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Una stampante 3D per ricreare parti del corpo umano

Il prof. Hod Lipson della Cornell University,  e suoi colleghi ricercatori, durante una riunione della American Association for the Advancement of Science di Washington, hanno mostrato un prototipo di stampante 3D biologica in grado di “stampare” tessuto come la pelle, ossa e cartilagine.  Il gruppo di Lipson sta ora cercando di stampare un orecchio (al momento stampato utilizzando del silicone, che presto dovrebbe essere sostituito con cellule biologiche), hanno già con successo prodotto cartilagine per un ginocchio. Secondo Lipson, la tecnologia potrebbe essere impiegata su larga scala entro i prossimi venti anni. Intanto, alcune aziende come la Organovo, stanno già utilizzando la tecnologia per creare artificialmente vasi sanguigni. Fonte

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Scienziati mettono a punto materie plastiche che trasmettono energia

Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori in Australia e pubblicato sul magazine scientifico ChemPhysChem, dimostra come sia possibile realizzare circuiti elettronici plastici in grado di piegarsi e plasmarsi nelle forme più varie. Il team è stato in grado di utilizzare un fascio di ioni per fare in modo che una pellicola di plastica conducesse facilmente elettricità, alla stregua di altri conduttori metallici. Tali polimeri plastici potrebbero spianare la strada anche a una serie di nuovi prodotti tecnologici, come schermi e magazine digitali pieghevoli, nonche essere impiegati in biomedicina, magari per creare protesi in grado di integrarsi con il corpo umano, riducendo drasticamente il rigetto. Fonte

Sensore di Siemens prevede un attacco di asma il giorno prima

Un sensore di respiro portatile può avvertire un soggetto asmatica di un imminente attacco d’asma, anche fino a 24 ore prima.
Il sensore sviluppato da Siemens, misura l’aumento dei livelli di monossido di azoto, prodotto naturalmente dal corpo. Secondo Maximilian Fleischer di Siemens, “la produzione di monossido di azoto nel respiro, indica che il sistema bronchiale è infiammato, ciò significa che c’è pericolo di un imminente attacco di asma”. Il sensore è in grado di rilevare i livelli di NO (monossido di azoto) nel respiro fino a 1 parte per miliardo, maggiore è il livello più grave potrebbe essere l’attacco d’asma. Fonte

Nuove batterie agli ioni di litio potrebbero alimentare i veicoli elettrici

Le batterie al litio, che attualmente alimentano una gran varietà di dispositivi elettronici a basso consumo, potrebbero presto anche essere impiegate per alimentare grandi macchine elettriche, come, ad esempio, le automobili elettriche. Infatti, un nuovo studio mostra come alcuni ricercatori hanno sviluppato un nuovo tipo di batteria agli ioni di litio che migliora notevolmente le prestazioni della batteria. I ricercatori, Jusef Hassoun, Ki-Soo Lee, Kook Yang-Sole e Bruno Scrosati, presso l’Università La Sapienza di Roma e la Hanyang University di Seoul, in Corea del Sud, hanno pubblicato il loro studio in un recente numero del Journal of American Chemical Society. La nuova tipologia di batteria fa uso di un anodo di stagno-carbonio e un catodo in ossido di litio “drogato” con manganese nichel e cobalto. Un anodo cosiffatto permette centinaia di cicli di ricarica senza una riduzione della capacità, nonché l’efficienza di carica-scarica si avvicina al 100%. I nuovi materiali impiegati sono più abbondanti in natura, meno costosi, più ecologici e hanno una maggiore stabilità a basse temperature rispetto al catodo di ossido di litio cobalto utilizzato nelle tradizionali batterie agli ioni di litio. Inoltre, nel progettare il catodo, i ricercatori hanno accuratamente ottimizzato la composizione, le dimensioni delle particelle, la forma, la morfologia e la densità. Il catodo ad alta tensione e ad alta capacità fornisce alla nuova batteria una maggiore densità di energia (170 Wh/kg a tensione con portata media di 4,2 volt) rispetto alle batterie agli ioni di litio tradizionali. Le tradizionali batterie agli ioni di litio hanno una densità di energia di circa 120-150 Wh/kg, a seconda del materiale usato per la costruzione del catodo. Scrosati ha dichiarato: “In sintesi, rispetto a coloro che utilizzano batterie tradizionali agli ioni di litio, i veicoli elettrici che utilizzeranno la nuova batteria potranno avere i seguenti vantaggi:
1) un intervallo più lungo di guida (210km contro i 150 km attuali);
2) maggiore velocità massima;
3) Costi più contenuti;
4) migliori prestazioni complessive soprattutto a basse temperature.”

Fonte

Scienziati sviluppano un’automobile che può essere controllata dal pensiero

BrainDriver è un progetto che mira a sviluppare un dispositivo in grado di impartire comandi ad un’automobile, semplicemente pensando all’azione da compiere: frena, gira a destra o sinistra, accelera e via dicendo. Potrebbe sembrare fantascienza, ma secondo l’IEEE il progetto è più concreto di quanto si possa pensare; questo grazie alla ricerca da parte di alcuni ricercatori di una università tedesca. Gli scienziati registrano l’attività cerebrale grazie a un casco in grado di interpretare gli impulsi del cervello e trasformarli in comandi per un computer. Al momento il sistema è in grado di interpretare comandi come gira a sinistra o a destra e accelera/frena. Ovviamente, in questo momento la sperimentazione e lo sviluppo è ben lungi dall’essere pronto per un impiego commerciale, ma mostra diverse potenzialità per quelle che saranno le automobili del futuro. Fonte

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Ricercatori sperano presto di riuscire a stampare la pelle umana

I ricercatori della Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, stanno sviluppando un sistema per “stampare la pelle umana”. “Siamo partiti prendendo una cartuccia a getto d’inchiostro tipica di una comune stampante, invece di inchiostro abbiamo usato delle particolari cellule” ha dichiarato il dottor Anthony Atala, direttore dell’istituto. Il dispositivo potrebbe essere utilizzato per ricostruire la pelle danneggiata o ustionata.
Il progetto è in fase di studio pre-clinico e potrebbe richiedere altri cinque anni di sviluppo prima che sia pronto per essere utilizzato su persone vittime di ustioni. Altre università, tra cui la Cornell University e l’Università di Medicina della Carolina del Sud, stanno lavorando a progetti similari e mostreranno i risultati delle loro ricerche in occasione della conferenza “American Association for the Advancement of Science” che si terrà in questi giorni a Washington. Fonte

Scienziati mettono a punto il primo dispositivo anti-laser

Alcuni fisici dell’Università di Yale hanno costruito il primo dispositivo al mondo che può annullare un raggio laser, il cosiddetto anti-laser. Un enorme passo avanti che potrebbe dare una svolta nella progettazione di dispositivi elettronici nei quali viene utilizzata la luce invece degli elettroni. Il loro anti-laser è composto da due fasci laser con una specifica frequenza, posti in una cavità ottica appositamente progettata e realizzata in silicio; la cavità ha il potere di “intrappolare” i raggi di luce in ingresso “costringendoli a rimanere bloccati” fino al dissipamento totale della loro energia (che viene sprigionata sotto forma di calore). In un articolo pubblicato sulla rivista Science i ricercatori hanno dimostrato che l’anti-laser potrebbe assorbire il 99,4%  della luce in entrata, per una specifica lunghezza d’onda. Fonte

Toshiba T750 Qosmio, il primo notebook al mondo che cambia colore

Il T750 Qosmio di casa Toshiba è il primo notebook al mondo che cambia colore; il suo design elegante ha l’aspetto di metallo oliato, passando dal verde al blu con una spruzzata di porpora a seconda dell’angolo in cui si osserva la scocca. Il tutto è stato realizzato impiegando esclusivamente della plastica, per l’occasione modificata nanotecnologicamente al fine di  produrre l’effetto di color-shifting. Guardando oltre l’estetica, il nuovo Qosmio T750 sembra anche essere molto performante: Intel Core i5-480M a 2.26GHz con 4GB di RAM DDR3. Il display da 15.6 pollici lascia un po’ a desiderare, con risoluzione massima di soli di 1366 x 768 pixel. Il disco rigido offre una capienza di storace di 750GB. Il dispositivo sarà inizialmente commercializzato in Giappone, nessuna indicazione è stata rivelata in merito al prezzo. Fonte

Nuovo materiale converte il 15% del calore di scarto in energia elettrica

Il prof. Mercouri Kanatzidis della Northwestern University, insieme a un team di ricercatori, ha messo a punto un nuovo materiale che potrebbe aiutare a catturare e riciclare il calore generato dai dispositivi e che viene disperso senza trarne nessun beneficio; si pensi, ad esempio, al calore generato da computer, arnesi elettrici da cucina, attrezzature di palestra e via dicendo. Sfruttando le capacità dei nanomateriali, il team di scienziati ha così messo a punto un particolare materiale, composto da tellururo di piombo, che permette di convertire parte del calore generato da un dispositivo in energia elettrica. Prendendo come esempio una classica lampadina, adottando il nuovo materiale per la costruzione della stessa, l’efficienza aumenta del 10,15%. Oltre a rendere i dispositivi più efficienti, il materiale potrebbe essere impiegato per creare nuovi dispositivi a bassa tensione, alimentati esclusivamente dal calore generato naturalmente dal corpo umano. Il tellururo di piombo è relativamente raro in natura, si trova naturalmente nei depositi di montagna, significativi depositi sono stati trovati tra le montagne dell’Altai nel nord-est dell’Asia, nel Zyrianovsk, Kazakistan, Wisconsin, Moctezuma in Messico e Coquimbo in Chile. Fonte e approfondimenti

Videogiochi creati con microrganismi viventi

Un ricercatore della Stanford University ha combinato biologia e videogiochi per creare una serie di giochi biotici. Ingmar Riedel-Kruse, fisico e docente di bioingegneria presso la Stanford University, ha sviluppato una serie di videogiochi che utilizzano cellule viventi (organismi unicellulari denominati parameci) per imitare i classici arcade come PacMan e Pinball. L’utente controlla il microrganismo vivente con un controller, così come succede per la maggior parte dei videogame; il microrganismo si trova in un fluido ripreso da una telecamera e proiettato su uno schermo visibile dal videogiocatore. Alcuni dei giochi realizzati includono PAC-mecium, un clone di PacMan e Ciliaball, clone di Pinball. Fonte

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Mantello subacqueo rende gli oggetti invisibili al Sonar

Ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno sviluppato un mantello che può essere utilizzato sott’acqua per nascondere gli oggetti ai sonar e ad altri dispositivi che fanno uso di tecnologia a ultrasuoni. Nicholas Fang, leader del progetto di ricerca, insieme ai suoi colleghi ricercatori presso l’università, hanno messo a punto il “mantello” utilizzando dei materiali in grado di assorbire le onde del sonar invece di respingerle. “Non stiamo parlando di fantascienza,” ha dichiarato Fang. “Stiamo parlando di controllare le onde sonore da flessioni e torsioni, non si tratta certamente di un trucco alla Harry Potter…”. Il mantello è costituito da metamateriali, dispone di 16 anelli concentrici di circuiti acustici, dove ogni anello ha un indice di rifrazione diverso, ogni anello assorbe le onde e le propaga verso l’anello più interno, assorbendole e quindi evitando che le stesse rimbalzino verso la sorgente. I test hanno dimostrato che il mantello fornisce “invisibilità acustica” alle onde sonore 40-80 KHz. Fonte e ppprofondimenti

Stampante 3D utilizzata per creare un vero flauto da concerto

Le stampanti 3D finora prodotte sono state generalmente impiegate per creare dei prototipi che danno al progettista un’idea di quello che sarà il prodotto una volta realizzato. Ma ora sembra che l’impiego stia passando ad uno step successivo, ovvero nella realizzazione di strumenti che possono trovare reale impiego nella vita di tutti i giorni. Amit Zoran del MIT Media Lab, ha progettato e “stampato” un flauto da utilizzare durante i concerti. Per la produzione dell’oggetto si è fatto affidamento alla stampante Connex500 3D; gli unici elementi non stampati sono sta le molle per le chiavi. L’intero processo di stampa ha impiegato circa 15 ore. Anche se è difficile giudicare le qualità acustiche di uno strumento attraverso un video di YouTube, sembra essere una riproduzione abbastanza impressionante. Fonte

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Plasma freddo potrebbe sostituire uso degli antibiotici

Il plasma a basse temperature è in grado di uccidere le specie batteriche nelle infezioni delle ferite croniche. Un team di ricercatori dell’Istituto Gamaleya di Epidemiologia e Microbiologia di Mosca potrebbe aver trovato una valida alternativa agli antibiotici. La dr.ssa Svetlana Ermolaeva, a capo dello studio, sostiene che getti di plasma freddo hanno ha la capacità di combattere diverse specie di batteri come lo Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. Gli antibiotici attualmente in commercio non sono particolarmente efficaci contro questa forma batterica.Il plasma (a bassa temperatura, 35-40 gradi centigradi) è stato testato nei ratti, e un trattamento di 10 minuti è stato efficace per uccidere i batteri e agevolare la guarigione delle ferite. Nella fattispecie, il plasma a bassa temperatura ha ucciso fino al 99% dei batteri che si trovano all’interno di biofilm cresciuti in laboratorio, dopo un periodo di cinque minuti, mentre il plasma stesso ha ucciso il 90% dei batteri che infettano le ferite della pelle dei topi dopo un periodo di 10 minuti. “Il plasma freddo è in grado di uccidere i batteri, danneggiando il DNA microbico senza intaccare i tessuti umani”, ha dichiarato Ermolaeva. Il team di ricerca prevede di continuare le ricerche al fine di migliorare la tecnica e sperimentare utili applicazioni mediche. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Medical Microbiology. Fonte e approfondimento

Ingegneri creano nuovo vetro resistente alle esplosioni

Edifici governativi di tutto il mondo possono essere bersaglio di attacchi terroristici in qualsiasi momento. Uno degli elementi che può fare la differenza in un attacco di questo genere è il vetro utilizzato per schermare le finestre. Idem per vetri di banca o altri edifici nei quali la sicurezza la deve fare da padrona. Secondo il Pentagono, i cocci di vetro sono una delle principali cause di morte nei bombardamenti. Ed ecco, quindi, che l’invenzione di alcuni ingegneri dell’Università del Missouri può rivelarsi davvero utile. Si tratta di una nuova tipologia di vetro, molto più sottile di quello attualmente impiegato e resistente alle esplosioni. Il nuovo vetro è spesso circa un quarto di pollice ed è composto da un miscuglio di plastica e polimero inerte rinforzato con fibre di vetro. Sanjeev Khanna, ricercatore principale del progetto e professore associato di ingegneria meccanica ha dichiarato: “I risultati sono stati fantastici”. Fonte

Ricercatori sviluppano la batteria più piccola al mondo

Alcuni ricercatori sono stati in grado di creare la più piccola batteria al mondo e lo hanno fatto utilizzando un microscopio elettronico a trasmissione (TEM) presso il Center for Integrated Nanotechnologies (CINT). Secondo Jianyu Huang, il principale ricercatore che ha preso parte al progetto, la batteria più piccola al mondo ha un anodo spesso circa quanto un capello umano. Huang ha dichiarato: “Questo esperimento ci permette di studiare la carica e scarica di una batteria in tempo reale e con una risoluzione su scala atomica, allargando quindi la nostra comprensione dei meccanismi fondamentali con cui le batterie operano.”. Una delle scoperte più interessanti sulle batterie riguarda le cosiddette “Batterie 3D”, particolari batterie che si caricano più velocemente e in grado di contenere più di potenza rispetto alle batterie tradizionali. Le batterie utilizzano un array verticale di nanocavi in lega di nichel-stagno racchiusi in PMMA, un particolare polimero noto anche come plexiglas. Pulickel Ajayan della Rice University ha dichiarato: “In una batteria, ci sono due elettrodi separati da una barriera. La sfida è quella di limitare lo spessore della barriera al limite, in modo da creare un processo elettro-chimico quanto più efficiente possibile”. Fonte

Pantaloni robotici aiutano i paralizzati a camminare nuovamente

Amit Goffer, un imprenditore israeliano, rimasto paralizzato in seguito a un incidente d’auto, ha inventato i pantaloni robotici con l’intenzione di sostituire la sedia a rotelle; un valido strumento che potrebbe migliorare la qualità della vita per se stesso e per tutti i paralizzati. Goffer, paralizzato dal collo in giù, ha chiamato il dispositivo ReWalk; si comporta come un paio di pantaloni robotici, pesa 7Kg chili ed è dotato di gambe artificiali dotate di giunti a motori e sensori di movimento. Le bretelle vengono indossate sopra il normale abbigliamento e reagisco ai cambiamenti di equilibrio e di movimento superiore del corpo. Un computer nascosto in uno zaino da spalla permette di impartire i comandi necessari. Il medesimo zaino integra una batteria ricaricabile necessaria al funzionamento dell’intero sistema motorio. Secondo Goffer, il dispositivo eliminerebbe molte complicazioni di salute che possono verificarsi in chi non può camminare, come: problemi digestivi, cardiovascolari, urinari e circolatori, nonché le piaghe da decubito. Al momento il dispositivo prevede l’impiego delle mani, ma la società di Goffer, la Argo Medical Technologies, sta lavorando per modificare il ReWalk in modo che possa essere utilizzato anche da tetraplegici. Il ReWalk è stato oggetto di studi clinici sia in Israele che negli Stati Uniti, sarà messo in vendita dal prossimo gennaio. Sarà altresì messo a disposizione in alcuni centri di riabilitazione in tutto il mondo. Fonte

Da Toshiba la prima TV alimentata a batterie

Toshiba ha presentato un nuovo modello di televisore, che sarà inizialmente proposto nel mercato asiatico, a detta dell’azienda il primo al mondo in grado di funzionare anche a a batterie. In caso di mancanza di energia elettrica, il televisore garantirebbe fino a due ore di autonomia, il tempo ideale per terminare la visione di una partita di calcio o di un film in prima serata. La linea di televisori denominata PowerTV offre retroilluminazione a LED per risparmiare energia. I modelli disponibili vanno dai 24 a 32 pollici e sono tutti equipaggiati con decoder OTA interno e Auto Signal Booster per potenziare il segnale d’antenna ricevuto. Link al comunicato ufficiale

Computer portatili e smartphone alimentati a metano? Ci siamo quasi

Un gruppo di scienziati ha sviluppato un nuovo tipo di cella a combustibile che potrebbe presto portare alla realizzazione di notebook e altri dispositivi mobile alimentati a metano. Ricercatori presso la Harvard School of Engineering and Applied Sciences (SEAS), guidati da Shriram Ramanathan, sono molto ottimisti circa l’impiego della tecnologia in campo commerciale e non solo confinata alle ricerca universitarie. Le celle a combustibile elettrochimiche sono state a lungo considerate come una potenziale alternativa ai combustibili fossili; funzionano convertendo l’energia chimica fornita generalmente dall’idrogeno in corrente elettrica e come rifiuti emettono poco più che acqua. Finora non sono state impiegate nel largo consumo poiché molto costose e in alcuni casi non affidabili. Oggi, invece, il gruppo Ramanathan ha dimostrato che le nuove cellule si rivelano poco dispendiose e molto affidabili, potendo contare sull’impiego del metano invece dell’idrogeno e su temperature di esercizio molto inferiori rispetto a quanto finora realizzato. Le celle tradizionali funzionano a circa 800°C, temperature troppo elevate per pensare di utilizzare la tecnologia su dispositivi come smartphone, notebook etc. Fonte

Smell-O-Vision, la tecnologia che permette al TV di emettere gli odori

E’ sempre stato un cruccio di molti inventori, non essere mai riusciti a far si che i televisori, oltre a trasmettere immagini, oggi anche con caratteristiche tridimensionali, potessero anche comunicare con l’emissione di odori. Il professore giapponese Kenichi Okada della Keio University, sembra però essere riuscito nell’impresa, presentando al mondo la “Smell TV”, ovvero un televisore capace di riprodurre gli odori. La tecnologia della Smell TV è molto simile a quella adottata nelle stampanti a getto di inchiostro; delle cartucce contengono delle micro-particelle profumate che possono essere rilasciate nell’ambiente grazie a un sistema remoto che si interfaccia alle immagine trasmesse. Il progetto originale prevedeva un impiego della tecnologia solo in campo medico, ma a quanto pare sta prendendo molto  piede anche nel campo dell’intrattenimento. Fonte

NASA svilupperà un super Jet: da New York a Sydney in 2,5 ore

La NASA starebbe progettando un nuovo tipo di jet ipersonico in grado di ridurre il tempo di volo da New York a Sydney (attualmente si impiegano circa 21 ore) in appena due ore e mezzo. Per il progetto la NASA accantonerà la cifra di 15 milioni di dollari per i prossimi tre anni; se il nuovo super Jet sarà realizzato, si tratterà di una vera rivoluzione. Il velivolo sperimentale è stato denominato scramjet X-43A, è secondo i tecnici NASA in grado di raggiungere quasi sette volte la velocità del suono. Fonte