove prospettive di vita a Derby, un cane nato con le zampe deformi e quindi impossibilitato a muoversi. Le zampe anteriori di Derby sono state ricostruite con due protesi realizzate interamente grazie alla stampa tridimensionale, nella fattispecie utilizzando la stampante ProJet 5500 X.
Questo dispositivo utilizza al tecnologia MultiJet (MJP) per costruire prodotti in multimateriale, permettendo di stampare finiture dettagliate con diversi gradi di flessibilità; per la stampa adopera un particolare materiale  materiale composito, chiamato Visijet, che può essere impiegato sia in modalità trasparente sia con colorazioni che vanno dal nero al bianco passando per diverse tonalità di grigio. Si tratta della stampante 3D più rapida sul mercato, nonché della più conveniente se si devono realizzare oggetti in plastica o in gomma. Adoperando la stampante, due designer e l’ortopedico Derrick Campana hanno scansionato le gambe di Derby e costruito due protesi che si adattano perfettamente al suo corpo. Un lavoro che in altri tempi avrebbe richiesto mesi di lavoro e ingenti somme di denaro è stato così realizzato in poco tempo tempo grazie al supporto della stampa 3D.

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