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Ricercatori del MIT creano sistema per osservare attraverso i muri

Si chiama WiTrack e permette di percepire i movimenti di una persona attraverso i muri. Si tratta di un’evoluzione del sistema WiVi, già sviluppato in precedenza dai medesimi ricercatori NETMIT del Massachusetts Institute of Technology ma non così preciso come la tecnologia messa a punto ora. WiTrack funziona analogamente a un sonar o radar. Utilizza un trasmettitore radio e tre antenne riceventi. Viene inviato un segnale di bassa potenza radio (100 volte minore del Wi-Fi e 1.000 volte minore di un trasmettitore usato da un telefono cellulare) dall’antenna trasmittente, le altre antenne percepiscono il segnale rimbalzandolo, il sistema calcola quindi le differenze di segnale e individua la persona dietro il muro in tempo reale con un’accuratezza di 4-8 centimetri. I ricercatori hanno suggerito anche alcune applicazioni pratiche per la tecnologia WiTrack: potrebbe ad esempio essere impiegata dalla polizia per tenere traccia di determinate persone all’interno di un edificio. Risvolti interessanti anche in campo ludico, la casa potrebbe trasformarsi in un ambiente interattivo dove giocare.

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Da Ardica la batteria per smartphone che dura 7 giorni

La durata delle batterie sugli smartphone, sempre più sofisticati e avari di energia, è un problema che affligge molti utenti, costretti a portarsi dietro caricatori di vario stampo per ovviare al problema di rimanere senza carica mentre si è fuori casa. Ma la soluzione potrebbe arrivare entro il 2015 quando la ARDICA, azienda che lavora in cambio militare, commercializzerà una nuova batteria, che promette una durata di ben 7 giorni. Potrà essere collegata a qualunque smartphone, iPhone compreso, e costerà appena 10 dollari; una vera manna dal cielo per tutti. La batteria dovrebbe fare uso di un mix di sostanze chimiche in  grado di garantire una così lunga durata.

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Samsung prova le prime connessioni 5G

La coreana Samsung ha dato il via a una serie di esperimenti per testare (si tratta di uno sviluppo considerato indicativo per le reti 5G) la connettività Internet mobile di quinta generazione, tecnologia che dovrebbe vedere la luce entro il 2020. La nuova banda, che lavorerà a una frequenza di 28 GHz, consentirà di raggiungere velocità di trasferimento di 1Gb al secondo. I test sono stati eseguiti su una distanza di 2 chilometri. La stessa Samsung aveva svolto in precedenza test similari, ma avevano lasciato i tecnici con qualche perplessità, soprattutto per quanto concerne la perdita di propagazione del segnale. Le nuove antenne impiegate, invece, dovrebbero aver risolto il problema.

Mantello dell’invisibilità. Novità dal Giappone

Dall’Indocina arriva un “mantello”  formato da sottilissimi pannelli di vetro capaci di deviare i raggi della luce e far risultare quello che copre praticamente invisibile. A metterlo a punto un team di scienziati della Nanyang Technological University di Singapore. In un video che hanno divulgato, gli esperti mostrano come sia possibile occultare un pesce rosso all’interno di un acquario e come far “scomparire” le zampe di un gatto quando questi si posiziona dietro il “mantello”.  A differenza delle invenzioni precedenti, il mantello invisibile è realizzato con normali pannelli di vetro e fa sparire gli oggetti alla luce visibile e non solo alle microonde. Al momento, sottolineano i ricercatori, è in grado di rendere gli oggetti ‘invisibili’ solo da alcune angolazioni ma si tratta comunque di un ottimo passo in avanti.

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Un Sole in miniatura si accenderà in laboratorio

192 fasci laser focalizzati all’interno di un cilindro cavo in un miliardesimo di secondo. In questo modo prenderà vita la prima stella creata in laboratorio. A renderlo noto è un gruppo di ricercatori, guidato da John Edwards, che ha pubblicato sulla rivista americana Physics of Plasmas un dettagliato articolo in cui viene spiegato il procedimento che porterà alla realizzazione della stella. Un processo, questo, che vedrà il formarsi di un vero e proprio “forno a raggi X”, una camera che imploderà con temperatura e pressione simili a quelle presenti al centro del Sole. L’esperimento, genererà, grazie ai fasci laser, un’energia di 1,8 megajoule con 500 terawatt di potenza, pari a mille volte l’energia usata da tutti gli Stati Uniti in un momento.  Il tutto si svolgerà in una camera che ha le dimensioni di una zolletta di zucchero, raffreddata criogenicamente e contenente una piccolissima capsula, grande quanto un cuscinetto a sfera, contenente deuterio e trizio.

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Ecco perché l’acqua calda congela prima di quella fredda

Scienziati della Nanyang Technological University di Singapore sono riusciti a capire come mai l’acqua calda congela più rapidamente dell’acqua fredda, un fatto conosciuto come effetto Mpemba, riscoperto casualmente nel 1969 dallo studente tanzaniano Erasto Mpemba, ma già raccontato nel IV secolo a.C. da Aristotele.  Fino ad oggi, nonostante le tante ipotesi avanzate, nessuno era mai riuscito a dedurre qualcosa di scientificamente apprezzabile, anche se la  nuova scoperta, in ogni caso, dovrà comunque essere dimostrata e approvata dalla comunità scientifica internazionale. I ricercatori spiegano così il fenomeno: le molecole d’acqua sono composte da un atomo d’ossigeno e due di idrogeno, tenuti insieme da legami covalenti. Contemporaneamente, tramite il legame idrogeno, gli atomi di idrogeno di una molecola sono attratti da quello d’ossigeno delle molecole più prossime; nonostante questa attrazione, nel complesso le molecole d’acqua, a una certa distanza, tendono a respingersi. Gli scienziati hanno osservato che, in funzione del fatto che la distanza tra le molecole è dipendente dalla temperatura, nell’acqua calda la distanza risulta massima, di conseguenza anche l’effetto di repulsione, effetto che rende i legami idrogeno maggiormente “in trazione” tra loro e quindi capaci di accumulare più energia, la stessa energia che poi viene liberata più rapidamente nella fase di raffreddamento dell’acqua calda. Il rilascio di tale energia tende quindi a far ricongiungere le molecole d’acqua a una velocità che risulta essere proporzionale alla quantità di energia a disposizione: più calda sarà l’acqua, maggiore risulterà essere l’energia liberata durante la fase di raffreddamento, con una conseguente maggiore velocità di riavvicinamento delle molecole e, quindi, di congelamento.

Un circuito elettronico su foglio di carta trasparente

Gli scienziati dell’Università del Maryland hanno percorso un passo avanti verso la creazione di componenti elettronici compatti come un foglio di carta. Il team, guidato da Liangbing Hu, ha combinato un materiale cartaceo chiamato nanopaper e nanotubi di carbonio. I circuiti a base di carta non sono una novità, ma la carta di solito è difficile da lavorare, perché la superficie è rigida e opaca. Per ovviare al problema, Hu e il suo team hanno creato un supporto cartaceo con fibre dal diametro di appena 10 nanometri. La carta è stata prodotta trattando la cellulosa con ossidanti chimici, il risultato è un foglio completamente piatto e trasparente. Sul foglio i transistor sono stati costruiti impiegando tre strati di materiali, compresi i nanotubi di carbonio, una molecola organica isolante e una molecola semiconduttore organica. Il risultato finale è stato un sottilissimo circuito elettronico, per l’84 per cento trasparente e piegabile.

nanopaper

Scienziati cinesi producono neuroni da urina

Un team di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, guidato dal prof. Duanqing Pei, ha trovato un modo per estrarre cellule dall’urina umana, quindi utilizzarle come neuroni in grado di aiutare lo studio e il trattamento di malattie neurodegenerative.
Gli scienziati cinesi sono riusciti a isolare le cellule da campioni di urina di tre diversi pazienti con età di 10, 25 e 37 anni. Queste cellule sono state così trasformate in progenitori neurali, ovvero in una forma ‘entry-level’ di cellule cerebrali. Da lì, le cellule sono state coltivate con particolari procedimenti fino a formare neuroni maturi di tipo astrociti e oligodendrociti. L’intero processo ha richiesto appena 12 giorni, la metà del tempo richiesto per produrre cellule staminali pluripotenti indotte (iPSCs) mediante un campione di sangue. Il nuovo metodo, ha anche il vantaggio di non richiedere l’impiego di virus per alterare geneticamente la cellula, operazione che può potenzialmente aumentare l’espressione di geni oncogeni. I neuroni così ottenuti sono stati collocati nel cervello di una cavia da laboratorio; dopo quattro settimane, si è appurato che le cellule impiantate si comportavano come neuroni funzionali senza l’insorgenza di tumori o mutazioni. Fonte e approfondimenti

Ricercatore italiano scopre che i neutrini viaggiano più velocemente della luce

Antonio Ereditato, un fisico italiano che lavora al Cern di Ginevra, insieme a un gruppo di ricerca, dopo tre anni di osservazioni è riuscito a individuare delle particelle, i neutrini (già ampiamente conosciuti al mondo scientifico), capaci di attraversare qualunque solido e in grado di viaggiare e superare la velocità della luce: 300.000KM/sec (e questa è la sensazionale scoperta). Tale velocità è stata finora ritenuta insuperabile, soprattutto se si pensa agli assiomi della relatività di Albert Einstein, secondo il quale nell’universo non esiste nessuna cosa in grade di superare tale limite di velocità.
I ricercatori sono riusciti a verificare che i neutrini si muovono 60 nanosecondi oltre la velocità della luce; la misurazione è stata compiuta tra la sede di Ginevra del Cern e il Gran Sasso (730 Km di distanza tra i due centri scientifici). Ereditato ora attende che altri studi possano confermare la scoperta.

Gli occhiali che permettono di sapere esattamente le emozoni del vostro interlocutore

Signori ecco a voi dei particolari occhiali hi-tech (social X-Ray) , attualmente in fase di sviluppo presso il Massachusetts Institute of Technology Media Lab che, grazie a una fotocamera integrata, permettono di analizzare 24 espressioni facciali dell’interlocutore, e grazie un piccolo auricolare, comunicare le sensazioni che questi sta provando in quel momento. Oltre al supporto audio, un piccolo display con tre luci a mo’ di semaforo indica se la persona che avete difronte ritiene la conversazione interessante, poco interessante o noiosa. La realizzazione degli occhiali è stata inizialmente pensata come supporto alle persone affette da autismo. Fonte e approfondimenti

Esercito USA utilizzerà un radar per individuare attentatori kamikaze

L’esercito americano ha stanziato la cifra di 48,2 milioni di dollari per l’acquisto di una serie di dispositivi in ??grado di rilevare attentatori suicidi fino a 100 metri di distanza. Il sistema, soprannominato “CounterBomber,” messo a punto dalla Science Engineering and Technology Corporation (SET), è già stato testato con successo nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Il CounterBomber non impiega tecnologia a raggi X, ma una serie di radar detector, che possono rilevare la presenza di bombe fino a 100 metri, un particolare algoritmo analizza le onde di ritorno del radar e permette di avvertire in tempo i militari se un ordigno sospetto è presente nell’arco di centro metri, anche se questi dovesse essere stato nascosto sotto vestiti o celato con altri espedienti. Fonte

Scienziati trasformano onde wireless in energia elettrica

Manos Tentzeris, professore del Georgia Tech School di Ingegneria Elettronica e Informatica e Rushi Vyas, studente neo-laureato, sono riusciti a catturare l’energia trasmessa dalle reti di telefonia cellulare e altre tipologie di reti wireless (sistemi di comunicazione satellitari, trasmettitori televisivi etc) convogliandola in batterie e trasformandola da corrente alternativa a corrente continua in grado di alimentare piccoli circuiti elettrici. Attualmente, questa tecnologia può sfruttare tutte le onde emesse nel campo dei 100 megahertz (MHz) a oltre 15 gigahertz (GHz). Un primo prototipo, che permette di catturare l’energia elettromagnetica emessa da una stazione televisiva a mezzo chilometro di distanza, è stato utilizzato per alimentare un sensore di temperatura. Secondo i ricercatore, il basso costo delle componenti utilizzate, l’uso della nuova tecnologia sua larga scala. Fonte e approfondimenti

Occhiali bionici con tecnologia di smartphone e console di gioco

Ricercatori della Oxford University hanno iniziato lo sviluppo di occhiali bionici che contengono la tecnologia che si trovano comunemente nelle console di gioco e smartphone. Il dr. Stephen Hicks, del Dipartimento di Neurologia Clinica dell’Università di Oxford, a capo del progetto, e un team di ricercatori di Oxford, hanno così messo a punto questi particolari occhiali che potrebbero aiutare le persone con degenerazione maculare e retinopatia diabetica. Gli occhiali utilizzano la medesima tecnologia impiegata in videocamere, con riconoscimento del volto, software di monitoraggio, impiego di sensori di profondità e rilevatori di posizione. “Vogliamo essere in grado di migliorare la vista di coloro che l’hanno persa o che riescono a vedere ben poco o quasi nulla”, ha dichiarato Hicks. I gli occhiali hi-tech integrano anche un OCR che traduce il testo letto dalle telecamere in parole pronunciate da opportuni auricolari. Hicks ha aggiunto che ci vorrà un po’ di tempo affinché la gente si abitui a questo nuovo tipo di tecnologia, ma ritiene che il gioco varrà la candela; una volta entrati in produzione, si stima che gli occhiali avranno un costo approssimativo di circa  un costo di circa 550 euro. Fonte

Nuovi studi sui telefoni cellulari non rivelano chiari legami con l’insorgere dei tumori

Diversi recenti studi, avevano asserito che i telefoni cellulari possono causare diversi problemi di salute: infertilità maschile e possibili effetti negativi sull’attività cerebrale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità addirittura ha definito i telefoni cellulari cancerogeni tanto quanto lo sono i fumi di scarico di un motore, del piombo e del cloroformio. Nonostante questo, ricercatori degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Svezia hanno condotto una revisione di questi studi già pubblicati, deducendo che, in definitiva, non ci sono chiari legami tra insorgere dei tumori e uso del telefono cellulare. Anthony Swerdlow, team leader dello studio, ha esaminato i risultati del più grande studio effettuato in merito, pubblicato lo scorso anno. Questo particolare studio ha preso in considerazione 13.000 utenti di telefoni cellulare per un periodo di 10 anni. Dopo aver esaminato lo studio, ??Swerdlow ha concluso che  questi aveva problemi di ordine metodologico, perché si è basato essenzialmente su interviste nelle quali veniva chiesto ai partecipanti di ricordare l’uso del telefono in un periodo molto remoto, molte delle risposte date, quindi, risultavano approssimative. Swerdlow e il suo team ha così scoperto che gli studi condotti in tutto il mondo 20 anni dopo l’introduzione dei telefoni cellulari e 10 anni dopo la loro diffusione, non hanno mostrato un aumento dei tumori cerebrali. “Anche se rimane ancora qualche incertezza, l’andamento delle prove finora effettuate, protendono sempre più contro l’ipotesi che l’uso del cellulare può causare tumori al cervello negli adulti”, si legge in una nota rilasciata dal team di ricerca. Fonte

Ricercatori utilizzano stampante a getto d’inchiostro per la creazione di dispositivi solari

Ricercatori della Oregon State University hanno messo a punto una nuova tecnica, che grazie all’impiego della calcopirite, permette di “stampare” celle fotovoltaiche CIGS (denominate tali per la presenza di rame, indio, gallio e selenio) impiegando una comune stampante a getto di inchiostro. Un singolo strato di calcopirite (uno o due micron di spessore) è in grado di catturare l’energia dai fotoni in modo più efficiente rispetto a uno strato di silicio da 50 micron di spessore. I due principali vantaggi dei dispositivi solari CIGS sono il bassissimo costo per la loro produzione, il che significa che possono essere prodotti rapidamente e in grandi quantità, e la diminuzione della quantità di rifiuti di materie prime; secondo lo studio, tali nuovi dispositivi sono in grado di ridurre lo spreco di materie prime del 90 per cento. Fonte e approfondimento

Ricercatori riescono ad accendere o spegnere memoria nei ratti

I ricercatori della University of Southern California (USC) hanno trovato un modo per attivare e disattivare i ricordi nei ratti. Theodore Berger, a capo dello studio, della USC Viterbi School of Engineering (Dipartimento di Ingegneria Biomedica), e Sam A.Deadwyler, della Wake Forest University (Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia), hanno progettato un modo che permette loro di attivare o disattivare la memoria dei ratti, a mo’ di interruttore della luce. Utilizzando particolari agenti farmacologici, i ricercatori sono stati in grado di bloccare o attivare le normali interazioni tra le aree spaziali CA1 e CA3 dell’ippocampo, interazioni che  creano la memoria a lungo termine. I ricercatori  sperano che tale studio possa essere di supporto per il trattamento di malattie come l’Alzheimer. Fonte e approfondimento

Troppa TV favorisce diabete e malattie cardiache

Un nuovo studio condotto presso la Harvard School of Public Health ha messo in evidenza il legame tra la visione prolungata della TV e la comparsa di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e, finanche, la morte prematura. Gli europei spendono in media 40% del loro tempo quotidiano libero davanti al televisore; gli australiani, il 50%. Ciò significa mediamente 3-4 ore al giorno. Niente in confronto al popolo americano, che porta una media di 5 ore al giorno. Il prof. Frank Hu e il dottorando Anders Grøntved, hanno analizzato tutti gli studi pubblicati dal 1970 al 2011, con dei risultati che parlano abbastanza chiaro: più di due ore di visione della TV al giorno aumentano il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Prolungare la visione per un’altra ora al giorno può significare anche morte prematura. Per ogni ulteriori due ore di visione, il rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e mortalità prematura sale rispettivamente al 20, 15, e 13 per cento. Fonte e approfondimenti

Il primo cuore artificiale che non conferisce battito al paziente

La ricerca del perfetto cuore artificiale sembra senza fine. Dopo decenni di tentativi ed errori, i chirurghi rimangono ostacolati nella loro ricerca di una macchina che non si usuri e che non causi formazioni di coaguli e infezioni. Intanto, i prof. Billy Cohn e Bud Frazier presso il Texas Heart Institute, hanno dichiarato di essere riusciti a mettere a punto una macchina, in grado di far funzionare l’organismo umano grazie a delle pompe centrifughe, che conferiscono al cuore artificiale uno strano primato: il primo cuore a non avere battito. “Se ascolti il torace con uno stetoscopio, non si sente nessun battito del cuore”, dice Cohn. “Se esaminate le arterie, non c’è alcun impulso. Se operate un elettrocardiogramma, avrete un tracciato piatto”. Il primo esperimento di impianto del nuovo cuore artificiale è stato compiuto su un vitello, al quale ne sono seguiti altre 37; a marzo, poi, Cohn e Frazier hanno impiantato il dispositivo su un paziente umano. Hanno scelto Craig Lewis, un cinquantacinquenne che stava morendo da amiloidosi, il suo cuore era così danneggiato, chi medici gli avevano dato altre sole 12 ore di vita, e così, su consenso della moglie si è proceduto con l’impianto dell’innovativo cuore artificiale. Craig Lewis è morto nel mese di aprile, anche se i medici dicono che il suo cuore artificiale ha funzionato perfettamente, la malattia purtroppo ha danneggiato fegato e reni, portando il paziente a una inesorabile morte. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, Frazier si dice fiducioso sul futuro del nuovo cuore artificiale. Fonte

Produzione di idrogeno a buon mercato usando un catalizzatore al cobalto

Sono in molti a sperare che ben presto l’idrogeno sostituirà gli idrocarburi tradizionali. Ma, finora, la mancanza di nuovi metodi poco costosi per la produzione e di stoccaggio ha impedito il raggiungimento di tale obiettivo. Nel corso degli ultimi anni, ricercatori del MIT hanno provato a sperimentare nuovi catalizzatori a basso costo in grado di produrre l’idrogeno dall’acqua, e questa settimana in occasione dell’uscita del nuvoo numero della rivista accademica “Proceedings of the National Academies of Scienceviene mostrato come l’impiego di un catalizzatore al cobalto con una cella solare al silicio permette di creare un dispositivo che utilizza l’energia solare per scindere l’idrogeno dall’acqua. Si tratta ancora di un concept che si spera possa essere perfezionato e dare presto al mondo uno strumento economico in grado di produrre energia pulita. Fonte

Ingrediente contenuto nelle mele mantiene muscoli forti

Alcuni ricercatori, al fine di prevenire l’atrofia muscolare che interviene a seguito di alcune malattie o con l’avanzare dell’età, hanno scoperto che un composto naturale contenuto nelle mele, potrebbe essere il giusto ritrovato per porre rimedio all’annoso problema. Nella fattispecie, la componente chiave, l’acido ursolico (triterpene policiclico, che viene anche estratto dalle foglie del rosmarino), si troverebbe nella buccia delle mele. Per giungere a tale conclusione, i ricercatori dell’Università dello Iowa, guidati dal prof. Christopher Adams, hanno eseguito una serie di test su alcune cavie; quando l’acido ursolico è stato aggiunto al cibo dei topolini da laboratorio, per un periodo di settimane, i loro muscoli sono cresciuti sensibilmente. I topolini hanno anche manifestato un fisico più tonico e un livellamento generale dei livelli di glucosio, colesterolo e trigliceridi. Non è ancora chiaro se i medesimi positivi effetti possano dare gli stessi benefici all’uomo, in tal senso il gruppo di lavoro sta proseguendo la ricerca. Nel frattempo, il motto “una mela al giorno leva il medico di torno”, sembra conquistate un altro punto a suo favore. Fonte