Lorem ipsum is simply dummy text here.
Google mostra il prototipo ufficiale della sua automobile hi-tech che guida da sola

L’automobile di Google non è un progetto nuovo, BigG da anni non nasconde di lavorare a un progetto di automobile in grado di guidare da sé senza intervento dell’uomo. Già a maggio scorso il colosso dei motori di ricerca aveva mostrato un progetto che però risultava privo di diverse componenti, oggi, l’azienda ha annunciato sulla pagina di Google+ che il progetto è stato completato e che il primo prototipo completo della vettura è pronto per fare la sua comparsa ufficiale sulle strade. “Abbiamo assemblato tutti i sistemi di controllo della vettura in questo veicolo completamente funzionante — il nostro primo prototipo completo per la guida completamente autonoma” si legge nel comunicato ufficiale.
La sperimentazione continuerà su una pista per un’altra settimana o due, ma la squadra si aspetta di poter provare la super car hi-tech sulle strade della California del Nord già dall’inizio del nuovo anno. Nell’annuncio Google specifica che “i nostri autisti di sicurezza continueranno a sorvegliare il veicolo per un po’, utilizzando comandi manuali temporanei per far fronte a qualunque tipo di emergenza, intanto il nostro team di esperti  continuerò lo sviluppo dell’automobile”. Difficile dire quando potrà iniziare la commercializzazione ma Google sta facendo passi da gigante e non è detto che possa stringere, nel prossimo futuro, un accordo con qualche grande casa automobilistica.

Google+ migliora automaticamente la qualità dei video in upload

La funzione che migliorava la qualità delle immagini caricate su Google+, attiva sul social network da più di due anni, è oggi stata ereditata anche dai video (Google+ su Mac, Windows e ChromeOS). Ogniqualvolta si caricherà un nuovo video che gli algoritmi di BigG riterranno potenzialmente migliorabile, Google chiederà all’utente se intente procedere con la procedura di ottimizzazione. Tim St. Clair, ingegnere di Google, spiega che la nuova funzionalità sarà in grado di migliorare automaticamente l’illuminazione, il colore e la stabilità dei fotogrammi. Se si decide di apportare il miglioramento video Google propone all’utente una comparativa side-by-side del video prima e dopo la miglioria. L’annuncio di Google arriva pochi giorni dopo che Facebook ha annunciato la funzionalità di miglioria delle immagine che gli utenti caricano sul social network.

[youtube SjDd0rkHAuA]

Google nel 2014. Ecco le parole più cercate dagli italiani

Google ha reso note le parole più cercate sul motore di ricerca nell’anno che sta per giungere al termine. Ai primi posti: Mondiali, iPhone 6 e Robin Williams. Le statistiche di Google racchiuse una classifica denominata “Un anno di ricerche su Google” mostra la classifica delle prime dieci posizioni in base a dieci differenti categorie: Parole emergenti, Personaggi, Vacanza a…, Perché, Star dei mondiali, Ricette, Biglietti, Parole emergenti associate a 2014, Cosa significa e Come fare. Tra le parole emergenti spiccano ai primi tre posti mondiali 2014, iPhone 6 e Robin Williams; in personaggi: Robin Williams, Michael schumacher e Giorgio Faletti; nelle mete di vacanze: Gozo, Sochi e Pesaro; per gli amanti delle curiosità, categoria “Perché?” spiccano: vengono le blatte, pepa muore e bugiardino; in Star dei mondiali: Cristiano Ronaldo, Diego Costa e Ciro Immobile; per i più golosi, nella categoria “Ricette”: chiacchiere, piadina romagnola, castagnole; per chi non si perde neanche un evento, categoria “Biglietti”: milan juventus,    rolling stones e il derby milaese “milan inter”; in “Cosa significa”: selfie, p.v. e nfc; in “Come fare”: barbecue, ciambelle, refil.

Google Translate aggiunge 10 nuove lingue, tra cui il birmano

Google Translate, lo strumento di traduzione di Google è in costantemente aggiornamento, nella giornata di ieri è stato reso noto che BigG ha aggiunto il supporto di nuove lingue, tra cui il birmano, la lingua ufficiale del Myanmar, una delle sei lingue classiche dell’India, con 38 milioni di persone che la parlano. Un dato che lascia intendere come Google, sempre di più, cerca di accaparrarsi anche fette del mercato indiano. Secondo Google, l’India attualmente ha circa 200 milioni di utenti Internet, con 5 milioni di nuovi utenti che si aggiungono ogni mese, il che significa che entro il prossimo anno, l’India avrà più utenti web rispetto agli Stati Uniti. Si stima che solo 198 milioni di indiani riconoscono la lingua inglese, ed è proprio per questo che Google sta cercando di potenziare i suoi servizi nelle lingue ufficiali del paese. Rajan Anandan, MD di Google India, in una conferenza stampa aveva dichiarato: “per raggiungere il nostro obiettivo di 500 milioni di utenti Internet – in India – entro il 2017, abbiamo bisogno di rendere Internet accessibile a coloro che non parlano la lingua inglese”. Google prevede di aggiungere altre lingue indiane ai suoi servizi. Le lingue ufficiali dell’India sono l’Hindi e inglese, con altre 20 lingue riconosciute. Sempre secondo Google, le ultime aggiunte portano il numero totale di lingue in Google Translate a 90, il che significa che oltre 200 milioni di persone possono utilizzare il servizio per traduzioni nella loro lingua nativa.

Spagna. Google News chiude i battenti

All’inizio di Novembre il governo spagnolo ha varato una legge, conosciuta come la “Google Tax” che impedisce al motore di ricerca più popolare al mondo di prelevare notizie da altri siti web e pubblicarle sul suo servizio News, senza riconoscere agli editori nessuna fee per il “prestito” di notizie. La legge è stata emanata in seguito alle richieste dell’associazione degli editori spagnoli (AEDE). In seguito al provvedimento, Google fa sapere che dal 1° gennaio 2015 sospenderà il servizio Google News in Spagna, in realtà lo “spegnimento” inizierà già dal 16 dicembre, con la progressiva eliminazione di alcuni grossi editori. Per le piccole e medie aziende, che proprio su Google News contavano per accrescere la loro popolarità sarà un brutto colpo. L’anno scorso il problema era sorto anche in Germania, ma si era risolto a favore di Google. Fonte

Aggiornamento:

Appresa la volontà di Google, l’associazione Aede apre alle trattative. Irene Lanzaco, portavoce dell’Associazione ha spiegato che “non chiede a Google di fare un passo indietro, ma di aprire delle trattative” perché la decisone di BigG “avrà indubbiamente un impatto negativo sui cittadini e l’editoria spagnola”

Google Street View aggiunge la sua prima città araba: Dubai

Lo scorso febbraio Google aveva reso noto che Dubai sarebbe stata la prima città araba a essere presente su Google Street View, oggi la promessa fatta da BigG è stata mantenuta. Da lunedì scorso, infatti, tutti gli utenti di Street View possono accedere a un tour virtuale della città, spostandosi tra diversi punti di riferimento come la Sheikh Zayed Road, la strada più lunga negli Emirati o fare una visita virtuale al Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo con circa 1200 negozi, o, ancora, visitare virtualmente Deira o Dubai Creek, la località dove si svolgeva la maggior parte della vita della “vecchia Dubai”, famosa per la pesca e il commercio di perle.  Si conta che la città araba, solo lo scorso anno è stata visitata da 10 milioni di persone, con una proiezione che vede il numero di visitatori raddoppiare entro il 2020.
Abdul Hakim Malik, direttore dei sistemi informativi territoriali presso il comune di Dubai, che ha collaborato con Google per avere le autorizzazioni necessarie (la trattativa è durata circa un anno) per la mappatura della città, ha tenuto a precisare che le riprese sono state elaborate affinché volti e targhe dei veicolo venissero opportunamente sfumati, così come non sono state riprese le aree residenziali privati o zone franche, tuttavia Street View mappa le più importanti imprese e località del posto, il che, si spera, possa dare una spinta alle attività turistiche e favorire le imprese locali, soprattutto quelle dedite al settore immobiliare. Google ha iniziato la mappatura della città all’inizio di quest’anno, con una pausa in estate per evitare la famigerata foschia che ricopre le città non garantendo riprese chiare. Fonte

Google Android Studio 1.0, la prima versione stabile del suo IDE per creare app Android

Dopo due anni di sviluppo, Google ha rilasciato nella giornata di ieri Android Studio 1.0, la prima versione stabile del suo Integrated Development Environment (IDE) rivolto agli sviluppatori Android. La prima versione del software fu presentata da BigG nel maggio 2013  in occasione del Google I/O. Il software è disponibile ufficialmente per il download Windows, Mac e Linux direttamente dal sito web che Google ha predisposto per gli sviluppatori. L’IDE basa le sue fondamenta sul sul popolare IntelliJ IDEA Java IDE, e rende lo sviluppo di applicazioni Android più facile e intuitivo rispetto al blasonato Eclipse. Contestualmente al rilascio ufficiale dell’applicazione, Google ha anche aggiornato la versione 1.0 del plugin Gradle – uno dei più avanzati tool nell’ambito della build automation – con un formato che ritiene essere più stabile. Fino ad oggi, Google aveva incoraggiato gli sviluppatori a utilizzare l’IDE Eclipse per la creazione di applicazioni Android, ma oggi, con il rilascio della versione definitiva del suo tool ufficiale, offre all’interno dell’ambiente di sviluppo stesso un tool che aiuta gli sviluppatori a migrare i loro progetti da Eclipse al nuovo ambiente di sviluppo.

Google rimuove le app di Pirate Bay dal suo Play Store

Google, nel tentativo di arginare il fenomeno dilagante della pirateria, ha iniziato a eliminare tutte le app di Pirate Bay dal suo Google Play Store, il repository che permette di scaricare app a pagamento e gratuite per smartphone e tablet equipaggiati con sistema operativo Android. Le app rimosse includono “The Pirate Bay Premium”, “PirateApp”, “The Pirate Bay Proxy” e “The Pirate Bay Mirror”. Gli sviluppatori interessati sono stati contattati da BigG via e-mail e sono stati messi al corrente che loro app sono state rimosse a causa di violazione della proprietà intellettuale e contenuti ingannevoli per l’utente finale. Torrent Freak segnala che Gavin, lo sviluppatore dell’applicazione “The Pirate Bay Proxy” – che vanta di 900.000 download e 45.000 utenti attivi – ha così commentato l’azione di Google: “la mia app non è diverso da Firefox o Chrome, come questi ultimi offre accesso a un sito web, così come permetterebbe di fare qualunque altro browser”, tuttavia Google rimane sulle sue ribadendo che la decisione di rimuovere l’app dallo store si può considerare definitiva. Chi ha già scaricato una delle applicazioni sopra citate potrà comunque tranquillamente continuare a utilizzarle.

Chromebook sorpassa Apple nel mercato scolastico degli Stati Uniti

Quando Google presentò il suo Chromebook, molti non credettero che il dispositivo potesse riscuotere tanto successo, ma, prezzo contenuto, dimensioni ridotte e possibilità di avere tutto a disposizione online hanno fatto si che il prodotto diventasse giorno dopo giorno più appetibile. Secondo dati recenti di IDC e riportati dal Financial Times, Google con il suo Chomebook avrebbe superato Apple iPad come numero di unità distribuite nelle scuole degli Stati Uniti, un dato che secondo gli analisti inizia a preoccupare la dirigenza Apple. Nell’ultimo trimestre circa 715mila Chromebook sarebbero stati spediti nelle scuole statunitensi contro i 702mila iPad. Un dato che porta il Chromebook a rappresentare un quarto del mercato educational. Il prezzo sicuramente incide molto sulle vendite, si deve infatti considerare che è possibile acquistare un Chromebook partendo da circa 160 euro, mentre per un iPad Air 2 – con sconto promozionale per le scuole – si devono spendere 480 euro circa. Altro fattore che fa pendere l’ago della bilancia sul prodotto Google è la possibile di aver una tastiera fisica di supporto e non il solo touchscreen che si trova sugli iPad. Dalla sua parte Apple conta ancora su un numero molto cospicuo di applicazioni educative, ben 75mila quelle attualmente disponibili su App Store.

Due terzi di iPhone e iPad girano con iOS 8.0/8.1

Secondo i dati rilasciati da Apple, quasi due terzi degli utenti iPhone a iPad hanno installato sui loro device, iOS 8.0/8.1 l’ultima release del sistema operativo mobile di Cupertino. Negli ultimi mesi iOS 8.0/8.1 ha guadagno 8 punti percentuali, alla fine di ottobre iOS era installato sul 52 per cento dei dispositivi. Il 35 per cento degli utenti resta però affezionato ad iOS 7; molte persone sono ancora restie ad aggiornare i loro iDevice, la causa è da attribuirsi al fatto che spesso il download avviene su rete cellulare (OTA) e, occupando molti gigabyte, non invoglia gli utenti nel portarlo a termine. Un secondo fattore che ostacola l’aggiornamento è che questi richiede un’enorme quantità di spazio libero sul dispositivo, costringendo gli utenti ad eliminare applicazioni e dati. Infatti, a seconda del dispositivo in possesso, saranno necessari tra i  4.7 e 6.9 GB di spazio, tantissimo su iPhone o iPad da 16GB di storage. Il problema potrebbe essere bypassato effettuando l’aggiornamento da PC o Mac – tramite iTunes – ma molti utenti, a quanto pare, sono restii a collegare il loro smartphone/tablet al computer. Anche Android comunque non sembra godere di maggior fortuna negli aggiornamenti di sistema, Android KitKat 4.4, che ha debuttato a fine ottobre 2014, dopo un anno risultava essere installato su appena il 30 per cento dei dispositivi con sistema operativo made by Google.

Microsoft prova a diventare il motore di ricerca predefinito per ogni prodotto Apple

Il prossimo anno scadrà l’accordo di Apple e Google che vede il motore di ricerca configurato di default su tutti i device iOS. Chi sarà disposto a pagare di più per prendere il posto del gigante di BigG? In questi giorni c’è tanto fervore sul tema del motori di ricerca, con la notizia di qualche giorno fa che Yahoo è diventato il provider ufficiale della ricerca di default per Mozilla Firefox negli Usa per i prossimi cinque anni. È quasi scontato che dai giochi sarà tenuta Google che con Android rappresenta per Apple un rivale da non favorire, restano quindi in lizza Microsoft con il suo Bing e Yahoo!. Microsoft e Apple hanno precedentemente già collaborato strettamente per quanto riguarda le ricerche web, proprio nei mesi scorsi la casa di Cupertino ha abbandonato Google a favore di Bing per le sue ricerche effettuate tramite Spotlight su computer Mac con l’ultimo nato Yosemite e su iPhone con iOS 8. Che sia l’inizio di una collaborazione più stretta? Staremo a vedere

Google Chromebook regala 1TB di spazio su Google Drive

Grazie a un post apparso su Google Drive Blog si apprende che, a partire dalla giornata di ieri, Google regala un 1TB di spazio su Google Drive a chiunque acquisterà un nuovo Chromebook. Lo spazio resterà gratuito per due anni, a differenza di altre offerte promozionali che invece prevedono una durata massima di un anno. Si potrà accedere a questa speciale promozione fino al 1 gennaio 2015. Al termine della promozione il costo per mantenere lo spazio su Google Drive sarà di 240 dollari l’anno. Un’offerta che potrebbe fare gola a molti.

Google aggiunge il supporto PayPal agli acquisti su Google Play

Da oggi, applicazioni e altri contenuti presenti su Google Play potranno essere acquistati tramite Paypal, una mossa che rende così ancora più semplice utilizzare lo store. La funzionalità è accessibile senza aggiornamento del sistema e accetta pagamenti per ogni elemento digitala presente sul repository. Il nuovo servizio è stato al momento attivato in una decina di paesi, tra cui Austria, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito e USA.

Google aggiunge nuove funzionalità a Maps per iOS e Android

L’applicazione Maps di Google è in costante aggiornamento, proprio qualche giorno fa sono state introdotte nuove interessanti funzioni, come ad esempio l’assistente di corsia, che mostra su quale corsia rimanere per effettuare al meglio la prossima svolta. Altra novità riguarda la possibilità di salvare offline le mappe, basta cercare un’area utilizzando le mappe delle città e premere sull’apposito bottone di salvataggio, potendo finanche decidere un nome da associare al file salvato. Nuove funzioni migliorano i filtri per la ricerca di ristoranti, aziende e alberghi; viene offerta una migliore integrazione con Uber; vengono fornite più informazioni sul trasporto pubblico.

Google compra la società che sa trasferire le password attraverso il suono

Google ha acquisito una startup israeliana, la SlickLogin, balzata agli onori della cronaca per aver messo a punto un modo diverso effettuare il login ai siti web. Il metodo consiste nell’utilizzare il suono per trasferire le password. L’idea è semplice: se navigate su un sito abilitato alla nuova tecnologia, questi invia un suono – non udibile all’orecchio umano – che, captato da un’app su smartphone, potrà essere riconosciuto ed elaborato, quindi inviato nuovamente al servizio che sbloccherà l’accesso al sito. Google potrebbe utilizzare la tecnologia come metodo alternativo per l’accesso a determinati servizi web tramite dispositivi Android. I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati resi noti.

Google compra la società che sa trasferire le password attraverso il suono

ASUS svela il Chromebox, un computer che sta nel palmo di una mano

Asus ha presentato il suo Chromebox, un piccolo computer da $179 che sta nel palmo di una mano e che come sistema operativo utilizza Chrome OS di Google. Il mini PC, silenziosissimo, il Chromebook è fanless, quindi privo di ventole, non promette prestazioni strabilianti, ma consente tutte le operazioni routinarie di gestione documentale, navigazione web e riproduzione multimediale; l’accesso online al servizio chromeosapps.org permette di accedere a oltre 33.000 applicazioni molte delle quali da utilizzare anche offline. L’archiviazione è garantita da una memoria interna da 16 GB SSD e 100GB di spazio cloud su Google Drive.  Tutti e tre i modelli integrano un modulo Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 4.0, HDMI e DisplayPort, 4 porte USB 3.0, jack audio e slot per schede SD, da notare la mancanza del supporto Wi-Fi nella specifica 802.11ac e il fatto che il modello con processore Core i7 sarà distribuito solo in Asia e in poche altre regioni.
Queste le specifiche tecniche del nuovo dispositivo:

Dimensioni
4.88″ x 4.88″ x 1.65″

Processore (CPU+GPU)
Quarta generazione del Core i-Series system-on-a-chip (SoC) di Intel Corp. (INTC)
Celeron 2955U
2 core / 2 threads
1.4 GHz
Celeron HD (shaders: 200 MHz / DDR transfer: 1000 MHz)
U.S., Int’l editions
Core i3-4010U
2 core / 4 threads
1.7 GHz
HD 4400 (shaders: 200 MHz / DDR transfer: 1000 MHz, 4K ready)
U.S., Int’l editions
Core i7-4600U
2 core / 4 threads
2.1 GHz (stock) –> 3.3 GHz (turbo)
HD 4400 (shaders: 200 MHz / DDR transfer: 1100 MHz, 4K ready)
Int’l edition only

Memoria
DDR 3 da 2 o 4 GB
Storage
16 GB SSD (M.2)
100 GB Google Drive cloud storage
Connettività
10/100/1000 Ethernet
dual-band 802.11 a/b/g/n
BlueTooth 4.0
I/O + Readers
SD card reader
4 x USB 3.0
1 x HDMI
1 x DisplayPort
1 x Audio Jack (mic-in/speaker out)
Alimentazione
Max (supply): 65 W
Avg. Draw: ~15 W

Google vende Motorola Mobility a Lenovo per 2,91 miliardi dollari

Google ha annunciato che cederà il comparto Motorola Mobility (acquisita da Motorola per 12,5 miliardi dollari nel maggio 2012) alla Lenovo. L’accordo vale 2,91 miliardi dollari e dovrebbe essere formalizzato con cessioni azionarie e contanti. Ad annunciarlo è stata Larry Page, CEO di Google, in un post sul blog ufficiale dell’azienda. Il CEO ha precisato che Lenovo ha tutte le carte in regola per utilizzare il comparto Motorola al fine di entrare in modo importante nel mercato degli smartphone. “Lenovo ha tanta esperienza hardware a livello mondiale e intende mantenere distinta l’identità del marchio Motorola – proprio come hanno fatto quando ha acquisito ThinkPad da IBM nel 2005” ha commentato Page. Lenovo ottiene così il controllo del marchio Motorola Mobility e 2000 brevetti; Google manterrebbe la proprietà del portafoglio di brevetti rimanenti che concederebbe solo in licenza a Lenovo.

L’ascensore di Microsoft che funziona senza pulsanti

I big dell’informatica pare stiano investendo molto anche nella domotica, dopo l’annuncio di Google inerente l’acquisto di una società produttrice di termostati intelligenti, anche Microsoft sperimenta nuovi dispositivi per una casa sempre più smart. Nei laboratori della casa di Redmond pare infatti si stia mettendo a punto un particolare ascensore intelligente capace di condurre l’utilizzare al piano desiderato senza bisogno di spingere alcun pulsante. Immaginate un ascensore intelligente in grado di capire a quale piano una persona vuole recarsi, tenendo presenti le abitudini passate, gli orari e altri fattori utili a discernere.Secondo Peter Lee, a capo del comparto Microsoft Research, la sperimentazione sull’intelligenza artificiale è attualmente “maggior focus”’ della compagnia.

Google punta sulla robotica. Fa sua una delle aziende più all’avanguardia

La Boston Dynamics, azienda specializzata nello sviluppo di automi e che spesso si trova a a lavorare su progetti in ambito militare (in particolar modo con la DARPA, la divisione del dipartimento americano della difesa), è stata acquistata di Google. La Boston Dynamics è famosa per aver messo a punto Atlas, un robot umanoide all’avanguardia e Alphadog, un mulo robotico capace di camminare su superfici accidentate. Il motore di ricerca punta così sulla robotica. Ad annunciare il merge societario è stato Marc Raibert, fondatore della società che realizza il robot più veloce al mondo: “Siamo orgogliosi di entrare a  parte del team Google”, ha commentato. L’intento del colosso di Mountain View è quello di creare una vera rivoluzione nel campo della robotica, non a caso la Boston Dynamics è l’ottava azienda specializza che Google acquisisce nel corso dell’anno che sta per finire. A capo della nuova divisione di Google ci sarà Andy Rubin, il co-creatore di Android. Curiosamente anche Amazon sembra essere interessata a questo settore, qualche giorno, fa, infatti, vi abbiamo parlato del drone che l’azienda sta sviluppando per la consegna a domicilio dei pacchi.

[youtube cr-wBpYpSfE]